home / archivio notizie / dettaglio notizia

Il presidente del Consiglio Leodori: "Politica low cost che cammini con i cittadini"

Le prime parole dopo l'elezione: "Non sarò arroccato nel Palazzo, sono convinto che dobbiamo essere uniti nel rispetto delle diversità politiche e culturali nell'obiettivo di far voltare pagina all'Istituzione regionale".
25/03/2013
"Ringrazio le cittadine e i cittadini del Lazio che, con il loro voto e con una partecipazione molto più ampia rispetto a quella delle passate elezioni regionali, hanno voluto che questo Consiglio fosse così composto". Queste le prime parole espresse Daniele Leodori subito dopo la sua elezione a presidente del Consiglio regionale del Lazio.

"Ringrazio i colleghi consiglieri che hanno partecipato alla votazione e che, in numero superiore a quello della maggioranza, mi hanno votato. Ringrazio anche quelli che non mi hanno votato, perché - sarà banale - sarò nel metodo e nel merito il Presidente di tutti. Ringrazio il Presidente Zingaretti per la vicinanza in questi primi passi di governo di questa nuova Regione.
Non sarò un Presidente arroccato nel Palazzo. Cercherò di non essere un Presidente alla ricerca dei riflettori. Sarò un Presidente concreto, almeno questo è il mio intendimento, un Presidente che farà del dialogo e del confronto un punto cardine, perché oggi più che mai sono convinto che dobbiamo essere uniti nel rispetto delle diversità politiche e culturali nell'obiettivo di far voltare pagina all'Istituzione regionale e alla politica.
Sarò, dunque, un Presidente normale. Credo sia normale raggiungere il luogo di lavoro con i propri mezzi (come ha già stabilito la Giunta nella sua prima seduta di insediamento), credo sia normale non avere benefit pubblici, credo sia normale ricevere le istanze dei cittadini, come penso sia normale svolgere il proprio mandato portando lo zaino dei propri valori; ma da cattolico dico che sarò il più laico dei Presidenti, perché l'Istituzione è al servizio di tutta la comunità. Una laicità spirituale, come ha insegnato monsignor Giovanni Nervo, storico fondatore della Caritas, un uomo straordinario che ci ha lasciato soltanto pochi giorni fa e che ha dedicato la propria vita non soltanto agli ultimi, ma che si è battuto ogni giorno per un principio che, nel pieno di una crisi drammatica, ha un valore esiziale, come la giustizia sociale.

Da oggi, con l'umiltà e la profonda consapevolezza delle difficoltà che abbiamo davanti, parte un nuovo cammino per una nuova politica e deve essere magra se vuole essere dinamica, se vuole rispondere ai nuovi problemi delle nostre comunità e se vuole andare lontano. Una politica low cost, dunque, che esce dai Palazzi e cammina con le donne, i giovani e i cittadini di una regione che può rappresentare un nuovo modello di sviluppo.
Nell'esperienza di governo e di amministrazione maturata ho cercato di non perdere mai il rapporto con la gente, ho cercato di non isolarmi dalla realtà e dai problemi delle persone e delle comunità. Sarà così anche in questa nuova veste. Continuerò ad essere aperto e presente sul territorio per ascoltare dal vivo le problematiche connesse ai molti problemi che oggi si presentano, problemi che sono alla base della richiesta di rinnovamento che c'è nel Paese.
Questo Consiglio regionale, per la sua composizione, è già una prima risposta alla volontà di cambiamento. La Giunta formata dal Presidente è un'altra risposta per cercare di restituire speranza e fiducia nel sistema da parte dei cittadini. In molte altre realtà europee, lo Stato e le sue articolazioni rappresentano una sicurezza per il cittadino che sa di poter contare sulle competenze e le garanzie sociali delle Istituzioni. A questo dobbiamo tornare o questo dobbiamo raggiungere: la fiducia di chi siamo chiamati a governare, tornare ad essere un punto di riferimento per lo sviluppo, di sicurezza per la quotidianità e di approdo per chi rimane indietro; tornare o diventare un'Istituzione autorevole, ma vicina al cittadino.
Tutti noi siamo il portato di un atto di fiducia che le persone fanno verso di noi e dobbiamo e possiamo rimanere ciò che eravamo prima di entrare qui: semplici cittadini. È normale e giusto che ci siano attenzioni particolari sulla vita della politica e sul comportamento all'interno delle Istituzioni, perché le nostre decisioni pesano sull'intera comunità. Dobbiamo essere consapevoli di questo e non meravigliarci per le richieste di dover essere ancora più trasparenti e sinceri di altri. Essere qui è un onore, ma nel contempo una grandissima responsabilità.
Molto sta cambiando nella forma della democrazia. Oggi i cittadini, attraverso i nuovi strumenti di comunicazione, possono avvicinarsi più di prima alle Istituzioni, anche se, paradossalmente, ciò avviene in un momento storico di grande distanza tra rappresentanti e rappresentati.
È già attivo un sistema di comunicazione on line per gli atti amministrativi, ma dobbiamo andare oltre e non far vedere solo quel che si è deciso, ma anche come queste decisioni sono prese ipotizzando che anche le sedute dei nostri lavori vengano riprese e trasmesse in streaming.
Sempre nel solco della trasparenza, che non è solo una parola, ma anche un valore, auspico che negli organi di controllo ed istituzionali spettanti all'opposizione siano rappresentate tutte le forze, anche quelle più critiche rispetto alle modalità di gestione della cosa pubblica perché non abbiamo nulla da temere e nulla da nascondere.
Le coalizioni di composizione che eventualmente non saranno rappresentate nell'Ufficio di Presidenza che mi appresto a presiedere saranno invitate permanenti dei lavori di questo organismo.
È con questa manifestazione di comportamenti che assumo sin da oggi che do il benvenuto ai consiglieri e a tutte le forze politiche nuove che fanno parte di questo Consiglio regionale. A loro chiedo di impegnarsi e tutti noi dovremo impegnarci al massimo per raggiungere i risultati sperati anche nel tentativo di guardare con favore alla richiesta di trasparenza che ci viene dal Paese.
Veniamo brevemente ai compiti del Consiglio regionale. L'articolo 21 recita: «Il Consiglio regionale esercita la funzione legislativa attribuita dalla Costituzione alla Regione». La funzione legislativa va recuperata nella pienezza del termine anche alla luce della normativa europea e deve essere prioritaria rispetto ad altro per scrivere leggi nuove in aderenza alle mutate esigenze dei cittadini e ai contesti temporali, aggiornare per innovare le leggi più datate, leggi chiare, comunicate con la maggiore evidenza possibile e che raggiungano tutti i destinatari interessati nel più breve tempo possibile; leggi che permettano ai cittadini e alle imprese di avere certezza delle regole e che favoriscano nuove opportunità di crescita economica e di sviluppo sociale.
La Regione Lazio dovrà legiferare - almeno questo è l'auspicio - con efficacia e in maniera efficiente nell'ottica di recuperare il rapporto con i territori e gli Enti locali in una Regione loro amica e non controparte. Abbiamo inoltre la necessità di aggiornare alle nuove normative lo Statuto regionale e abbiamo la necessità, non più rimandabile, di rivedere la legge elettorale attuale individuando il miglior meccanismo possibile che garantisca il premio di maggioranza e al tempo stesso un'equa rappresentanza di genere.
L'articolo 21 recita ancora: «Il Consiglio concorre alla determinazione dell'indirizzo politico regionale ed esplica le funzioni di controllo sull'attività dell'Esecutivo». Il Paese è in recessione economica. C'è purtroppo anche una regressione culturale che lo accompagna. Infatti, i temi della politica sono tutti incentrati sull'economia; tutti argomenti giusti, senza dubbio, perché in un momento di crisi drammatica è chiaro che la priorità deve essere quella. Sono però colpevolmente assenti i valori non economici. Anche questi arricchiscono la società facendone non solo un incontro di interessi, ma anche una comunità di persone nella solidarietà e nella fratellanza.
Sul rispetto delle minoranze, sulle regole per le adozioni, per le unioni civili e altro ancora si può essere d'accordo o meno, ma devono tornare ad essere oggetto di confronto. Sono invece assenti da quelle che una volta si chiamano discussioni ed oggi va di moda chiamare 'agende'.
Dobbiamo recuperare una politica di valori che parli alle famiglie e alle persone, che si ponga il problema dello sviluppo e dell'espansione, non solo quell'ossessivo dei tagli; una politica fatta non solo di controlli necessari ed indispensabili, ma per i quali abbiamo anche altre Istituzioni delle quali ci possiamo e dobbiamo fidare.
Rispetto alle funzioni di controllo sull'Esecutivo di cui parla lo Statuto queste saranno esercitate nel rispetto delle competenze tecniche che certo non mancano nei curricula delle persone in Giunta proposte dal Presidente e che devono esprimersi nel solco delle linee-guida designate dal Consiglio stesso.
Per concludere, all'articolo 21 lo Statuto recita quanto segue: «Il Presidente del Consiglio regionale rappresenta il Consiglio ed è il Garante della sua autonomia e dei diritti dei consiglieri». Mi conformerò totalmente a questa disposizione, per convinzione e non per obbedienza.
Cercherò di stimolare una vera ed intensa vita politica, con contributi da parte di tutti, maggioranza ed opposizioni.

Farò della trasparenza un elemento irrinunciabile per noi e per i cittadini. Garantirò e tutelerò le prerogative e l'esercizio dei diritti dei consiglieri non soltanto perché è codificato nello Statuto ma perché credo con forza che solo così, mettendo al centro di questa Assemblea il rispetto tra di noi e quindi per i cittadini, potremo vincere la grande sfida che ci attende".
Concludendo, Leodori ha affermato: "Abbiamo bisogno di coraggio, di umiltà e di uno spirito di servizio che oserei dire costituente per poter riannodare i fili tra la politica e il cittadino. Iniziamo oggi, ciascuno con le proprie idee, ciascuno nei rispettivi ruoli, a fare il primo passo". A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa