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La Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali vota un Odg sulle riforme costituzionali

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08/10/2013
La Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome, riunita ad Assisi in occasione delle celebrazioni francescane, ha approvato un Ordine del giorno con cui interviene nel dibattito nazionale sulle proposte di modifica della Costituzione e sulla riforma dell'ordinamento della Repubblica.

"Con questo documento chiediamo al Governo nazionale un maggiore coinvolgimento sulle scelte future che riguarderanno il processo di trasformazione dell'ordinamento della Repubblica in senso più orientato all'autonomia degli enti territoriali", ha dichiarato la consigliera Teresa Petrangolini, che ha partecipato su delega del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori.
"Solo su un punto resto un po' perplessa - ha aggiunto la consigliera dell'Ufficio di presidenza - e riguarda la composizione del futuro Senato della Repubblica: innanzitutto ritengo che una parte dei membri deve essere ancora eletta direttamente dai cittadini; in secondo luogo, temo che la presenza come membri di diritto dei presidenti delle Regioni e dei Consigli regionali possa creare qualche problema di funzionamento, considerato che svolgono già un ruolo che richiede un grosso impegno".

In sintesi, queste le proposte della Conferenza:

- trasformare il Senato della Repubblica in una Camera che sia realmente rappresentativa delle Regioni e delle Autonomie, differenziando così il ruolo tra i due rami del Parlamento. Un Senato formato mediante l'elezione di secondo livello dei componenti, in parte scelti tra i membri dei Consigli regionali, in parte tra quelli dei Consigli delle Autonomie locali. Inoltre, ne sarebbero membri di diritto i presidenti di Giunta e di Consiglio regionale. In ogni caso il numero dei senatori, stabilito regione per regione, deve essere inferiore a 200;
- procedere all'emanazione di un provvedimento "ponte" per la semplificazione dei livelli istituzionali (Province) e la migliore allocazione delle funzioni amministrative, anche a seguito dell'impasse venutasi a creare con la sentenza della Corte Costituzionale 220/2013. In tal senso, occorre riconoscere alla legge regionale una adeguata partecipazione alla regolazione delle funzioni del sistema locale, anche in materia di unione di Comuni;
- rivedere l'attuale proposta di assetto delle Città metropolitane d'intesa con le Regioni;
- accompagnare le riforme con una seria e improcrastinabile semplificazione istituzionale e amministrativa, con una drastica riduzione dei costi ed un collegamento virtuoso tra le funzione legislativa dello Stato e quella delle Regioni. Occorre a tal proposito proseguire ad una completa attuazione del processo di federalismo fiscale;
- ridefinire le competenze legislative dello Stato e delle Regioni previste dall'articolo 117 della Costituzione, con particolare attenzione all'esigenza di cooperazione normativa ed amministrativa tra le Regioni;
- sviluppare e potenziare gli strumenti di coordinamento tra le Assemblee legislative, anzitutto di natura procedimentale, che traducano le trasformazioni dell'ente regionale sia in termini di regole sulla organizzazione che sulla distribuzione dei compiti e delle funzioni;
- nell'ambito dei rapporti con l'Unione europea, rispettare i livelli di autonomia oggi costituzionalmente riconosciuti e rafforzare ulteriormente il coinvolgimento delle Regioni nel processo decisionale. Pur nel rispetto del principio della non interferenza negli assetti costituzionali e ordinamentali dei paesi membri, infatti, i Trattati europei hanno riconosciuto i territori non più solo come terminali delle politiche, ma come protagonisti della loro realizzazione.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

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