Uguaglianza nella diversità. Gruppo lavoro tra donne italiane e straniere per redigere un documento-manifesto

Donatina Persichetti: “La Consulta deve creare una rete di energie vitali per contribuire a costruire il futuro del paese e delle nuove generazioni”

Si è svolto venerdì 12 dicembre scorso, presso l’Acquario romano, il Seminario: “La Cultura dell’uguaglianza nella diversità” promosso dalla Consulta femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio.

Presenti: Luisa Laurelli, presidente commissione integrazione sociale del Consiglio regionale del Lazio; il vice Questore vicario di Latina Emanuele Maugeri;Giuseppina Carreca coordinatrice ambulatorio immigrati ASL di Latina; Emilio Pucci CSI Provincia di Roma; le rappresentanze delle Associazioni per l’immigrazione.

La presidente della Consulta, Donatina Persichetti, ha aperto i lavori affermando che: “Nella società in cui viviamo c’è la necessità di superare la criticità culturale del momento caratterizzata da forti personalismi e del profitto fine solo a sé stesso, per fondere le diverse esperienze, culture ed intelligenze che convivono nelle nostre città, al servizio del bene comune per avviare una nuova fase di sviluppo”.

La presenza delle persone immigrate è indispensabile per la crescita di una società moderna e dinamica, lo dimostra la quantità di energie espresse nel lavoro dipendente e nell’imprenditoria  che hanno prodotto ricchezza nella regione e hanno dato nuovo impulso alla crescita demografica che vedeva il nostro territorio fermo, senza futuro.

Queste risorse umane devono godere degli stessi diritti imprescindibili dettati dalla Costituzione del nostro paese e dalla cultura democratica sulla quale basa la propria essenza. Vanno quindi combattuti i raccapriccianti episodi di razzismo che, oltre a far del male alla persona colpisce l’intera comunità limitando la libertà e la democrazia; va denunciato il lavoro sommerso e qualsiasi altra azione discriminatoria.

Il dialogo e la condivisione dei problemi e delle responsabilità tra donne straniere ed italiane, sono gli strumenti utili a superare quelle barriere che fanno del diverso, dello sconosciuto, il responsabile dell’instabilità sociale ed economica del paese, a volte alimentato strumentalmente anche da chi è chiamato alla maggiore rappresentatività.

“Con questa iniziativa la Consulta non vuole ripetere un rituale – precisa la presidente Persichetti - ma intende dare nuovo impulso alla reciproca conoscenza, condividere i problemi e cercare, insieme, le strategie utili al superamento degli ostacoli che negano i diritti di cittadinanza. Le donne, con la loro sensibilità, esperienza e capacità di risolvere i problemi possono porsi alla guida delle trasformazioni sociali facendo avanzare la cultura del paese”.

Le criticità emerse dal dibattito sono: il diritto alla salute per tutti come diritto individuale, ma anche di prevenzione, della collettività dai rischi di contagio; la qualità del lavoro; la lotta al sommerso; l’abolizione della burocrazia per i permessi di soggiorno e per l’acquisizione della cittadinanza, soprattutto per i nati in Italia e i ricongiungimenti familiari.

I lavori si sono chiusi con la convinzione che ciò che è stato maturato durante l’incontro non può essere disperso, la Consulta deve creare una rete di energie vitali per contribuire a costruire il futuro del paese e delle nuove generazioni.

Pertanto si costituirà un gruppo di lavoro tra donne italiane e straniere per redigere un documento-manifesto che sarà rivolto a tutte le istituzioni, ciascuno per la propria competenza e alla cittadinanza per far rilevare la persona straniera come risorsa per tutti. La Consulta inoltre si  impegna  a verificare l’efficacia delle iniziative e i raggiungimenti degli obiettivi tra un anno.