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Terme ex Inps di Viterbo: il Consiglio approva la legge di rilancio

Il complesso termale oggi in stato di abbandono sarà affidato a un soggetto privato attraverso una procedura ad evidenza pubblica. Iniziato l'esame della proposta di legge sul sistema di protezione civile. Seduta aggiornata a mercoledì 5 alle ore 11.
29/01/2014
Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori (Pd), ha approvato, all'unanimità, la proposta di legge regionale n. 84 del 15 ottobre 2013, d'iniziativa della Giunta regionale, concernente il "Rilancio delle terme dei lavoratori ex Inps di Viterbo". Con questo provvedimento il complesso termale, per metà di proprietà regionale e per metà del Comune di Viterbo, sarà affidato a un soggetto privato da selezionare con procedura ad evidenza pubblica, "in grado di offrire tutte le garanzie necessarie a realizzare un complesso funzionale ed efficiente, capace di far nascere un polo strategico territoriale dal punto di vista economico, turistico e occupazionale nel territorio", come ha spiegato nel corso della relazione introduttiva al provvedimento l'assessore allo Sviluppo economico e alle attività produttive, Guido Fabiani, intervenuto nell'Aula consiliare anche anome dell'assessore al Bilancio, patrimonio e demanio, Alessandra Sartore.

La legge approvata oggi dà attuazione a una legge nazionale di riordino del sistema termale risalente al 2000 che ha disposto il trasferimento degli stabilimenti termali di proprietà Inps alle Regioni, alle province autonome e ai comuni, in base a specifici piani di rilancio approvati dalle singole amministrazioni. La struttura di Viterbo "è stata inaugurata nel 1956", ha ricordato all'Aula Enrico Panunzi (Pd). "Dal 1956 ha operato fino al 1992 - ha proseguito Panunzi - Aveva 185 posti letto e dava lavoro a 105 persone a tempo indeterminato, più circa 80-90 stagionali. Dal 1992, questa struttura è in uno stato di completo degrado.". La proprietà dello stabilimento termale è passata inizialmente dall'Inps alla Regione Lazio che con la legge d'assestamento di Bilancio del 2008 ha previsto la costituzione di una società a capitale interamente pubblico, capitalizzata in parti uguali dalla Regione Lazio e dal Comune di Viterbo, per la promozione e realizzazione degli stralci funzionali del piano di rilancio delle terme formulato nel 2001. La società mista però non è mai decollata. Di qui, dopo oltre dodici anni, la nuova soluzione proposta dalla Giunta Zingaretti, "atteso che la recente normativa statale in materia di razionalizzazione e riduzione dei costi delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni dimostra una preferenza verso l'iniziativa privata", come ha spiegato all'Aula l'assessore Fabiani.

Il provvedimento ha ottenuto il più ampio consenso possibile, anche se, nel corso del dibattito, sono state evidenziate alcune criticità per le quali sono state avanzate alcune proposte emendative, volte soprattutto a scongiurare nuove situazioni di stallo, definendo in modo più stringente tempi e modalità dell'aggiornamento del piano di rilancio del complesso termale e dell'emanazione del bando da parte del Comune di Viterbo. Su quest'ultimo aspetto ha espresso qualche perplessità il consigliere Daniele Sabatini (Ncd) il quale al Comune di Viterbo avrebbe preferito l'ente regione nel ruolo di appaltante. "Non vorremmo che dopo tredici anni di silenzio - ha detto Sabatini - o dopo pochi anni di rinnovato impegno, questo progetto si possa arenare nelle tante difficoltà amministrative e burocratiche, nei tanti rivoli delle amministrazioni pubbliche.". Piena fiducia all'amministrazione comunale viterbese, invece, da Riccardo Valentini (Per il Lazio), secondo il quale il provvedimento "avrà una grande rilevanza nel territorio".

In fase di dichiarazione di voto, Giancarlo Righini (Fd'I) s'è rammaricato della mancata approvazione di alcuni suoi emendamenti ma ha annunciato il voto favorevole, "pur in assenza di norme che avrebbero potuto migliorare questa proposta di legge". E' invece passato all'unanimità il richiamo alla normativa antimafia proposto dalle consigliere del Movimento 5 Stelle Silvia Blasi e Silvana Denicolò. Il Movimento 5 stelle ha inoltre incassato dall'Aula l'approvazione di un proprio ordine del giorno che impegna il presidente della Regione e la Giunta a intraprendere tutte le iniziative necessarie a garantire, tra l'altro, "una gestione delle acque termali della città di Viterbo finalizzata a salvaguardare tutte le attuali fonti termali pubbliche, gratuite e/o a basso costo facilmente accessibili dalla cittadinanza" e "a tutelare le risorse idriche di eventuali nuove emungimenti termali nel territorio della città di Viterbo". L'ordine del giorno del Movimento 5 stelle impegna inoltre Governatore e Giunta del Lazio a impegnarsi affinché le "Terme dei lavoratori INPS" siano riqualificate "attraverso un uso multifunzionale che preveda anche la creazione di un centro congressi, di scuola di formazione per addetti al settore termale" e che la ristrutturazione del complesso immobiliare "avvenga attraverso soluzioni eco-compatibili e di basso impatto ambientale.".

Il Consiglio regionale è poi passato alla trattazione della proposta di legge regionale n. 42, concernente il "Sistema integrato regionale di Protezione Civile. Istituzione dell'Agenzia regionale di Protezione Civile.". A illustrare il provvedimento sono stati il relatore di maggioranza Massimiliano Valeriani (Pd) e quello di minoranza Adriano Palozzi (Pdl). I lavori d'Aula sono proseguiti con il dibattito generale. Al termine, il presidente Leodori ha aggiornato la seduta a mercoledì 5 febbraio alle ore 11 per l'esame dell'articolato. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa