Consiglio, iniziato il dibattito sulla nuova legge elettorale
Domani terminerà la discussione generale e inizierà l’esame del testo, su cui sono stati presentati 53 emendamenti e 808 subemendamenti. Zingaretti: "Listino da ridurre, non da cancellare".
24/10/2017Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori, ha iniziato oggi l’esame della proposta di legge n. 372 che introduce importanti novità nel sistema elettorale del Lazio. Tra queste: l’abolizione del listino; la rappresentanza garantita a tutte le province; la pari opportunità tra donne e uomini, attraverso la doppia preferenza di genere e le quote nelle liste circoscrizionali; il divieto del terzo mandato consecutivo; le elezioni entro tre mesi in caso di scioglimento anticipato del Consiglio. Queste e altre novità potranno però subire modifiche durante l’esame in Aula dei 53 emendamenti e degli 808 subemendamenti presentati.
Dopo la sospensione di ieri, richiesta dalle opposizioni per l’assenza del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, oggi ha preso il via la tre giorni dedicata alla riforma elettorale. La seduta è stata dedicata alla presentazione del testo e alla relativa discussione in Aula, con intervento dello stesso Zingaretti. Ma i lavori sono stati interrotti dopo pranzo di nuovo per l’assenza del presidente della Regione e aggiornati a domani alle ore 11, per completare la discussione generale.
In apertura di seduta è stato presentato il testo, come da regolamento, da un relatore di minoranza e uno di maggioranza: rispettivamente, Mario Abbruzzese (Pdl-FI), presidente della commissione speciale per le riforme istituzionali, e Fabio Bellini (Pd), presidente della prima commissione, Affari costituzionali e statutari.
“E’ difficile oggi relazionare su questa proposta di legge rispetto a quanto è accaduto nei giorni scorsi – ha esordito Abbruzzese – ma è giusto e corretto mantenere gli impegni presi, soprattutto per rispetto verso i firmatari e verso il lavoro svolto nella commissione speciale”. Lavoro che aveva prodotto la redazione di una proposta di legge (testo “Abbruzzese”) sottoscritta da quasi tutti i presidenti dei gruppi consiliari e trasmessa alla prima commissione per l’approvazione, che però non è mai avvenuta. “Per nove volte la prima commissione si è riunita senza arrivare ad alcuna conclusione o parere – ha criticato Abbruzzese – paralizzata da un cortocircuito creato dal Pd e da Zingaretti, che prima hanno sottoscritto il testo e poi non hanno avuto il coraggio di sostenerlo nel percorso di approvazione, nonostante l’abolizione del listino fosse stato annunciato anche in campagna elettorale. Un vero e proprio trattato di incoerenza e di ipocrisia”.
Bellini ha invece rivendicato il lavoro svolto in prima commissione, perché “anche grazie alle audizioni e al contributo dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale, è servito a mettere a fuoco tutta una serie di questioni e di elementi che hanno prodotto documentazione utile a tutti i consiglieri”. Inoltre, Bellini ha invitato i colleghi ad affrontare il lavoro dei prossimi giorni con molta attenzione, perché “dobbiamo essere consapevoli – ha detto – che legiferare su un tema così delicato può comportare rischi enormi se si sbagliano le cose che facciamo e siccome stiamo in prossimità delle elezioni, un errore non è facilmente recuperabile”.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, chiamato in causa dalle opposizioni nella seduta di ieri, è intervenuto oggi, soprattutto per chiarire la sua posizione sul listino, abolito nel testo “Abbruzzese” ma riproposto (con riduzione da 10 a 6 consiglieri) da alcuni emendamenti di maggioranza. “Io credo che la proposta non di cancellare, ma di ridurre il listino – ha spiegato Zingaretti – vada incontro alle richieste di trovare un punto di sintesi avanzata tra la necessità di garantire stabilità e coesione dentro un Consiglio regionale che rischia di uscire dalle prossime elezioni troppo frammentato e parcellizzato nella sua identità e, insieme a questo, di garantire comunque la rappresentanza e il diritto a correre anche di soggetti politici più piccoli, più deboli”. Tenere insieme stabilità e rappresentanza, secondo Zingaretti, per “continuare ad avere uno strumento che permetta di avere in Consiglio esperienze, soggettività politiche magari non forti, di rappresentanza elettorale, ma comunque utili a contribuire alla vita del Consiglio”.
Nel dibattito che ne è seguito sono emerse chiaramente le questioni che potrebbero caratterizzare tutto il percorso in Aula della proposta di legge n. 372. A partire dall’abolizione del listino e dalle polemiche suscitate dalla presentazione dell’emendamento di maggioranza che lo ripristina. I consiglieri di opposizione hanno ricordato ripetutamente che l’abolizione del listino faceva parte del programma elettorale di Zingaretti e che il capogruppo del Pd ha anche firmato la proposta “Abbruzzese” che conferma quella scelta. Antonello Aurigemma, capogruppo Pdl-FI e Pietro Sbardella, presidente del gruppo misto, hanno criticato il fatto che il dietrofront sia stato ufficializzato all’interno di una direzione regionale del partito democratico, al di fuori del Consiglio regionale. Anche Giuseppe Cangemi (Pdl-FI) ha attaccato il Pd per aver “utilizzato la prima commissione per risolvere i problemi di partito, delle correnti, costringendo la commissione a rincorrere ogni volta argomenti e questioni che noi pensavamo ormai superate”. Francesco Storace (Mns) ha posto all’attenzione dell’Aula anche un’altra questione: “Possiamo evitare che la prossima legislatura i condannati siedano in quest’aula? Lo possiamo scrivere? Io credo che sia fondamentale, proprio in questa Regione”.
Valentina Corrado ha spiegato perché il Movimento 5 stelle non ha sottoscritto la proposta attualmente in discussione: “Non l’abbiamo sottoscritta perché già dal tenore delle commissioni che si sono confrontate sul tema era emersa la poca chiarezza del Pd rispetto all’effettiva volontà di abolire il listino e anche su un altro tema importante, quello dell’esonero della raccolta delle firme per le liste che si presentano alle elezioni”. Secondo la consigliera pentastellata, infatti, è stata introdotta una norma che esonera dalla raccolta delle firme non più solo le liste legate ai gruppi consiliari attuali, ma anche a quelli futuri che si costituiranno prima dell’emanazione del decreto di indizione delle elezioni. “Questo consentirà alle forze politiche di dividersi in più gruppi consiliari per presentare liste civiche e civetta, meccanismo che mortifica la democrazia, perché viene usato per drenare voti su gruppi che non hanno alcuna effettiva rappresentatività al di fuori del Consiglio”, ha dichiarato Corrado..
Anche Massimiliano Valeriani, capogruppo del Pd, ha fatto chiarezza sulla questione dell’abolizione del listino. “Non c’è dubbio che abbiamo scontato una difficoltà, un tentennamento – ha spiegato – e si è molto discusso di quest’impasse del centrosinistra, del Partito democratico, ma la politica è fatta anche di mediazione. Oggi siamo qua alla luce del sole, non siamo scappati, per provare a fare un passo in avanti, non due indietro. Io non rinnego nulla. L’ho detto tante volte, lo dico oggi anche davanti al presidente Zingaretti: penso che quella su quel documento fosse una firma convinta, perché considero quello del listino un tema che progressivamente va superato”.
Gian Paolo Manzella (Pd) ha invece sottolineato l’importanza del listino quale strumento utile per allargare la rappresentanza. Dopo l’intervento di Daniele Fichera (Psi), che ha rivendicato il diritto alla rappresentanza di tutti gli schieramenti contro le eventuali clausole di sbarramento, i lavori sono stati sospesi per le proteste delle opposizioni dovute alla nuova assenza di Nicola Zingaretti.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio