Un convegno del Cal sul futuro delle autonomie locali della nostra regione
Il 3 ottobre, nella sala Mechelli del Consiglio regionale, "Nuova governance per le comunità locali del Lazio".
"Una proposta per una nuova governance per le comunità locali del Lazio": questo il titolo del convegno promosso il 3 ottobre dal Consiglio delle autonomie locali nella sede del Consiglio regionale del Lazio. Il presidente Donato Robilotta, nell'introdurre i lavori, in sala Mechelli, sottolinea come sia necessario "disboscare" il terreno degli enti presenti sul territorio laziale e che obiettivo del convegno è appunto aprire un confronto sul tema.
Per Nicola Riccardelli, vicepresidente del Cal, questo organo è appunto la sede più adatta per formulare una proposta sul tema oggetto del convegno; il disegno di legge governativo recante "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni", a suo avviso, "crea un vuoto tra regioni e comuni", poiché elimina gli enti intermedi.
Bruno Manzi, presidente di Legautonomie ed anch'egli vicepresidente del Cal, afferma che la relazione di accompagno al ddl governativo evidenzia la filosofia della riforma, che e' quella di semplificare al massimo il sistema di rappresentanza, concentrandola nei livelli apicali. E' una tendenza da contrastare, in quanto non coerente con la concezione di autonomia locale presente in Costituzione. Necessario, a suo avviso, che la complessità del sistema regionale trovi rispondenza nella legislazione statale.
A parere di Armando Cusani, presidente della provincia di Latina, la strada intrapresa è quella della cancellazione totale di tutti i livelli di rappresentanza locale compreso quello comunale; quindi esiste una "questione democratica" che richiede una grande mobilitazione. Far diventare le province enti di secondo grado è inutile, perché va ad ingrossare proprio la pletora di quegli enti da abolire. La riforma va contro la Carta europea delle autonomie e contro la tradizione identitaria che l'istituzione Provincia rappresenta. Occorre difendere il principio dell'elezione diretta degli enti intermedi.
Stelio Mangiameli, ordinario di diritto costituzionale, ritiene che la recente giurisprudenza conforti l'opera governativa di compressione delle autonomie locali; anche gli amministratori locali sono di fatto esclusi dai centri decisionali politici, salvo pochissime eccezioni. Questi ultimi rispondono invece sempre più ai potentati economici, in una linea di tendenza antiautonomistica che e' opposta ai principi fondamentali dell'Unione europea e alla pratica dei principali stati continentali; il risultato sotto gli occhi di tutti e' il distacco dei cittadini da una politica che azzera la partecipazione locale. "Regionalismo coercitivo" si potrebbe definire, a suo avviso, questo modello, in cui la regione è però danneggiata non meno dei comuni dall'abolizione della provincia . In realtà è lo stato che avrebbe dovuto sottoporre se stesso a una cura dimagrante, avendo ceduto a favore degli enti locali tutta una serie di funzioni che in precedenza esercitava in prima persona.
L'Assessore regionale alle pari opportunità, autonomie locali e sicurezza Ciminiello illustra lo spirito della pl regionale di riordino dell'associazionismo comunale e di soppressione delle comunità montane, affermando che si e' fatta molta attenzione, nel redigerla, alle proposte dei sindaci. Il vicesegretario della Giunta regionale Alessandro Sterpa afferma che l'incongruenza che la riforma vuole eliminare sta nel fatto che le funzioni provinciali sono in gran parte regolate dalla normazione regionale; la Regione ha però il compito di evitare che le norme finalizzate al contenimento della spesa vadano a incidere negativamente sul tessuto territoriale.
Dopo un breve intervento del consigliere Righini, viene data la parola agli amministratori locali presenti in sala per l'esposizione dei loro punti di vista: tra essi, il sindaco di Allumiere, che evidenzia come sia urgente il rinnovo del Cal, e quello di Carpineto Romano, che conferma, facendo parte del team che vi ha lavorato, come la pl regionale di riforma sia stata aperta ai contributi degli amministratori locali.