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Sanità, alla Pisana convegno su prevenzione e gestione infezioni

Le linee guida sul risk management della Regione Lazio: prevenire con adeguati processi significa minori complicanze e gestione delle cronicità future.
16/04/2015
In Italia ogni anno 500mila pazienti sviluppano un'infezione collegata all'assistenza ospedaliera e circa 2mila decessi sono direttamente riconducibili a questo tipo di problema. Dopo l'allarme lanciato dal Governo inglese sull'inefficacia degli antibiotici e i superbatteri, le infezioni ospedaliere rappresentano sempre più una crisi sanitaria che richiede una gestione preventiva e adeguata. Si tratta di un problema che potrebbe pesare fino a 1 miliardo di euro sulla Sanità italiana, quando il 20-30% di infezioni potrebbe essere prevenuto con l'attuazione di buone pratiche cliniche, l'utilizzo di tecnologie mediche appropriate e la messa a punto di adeguati meccanismi di controllo e di processo, anche da parte degli operatori sanitari. Questi, in sintesi, i temi affrontati oggi nell'ambito del convegno "Il valore economico e sociale della qualità in Sanità. Prevenzione e gestione delle infezioni nell'esperienza della Regione Lazio", organizzato dal Consiglio regionale del Lazio in collaborazione con Assobiomedica.

"Per rendere i nostri ospedali più sicuri - ha spiegato Rodolfo Lena, presidente della commissione Salute - è fondamentale promuovere una cultura indirizzata a capire come e perché si sbaglia. Assunto che l'errore è ineliminabile, è opportuno che ogni organizzazione sanitaria si attivi al fine di ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni al paziente così come agli operatori sanitari. E' pertanto importante - ha aggiunto Lena - che le esperienze positive vengano diffuse e condivise in modo da assicurare a qualsiasi cittadino, operato in qualsiasi struttura sanitaria, eguali livelli di sicurezza. Dobbiamo far leva sul fatto che le tecnologie e le competenze necessarie esistono: il salto di qualità può arrivare solo da una adeguata e competente regia di sistema, di cui la Regione Lazio si sta facendo e si farà carico con il prezioso apporto di professionisti e associazioni".
Lena ha quindi richiamato i contenuti della determina del primo aprile 2014 che ha approvato le linee guida regionali per la stesura del Piano di risk management, contenenti uno stringente cronoprogramma rivolto alle aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio.

"Per evitare una gestione tardiva delle infezioni e la resistenza alla terapia antibiotica è sempre più urgente - ha dichiarato Luigi Boggio, presidente Assobiomedicali di Assobiomedica - un approccio coordinato e preventivo tra reparti, ma anche tra strutture sanitarie e Regioni, volto ad avviare in maniera omogenea politiche sulla prevenzione dei rischi; formazione del personale sulle pratiche di controllo delle infezioni; utilizzo di metodiche e dispositivi appropriati per la pulizia, l'igiene e la disinfezione delle apparecchiature. Ciò significherebbe un risparmio annuale stimato di più di 500mila euro per struttura ospedaliera, oltre a una riduzione del 50% delle infezioni nosocomiali. "Alcune recenti esperienze di prevenzione e gestione delle infezioni in Regione Lazio - ha proseguito Pasquale Mosella, presidente Assodiagnostici di Assobiomedica - hanno dimostrato che la qualità è efficienza e che l'innovazione è risparmio: investire in prevenzione oggi significa minori complicanze e gestione delle cronicità domani".

Ufficio Stampa