Il Rendiconto generale della Regione Lazio è all'esame dell'Aula
Migliorano i conti della Regione, ma il debito complessivo sfiora i 28 miliardi di euro. Seduta aggiornata a lunedì 28 settembre.
23/09/2020Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la proposta di deliberazione consiliare n. 47, “Rendiconto generale del Consiglio regionale del Lazio per l’esercizio finanziario 2019” che si presenta anche quest’anno con un risparmio nelle spese di gestione: l’avanzo complessivo è di 15 milioni e 900 mila euro (nove milioni restituiti alla Giunta). L’Aula è passata poi all’esame del
“Rendiconto generale della Regione Lazio per l'esercizio finanziario 2019". Dopo l’approvazione dei primi tre articoli, nel pomeriggio è mancato il numero legale, così la seduta è stata sospesa e, a seguito della conferenza dei capigruppo, è stata aggiornata a
lunedì 28 settembre alle ore 10,30.
L’assessore alla Programmazione economica, bilancio e patrimonio, Alessandra Sartore, nel corso della sua relazione all’Aula ha spiegato che durante l’esercizio finanziario 2019 è proseguito il percorso iniziato nel 2013 di costante riduzione del disavanzo ed il sostanziale risanamento dei conti, sia per quanto riguarda il risultato di amministrazione, sia il disavanzo effettivo, consolidato. Quest’ultimo saldo aveva raggiunto il livello più alto nell’esercizio 2012, quando la Corte dei conti lo aveva certificato in 12,3 miliardi e, successivamente, rivisto in euro 13,4 miliardi. Secondo il quadro che emerge dal nuovo Rendiconto, migliora ancora il disavanzo consolidato, che include anche il debito pregresso dello stock di perenzione, che passa da 1,23 miliardi del 2018 a 1,05 miliardi nel 2019 con una riduzione di circa il 90% rispetto ai 9 miliardi.
“Tale disavanzo consolidato – ha spiegato Sartore - aveva raggiunto il livello più alto nell’esercizio 2012, quando la Corte dei conti lo aveva certificato in euro 12,3 miliardi e, successivamente, rivisto in euro 13,4 miliardi. La riduzione del disavanzo proveniente dal passato è stata realizzata con determinazione ma anche con gradualità, per consentire alla Regione di svolgere nel modo migliore le proprie attività di sostegno e di sviluppo sul territorio. Tutti gli sforzi organizzativi compiuti in questi anni per il miglioramento della gestione del bilancio hanno trovato il loro naturale sbocco nella nuova di Legge di contabilità regionale, che il Consiglio Regionale ha approvato prima della pausa estiva. La nuova legge di contabilità, attraverso la quale si è provveduto a riformare la materia contabile regionale dopo quasi vent’anni, segna indubbiamente una svolta, in particolare se si tengono in considerazione gli importanti cambiamenti avvenuti nell'ambito del quadro normativo nazionale in questo lasso di tempo, segnatamente con l’introduzione delle nuove regole dettate dal decreto legislativo n. 118/2011 e dai relativi principi applicativi, nell'alveo del più ampio processo di “armonizzazione dei bilanci” e di riforma della contabilità pubblica”.
Secondo il quadro che emerge dal Rendiconto 2019, migliora anche il risultato di amministrazione, che per la prima volta era stato positivo nel 2018, passando da più 730 milioni nel 2018 a più 898 milioni nel 2019. Il dato di partenza, nel 2013, era di meno 4,9 miliardi. Si conferma il trend della riduzione dei tempi di pagamento delle fatture che sono state pagate in media prima della scadenza delle stesse, -25,06 secondo l’indicatore di tempestività, che posiziona la Regione Lazio al vertice nazionale, se raffrontata con le altre realtà regionali. Prosegue per l’amministrazione anche l’attività di ristrutturazione del debito pregresso, che consente un risparmio, a regime, di oltre 210 milioni all’anno, attraverso la rinegoziazione dei mutui a tassi più vantaggiosi. Con le operazioni di estinzione anticipata perfezionate nel 2019, la riduzione del portafoglio dei derivati ha raggiunto il 97% e nel 2020, il 99,6%.
Il debito complessivoSartore si è soffermata sulla situazione del debito complessivo: “Abbiamo il debito di finanziamento, ossia il debito a lungo termine, mutui o prestiti ed emissioni obbligazionarie, per i quali si prevede il rimborso a scadenze predefinite di durata pluriennale. Abbiamo poi il debito inserito nello stock di perenzione, che si riferisce a partite risalenti nel tempo, antecedenti al 2011, che diventerà esigibile soltanto al momento della reiscrizione in bilancio. Abbiamo, infine, gli altri debiti, i cosiddetti residui passivi, che sono debiti a breve termine, di norma nei confronti di imprese, debiti commerciali, o Enti locali e altre istituzioni, debiti non commerciali, che debbono essere liquidati nel rispetto dei tempi di pagamento fissati dalle normative europee e nazionali”.
“Il debito regionale complessivo – ha proseguito Sartore - risultante dallo stato ratrimoniale della Regione del 2019 è pari ad euro 27,8 miliardi e si è ridotto di circa 8 miliardi di euro (-22,4%) rispetto al medesimo perimetro riferito all’esercizio 2012, che presentava un debito di euro 35,8 miliardi. Il debito complessivo in questi anni non solo si è ridotto sensibilmente ma ha anche subito un miglioramento in termini di composizione e qualità, passando da debiti commerciali scaduti, con impatto negativo sul tessuto imprenditoriale del territorio, a debiti finanziari a lungo termine sostenibili dalle casse regionali”.
Il risultato economico del consuntivo 2018 del servizio sanitario è migliorato, passando da meno 45,665 milioni del 2017 a più 6,384 mln nel 2018, conseguendo quindi per la prima volta, un saldo positivo di bilancio. La ritrovata stabilità nei conti della sanità, che ha consentito al Lazio di uscire dal commissariamento il 22 luglio, è espressa da due dati, l’equilibrio dei saldi contabili che confermano il trend positivo attestandosi a più 56 mln nel 2019
e la crescita del principale indicatore dell’offerta sanitaria, i Lea, che si sono attestati nel 2019 a 190 punti.
Per quanto riguarda la gestione dell’emergenza Covid-19 e i fondi Ue, nel Rendiconto si fa riferimento da una parte all’adozione di risposte a sostegno del sistema produttivo e ai lavoratori, dall’altra, alla ricerca di strumenti finanziari che potessero garantire, in un orizzonte di breve termine, investimenti anticiclici capaci di contribuire a una ripresa più rapida e sostenuta possibile. Va questa direzione, l’accordo sottoscritto il 2 luglio 2020 con la presidenza del Consiglio dei ministri per la “Riprogrammazione dei Programmi Operativi dei Fondi strutturali 2014-2020 ai sensi del decreto legge n. 34 del 2020”.
L’effetto congiunto delle modifiche regolamentari adottate dalla Commissione europea e delle norme contenute nel Dl Rilancio consentono alla Regione Lazio di destinare alle finalità dell’accordo 646,2 milioni di euro, di cui: 290,5 milioni di euro per quanto riguarda l’FSE e 355,7 milioni di euro per quanto riguarda il Fesr.
Sui due punti su cui la Corte dei conti aveva sollevato dei rilievi in sede di parifica, il fondo contenzioso e l’esclusione del capitolo relativo all'integrazione del trattamento di fine servizio, l’assessore Sartore ha spiegato che, sul Tfs, la Regione resta in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale sulle norme dell’Emilia-Romagna, analoghe a quelle del Lazio, e per quanto riguarda invece gli accantonamenti, è stato presentato un emendamento all'Assestamento di bilancio con le coperture necessarie. Sempre sul contenzioso, è stato sottolineato l'importante lavoro di ricognizione e quantificazione delle cause a rischio, svolto quest'anno dall'avvocatura. Un lavoro che ha permesso maggiore puntualità nell'individuazione delle somme necessarie rispetto al passato.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio