Parità di genere, in Commissione l'ultima audizione. Mattia: "interventi di grandissima qualità, preziosi suggerimenti da inserire"
La proposta di legge vede tutta la commissione concorde sulle norme per la promozione della parità retributiva tra i sessi.
09/06/2020 - La Commissione Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio, presieduta da Eleonora Mattia (Pd), ha tenuto oggi l’ultima audizione sulla Proposta di legge regionale n. 182
“Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell'occupazione e dell'imprenditoria femminile di qualità, nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne”, di iniziativa di Eleonora Mattia e sottoscritta da numerosi altri consiglieri.
Numerosi gli invitati presenti online, dall’Università Roma Tre agli ordini professionali degli Avvocati di Roma e gli Psicologi del Lazio, dall’Associazione donne giuriste Italia, al Coordinamento Care, la Fondazione Nilde Iotti, il Gio – Gender Interuniversity Observatory, D.i.Re - Donne, Stati generali delle donne, Cgil.
“Abbiamo fatto tante audizioni, questo è l’ultimo giro prima di passare agli emendamenti e subemendamenti su questa pl di cui sono prima firmataria ma voluta con forza da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale”, ha spiegato
Mattia. “Con l’emergenza Covid si è deciso di aprire in commissione un tavolo permanente su scuola, lavoro, donne e abbiamo ritenuto opportuno portare avanti sia questa proposta di legge sia quella di riforma sul sistema integrato 06 perché crediamo che in un momento di difficoltà sia necessario dare dei segnali positivi. Anche gli ultimi dati della cassa integrazione in deroga ci dicono che sono più donne che uomini a richiederla: su un totale di 191mila 223 lavoratori, 92.027 sono uomini e 99.196 donne. Anche sulle misure di “Nessuno escluso”, nel complesso le donne hanno presentato 14mila143 domande in più degli uomini con una percentuale del 58,74%”. Per la presidente si è trattato di “interventi di grandissima qualità, preziosi suggerimenti da inserire nella pl”.
Per la capogruppo del M5s
Roberta Lombardi, gli interventi sono stati un “prezioso contributo a un testo di legge che vede tutta la commissione concorde sia nel porre all’attenzione del Consiglio regionale questo argomento sia nel portarlo a compimento e approvazione il prima possibile. Soprattutto perché l’esperienza di questi mesi di Covid e fase post Covid sta riponendo con molta forza il tema delle pari opportunità in ambito lavorativo. Nota positiva - ha aggiunto - che ha visto il Consiglio regionale del Lazio proprio qualche giorno fa impegnato ad approvare insieme una mozione legata al piano infanzia e sostegno alle famiglie, frutto del tavolo di lavoro permanente aperto in questa commissione siamo riusciti anche a mettere un impegno, presentato da me e che la maggioranza ha accolto e votato con estremo piacere, che il Consiglio ha posto al presidente Zingaretti anche in qualità di leader politico delle forze di maggioranza al governo, di portare questo tema anche a livello nazionale. Ne abbiamo sentito parlare molto in questi mesi, adesso è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Nell’impegno ho tenuto particolarmente ad inserire anche il tema di una premialità ulteriore, sia a livello regionale che nazionale, per quelle famiglie che dovessero decidere di vedere lasciare a casa dedicata alla cura della famiglia e dei figli la componente maschile”.
Anche
Marta Bonafoni (Lista civica Zingaretti) ha sottolineato “la ricchezza di questa audizione che ho trovato particolarmente efficace e tre concetti che danno il senso della sfida che a partire da questa legge che, una volta di più dopo Covid-19 è diventato urgente approvare, con la mole di disuguaglianza che rischia di riversarsi ancora una volta in particolar modo sulle donne, sono le tre grandi questioni che ci hanno posto: da una parte c’è questo sforzo di coordinamento delle politiche che ci chiede di fare Livia Turco per la Fondazione Nilde Iotti, l’altro criterio che ci sfida è l’intersezionalità, di fatto il modo in cui noi viviamo, ma che ancora una volta è difficile tradurre in norma di legge, infine la flessibilità, è evidente che qui abbiamo una grande partita ma dobbiamo stare attenti a non mortificare i dettagli. La Regione Lazio può diventare ancora una volta apripista, sarebbe un buon segnale”.
GLI INTERVENTI
Per
Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti che promuove lo studio sulla figura e l'operato della prima donna presidente della Camera della quale quest’anno ricorre il centenario della nascita, ma anche la rappresentanza di genere e i diritti delle donne con l’obiettivo strategico di contribuire a far diventare le donne classe dirigente, “il merito della proposta è quello di andare ad aggredire quelli che sono gli aspetti concreti della disparità nel mondo del lavoro. Molto convincente l’utilizzo della premialità, degli incentivi, della verifica, del monitoraggio e l’attenzione alla formazione. Una legge che può veramente essere di riferimento ad altre realtà”, ha detto suggerendo di coordinare fra loro gli interventi sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro previsti dall’articolo 18, con “al centro le diverse stagioni della vita, magari introducendo “uno strumento che faccia da programmazione, come avere in Regione un ufficio Tempi e Piano regolatore dei Tempi che sta funzionando bene in alcune regioni e realtà, poche ma ci sono, ovviamente calato in un contesto del tempo profondamente cambiato, che abbia come obiettivo una visione di insieme e programmata del tema altrimenti si rischia di avere degli interventi spot. Bisogna guardare ai cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro prima ancora di questa tragedia (del coronavirus), un tempo di lavoro molto dilatato che non vada a discapito degli altri tempi di vita”. Altro aspetto è quello del rapporto spazio-tempo, “tanto più rilevante in questa fase”, ha concluso Turco.
“La norma ci vede assolutamente favorevoli – ha detto
Federico Conte, presidente Psicologi Lazio - Da anni siamo impegnati su questo fronte, la nostra categoria è prevalentemente giovane e al femminile, e in Italia purtroppo il mix giovane e donna è abbastanza letale per quanto riguarda la retribuzione. E’ un ottima legge assolutamente necessaria”, chiedendo di valorizzare anche le aziende che hanno rapporti con libere professioniste e quelle che concedono congedi parentali ai padri oltre i canonici 7 giorni di legge, nonché di valorizzare la formazione femminile in ambito finanziario.
“Plauso” anche da
Irma Conti, presidente dell’associazione giuriste italiane. “I passi concreti e incisivi che si stanno facendo li riteniamo molto importanti, in un momento in cui rischiamo l’arretramento”, sottolineando tre aspetti particolarmente positivi della proposta: la raccolta di dati, “importante per un approccio scientifico”, rendere autonome economicamente le donne e il reinserimento nel mondo del lavoro.
“Interessantissimo” l’articolo 6 per la giuslavorista
Luciana Delpi, che prevede fra l’altro la revoca dei benefici per le imprese condannate per licenziamenti illegittimi in violazione della normativa che tutela la maternità e paternità, ai quali propone di aggiungere “anche i datori di lavori che hanno avuto sentenze che si sono risolte con condanne per molestie sessuali sul posto di lavoro”.
Altro punto saliente della pl, condiviso da tutti gli interventi, è quello della formazione. Per la giuslavorista, “quello che abbiamo sempre riscontrato è la mancanza di formazione nel management, e per quanto riguarda le donne, il gap tecnologico. Riguardo alla parità di genere, molte aziende non hanno ancora capito che è un problema non solo di uguaglianza ma economico: più donne lavorano, più si guadagna, più l’economia ha un vantaggio”.
Per gli Stati generali delle donne, coordinamento permanente di donne che dà voce alle donne presso le istituzioni nato tre anni fa, sono intervenute
Mirella Ferlazzo e la coordinatrice
Isa Maggi. “Abbiamo molte aspettative su questa pl e speriamo che la Regione Lazio faccia da apripista come è avvenuto con altre tematiche. Non è una mera enunciazione di principi ma prevede strumenti molto concreti per ampliare gli spazi di occupazione delle donne come un apposito fondo regionale destinato ad alcune categorie”, ha detto Ferlazzo avanzando proposte sul tema dell’imprenditorialità femminile, prevedendo percorsi formativi mirati ad accrescere la cultura imprenditoriale con particolare riguardo ai processi di internazionalizzazione, nonché protocolli di impresa con le università, ma anche “misure a favore anche delle donne che escono dall’esperienza carceraria, donne altrettanto fragili”. Inoltre, l’accesso al credito è per Maggi “ancora l’anello debole del processo in atto, bisogna incidere molto sulla comunicazione e sulle banche”.
Quanto alla conciliazione tempi di vita e lavoro, Ferlazzo e Maggi propongono di “sostituire la parola conciliazione con condivisione”, che indica un “cambio di paradigma”, “non solo lessicale, ma un’ottica diversa che va nella direzione di un’equa ripartizione di compiti fra i due generi”. Proposta condivisa dagli altri intervenuti.
Per
Laura Moschini rappresentante del Gio – Gender Interuniversity Observatory istituito tra le università statali di Roma Sapienza, Roma Tre, Tor Vergata e Foro Italico, che si occupa specificatamente di tematiche relative al genere, la formazione dovrebbe essere anche politica oltre che economica, “per il progresso di tutta la società”, apprezzando al contempo “l’attenzione al lavoro subordinato a tempo indeterminato che favorisce la natalità, dà sicurezza e accresce l’autostima”, proponendo premialità anche per chi realizza formazione qualificata.
Secondo
Alessia Garonfalo, vice presidente Risorse donna che rappresenta la Rete D.i.Re alla quale aderiscono 80 centri antiviolenza non istituzionali e gestiti da associazioni di donne in tutta Italia, “è necessaria un’attività di coordinamento territoriale: per le donne vittime di violenze, per poter essere reinserite nei percorsi sociolavorativi si può far affidamento ai centri di antiviolenza riconoscendo un sostegno per questo tipo di attività”.
“Ho apprezzato molto il collegamento con i tribunali e le corti d’appello per avere dati reali, conoscere i numeri è utile per predisporre gli interventi più opportuni”, ha detto
Antonino Galletti, presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma. “Le previsioni sono già tutte nella legge e questo è ottimo, anche dal punto di vista della tecnica legislativa mi sembra molto ben fatta. E’ stato fatto un intervento importante consentendo il finanziamento delle spese legali per le donne vittime di violenza ulteriore rispetto alle previsioni legislative già vigenti. I fondi saranno gestiti dagli Ordini, anche questo è un segnale di attenzione concreta”, ha concluso ringraziando i proponenti.
“Come donne della Cgil di Roma e del Lazio – ha detto
Diana Agostinello - apprezziamo l’impianto della legge”, proponendo premialità anche per le aziende - e genitori - che incentivano i padri a richiedere il congedo parentale, nonché un sistema che incentivi le aziende a realizzare programmi di formazione alle donne che rientrano dalla maternità. Cgil, Cisl e Uil manderanno le loro osservazioni in maniera unitaria, ha informato.
Roberta Paoletti dell’Università Roma Tre ha proposto “di superare la dicitura presente anche nei trattati fondativi dell’Unione Europea, cioè la differenza fra uomo e donna ma parlare di differenza di genere che apre a molteplici differenze". Paoletti ha inoltre proposto di aggiungere alla parola congedo quella parentale che “includerebbe anche le famiglie omogenitoriali quando si tratta di due donne”, nonché di prevedere la formazione anche per il personale della Regione Lazio, “affinché le questioni di genere non vengano messe in discussione a ogni cambio di governo”.
Monya Ferritti del Coordinamento Care, ente del Terzo Settore che supporta e promuove l’associazionismo familiare adottivo o affidatario, nonché ricercatrice Inap sul mercato del lavoro in chiave di genere, ha sottolineato la necessità di una flessibilità per le politiche di conciliazione: “le famiglie adottive accolgono bambini che hanno bisogno di cure parentali molto complesse, l’età di ingresso per l’adozione internazionale di un bambino è 6 anni, questo significa che molto spesso arrivano anche molto più grandi, e hanno bisogno di una cura differente”. Quindi l’età limite per congedi e bonus babysitting dovrebbe essere innalzata.
“La commissione ha tanti obiettivi e ce ne poniamo davanti tanti altri – ha concluso Mattia -ma senza questa unione politica, di visione, pur nelle differenze non riusciremmo a portare avanti tutti questi successi. Sono molto orgogliosa, quando si parla di donne si parla anche di competizione, del fatto che non fanno squadra, e invece in questa commissione sta vincendo la squadra, dietro questa proposta di legge c’è questo metodo di lavoro ma anche molto ascolto, come dietro le altre proposte di legge che sono diventate legge”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio