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Lazio. Approvate linee guida per riforma elettorale

Accordo unanime in commissione Riforme istituzionali su abolizione listino, rappresentanza province, doppia preferenza di genere, divieto terzo mandato e data certa elezioni in caso di scioglimento anticipato

Prosegue nella commissione speciale Riforme istituzionali del Consiglio regionale il dibattito politico sulla riforma della legge elettorale, la n. 2 del 2005. Oggi è stato raggiunto l’accordo all’unanimità sulle linee guida proposte dal presidente della commissione, Mario Abbruzzese, nella scorsa seduta. Quest’ultimo, su iniziativa di Daniele Fichera (Psi) – condivisa da tutti gli altri membri della commissione – preparerà una bozza di proposta di legge contenente i cinque punti in cui si articolano le linee guida.

L’obiettivo è quello di cercare di smussare le divergenze nella commissione speciale, attraverso un esame informale del testo – non avendo la commissione competenze legislative in senso stretto – finalizzato a renderlo più condiviso possibile, per essere poi trasmesso alla prima commissione (Affari istituzionali) per l’avvio dell’iter legislativo vero e proprio.

Questi i cinque punti condivisi oggi: abolizione del listino; garanzia di rappresentanza per ciascuna provincia; pari opportunità tra donne e uomini, attraverso la doppia preferenza di genere e il limite del 60 per cento alla presenza di candidati dello stesso sesso nelle liste circoscrizionali (adeguamento alla legge nazionale n. 20 del 2016); divieto del terzo mandato consecutivo (adeguamento alla legge nazionale n. 165 del 2004); elezioni entro tre mesi in caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale.

Il dibattito odierno in commissione ha riguardato, oltre ai tempi e alle modalità del percorso politico che dovrebbe portare alla riforma elettorale, anche e soprattutto i cinque punti condivisi. Per questo motivo, Valentina Corrado (M5s) ha precisato che – pur condividendo i punti – si riserverà poi di articolare le sue proposte in un secondo momento, soprattutto con riferimento all’obbligo di garantire la rappresentanza a ciascuna provincia (articolo 19 dello Statuto) e alle eccezioni che riguardano il divieto al terzo mandato consecutivo. Giancarlo Righini (FdI) ha evidenziato che i cinque punti condivisi devono costituire il perimetro entro cui muoversi, dichiarandosi sin da subito contrario all’introduzione in fase emendativa di qualsiasi altro argomento. Pietro Sbardella (Misto) ha invece invitato la commissione a prendere in esame anche una sua proposta di legge, già depositata, nella quale sono contenuti i principi approvati.

In generale, sugli altri punti non sono emerse grosse divergenze, ma nel corso della discussione è risultato evidente che la previsione dell’abolizione del cosiddetto listino lascerà aperta la questione del premio di maggioranza. Con l’attuale legge, infatti, l'80 per cento dei seggi del Consiglio (40) viene assegnato, con metodo proporzionale, alle liste circoscrizionali concorrenti presentate su base provinciale, ma il restante 20 per cento (10 seggi) è attribuito alla coalizione vincente, attraverso l’elezione dei componenti della lista regionale collegata al candidato eletto presidente, il cosiddetto listino. Abolendo quest’ultimo resterebbe quindi aperta non solo la questione relativa a come riattribuire i 10 seggi, ma soprattutto quella relativa al premio di maggioranza. Su questo punto, già oggi sono state espresse varie opinioni, che vanno dall’abolizione tout court di quella quota, fino alla proposta di aumentarlo per garantire la governabilità alla coalizione vincente, passando per la sua riduzione (10 o 15 per cento) o anche lasciarlo inalterato (20 per cento).

Hanno partecipato alla seduta anche Fabio Bellini e Gianluca Perilli (M5s), rispettivamente presidente e vicepresidente della commissione Affari istituzionali.

 [LuS]

Roma, 03/02/2017


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