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Iniziato esame in Aula della proposta di riforma dei servizi sociali

13/07/2016
Iniziato oggi in Aula, con il dibattito generale seguito all'intervento dell'assessore alle Politiche sociali Rita Visini, l'iter della proposta di legge n. 88 del 2013, di riforma dei servizi sociali. Nata dall'esigenza di adeguare il welfare laziale alla legge quadro nazionale sulle politiche sociali, la 328 del 13 novembre del 2000 - adeguamento tentato per due volte nelle legislature precedenti - la proposta, di iniziativa di Giunta vuole mettere "fine a un ritardo che non è solo una questione di principio, ma un ostacolo vero al miglior funzionamento possibile della rete dei servizi e degli interventi sociali nel Lazio".

"Il welfare del Lazio - ha detto sempre Visini - potrà diventare un welfare plurale, aperto, nel quale istituzioni, terzo settore e associazionismo cooperano in un sistema pubblico integrato fondato seriamente sul principio di sussidiarietà fissato nell'articolo 118 della Costituzione". Riassumendone il contenuto, l'assessore ha detto che i servizi e gli interventi previsti da questa normativa sono tesi a concretizzare l'impegno costituzionale a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione dei cittadini alla vita sociale ed economica del Paese. L'assessore ha quindi descritto in maniera puntuale i contenuti della proposta, costituita da 71 articoli e sulla quale pendono 764 richieste di modifica sotto forma di emendamenti, presentati in gran parte dalle opposizioni.

Il presidente della commissione Politiche sociali Rodolfo Lena è intervenuto subito dopo, dicendo che il testo che oggi si inizia a esaminare è stato approvato a larga maggioranza in commissione il 5 luglio scorso e interviene, di fatto abrogandola, sulla legge regionale sui servizi sociali del 1996. Ciò si è reso possibile grazie a un processo lungo tre anni, nei quali la partecipazione è stata la cifra ricorrente delle audizioni e sedute della commissione competente, svoltesi spesso in un clima collaborativo con la minoranza, dalle quali sono stati accolti molti emendamenti, compresi quelli delle opposizioni non presenti in commissioneUn lavoro che è entrato nel merito specifico delle questioni importanti, ha detto Lena, come quella del cohousing, quella della genitorialità ed altre. Ma "il tema vero è quello dell'erogazione associata dei servizi", ha proseguito, che deve permettere di razionalizzare efficienza e costi dei servizi. Ringraziando per il lavoro svolto la commissione, l'assessore Visini e gli uffici di Consiglio e di Giunta, Lena ha espresso la sua soddisfazione per il testo in esame, "ancora migliore di quello presentato a inizio legislatura".

 
 

GLI INTERVENTI DEL DIBATTITO GENERALE

Per Marta Bonafoni (Si - Sel), "oggi portiamo a casa uno dei risultati più importanti di questa legislatura" e "il nervosismo che si avverte in aula è motivato da questo" anche se, a suo parere, non è del tutto giustificato, perché "fuori dall'Aula la legge in esame oggi è attesa, per le risposte che deve dare". Bonafoni ha ringraziato i consiglieri che hanno partecipato ai lavori, in particolare Olimpia Tarzia (Lista Storace). La consigliera ha sottolineato tra i punti su cui interviene la proposta i diritti delle persone, la crisi che ferma l'ascensore sociale e il contrasto alla criminalità.

Teresa Petrangolini (Pd) ha ringraziato in particolare l'assessore Visini per il metodo seguito nel portare avanti la proposta. La logica inclusiva è, a suo parere, il tratto distintivo del testo, insieme al concetto di cittadinanza sociale, per cui non può essere la provenienza geografica l'unico criterio per garantire i servizi sociali. Alla base della legge, sempre secondo Petrangolini, la sussidiarietà e la partecipazione dei cittadini. Grandi iniziative, per Petrangolini: il punto unico di accesso e l'integrazione stretta tra servizi sociali e sanitari.

Per Olimpia Tarzia la priorità è sempre stata la ricerca del confronto sui problemi concreti e in quest'ottica ha apprezzato da subito lo spirito della normativa, pur nella differenza di posizioni con altri membri di commissione. Sulle tematiche della tutela della maternità e della famiglia però, a detta di Tarzia, ci si è trovati d'accordo e non si può parlare di compromessi al ribasso. Quindi la legge, a suo parere, si presenta priva di influenze ideologiche, influenze che ha auspicato non tornino ad emergere in Aula.

Antonello Aurigemma, capogruppo Forza Italia, ha sottolineato la lunghezza dell'iter di questa legge. È stata una sorta di "ostruzionismo della maggioranza": ciò rende ancora meno comprensibile, a suo avviso, la fretta che sembra ora voler prendere la maggioranza per l'approvazione del testo. Normativa che invece va sottoposto all'esame in aula con la giusta tempistica. Un'accelerazione unilaterale dell'iter, per Aurigemma, sarebbe una cosa abbastanza grave. Al contrario, una disponibilità alla discussione potrebbe anche favorire il ritiro degli emendamenti da parte del suo gruppo.

Per Riccardo Agostini (Pd), il lavoro svolto in commissione, per quanto lungo e faticoso, è stato prezioso per costruire questa proposta che oggi arriva in Consiglio, con al centro il principio dell'universalità dei diritti. Diritti che devono diventare una dotazione permanente per ogni individuo. In questa congiuntura di crisi, poi, la Regione con questa legge si fa carico delle problematiche dei cittadini.

Francesco Storace (La Destra) ha messo in guardia la maggioranza dalla tentazione di far passare la legge aggirando il dibattito consiliare, dopo un iter di gestazione così lungo. L'auspicio è quello di decidere insieme, maggioranza e opposizione, come procedere nei lavori su un testo di tale importanza. In particolare, per Storace, sta a cuore all'opposizione la discussione su alcuni emendamenti "qualificanti".

Per Giuseppe Simeone (FI) questa normativa "non ha un'anima": insufficiente l'approccio di questa proposta, ad esempio, sulle problematiche quali la disabilità o i padri separati. Ma anche a proposito degli anziani, specie di quelli sofferenti per malattie da terza età, è stato fatto "il minimo indispensabile".

Positivo il giudizio di Daniele Fichera (Psi), pur con alcuni timori, tra cui quello che si crei una situazione di tutele "a macchia di leopardo" tra le varie situazioni: ma la maggiore criticità, a suo avviso, è quella dell'esigenza di aprire una vera concorrenza anche all'interno del sociale, come garanzia di maggior risultato per l'utente.

Mario Abbruzzese (FI) ha fatto riferimento alla responsabilità dimostrata dal capogruppo Aurigemma nel prefigurare il ritiro degli emendamenti, ma ha insieme diffidato la maggioranza dal cedere alla tentazione di "mostrare i muscoli". L'esercizio in forma associata dei servizi e l'attenzione alla famiglia devono poi essere i capisaldi dell'azione nel sociale della Regione. Abbruzzese spera che l'apertura di credito che viene offerta alla maggioranza non venga però scambiata per debolezza.

Pietro Sbardella (Misto) ha definito questa una "buona legge", con un problema: il suo carattere "utopico" per quanto riguarda le disponibilità finanziarie. Questo senza dimenticare che in ambito sanitario la Regione non ha ancora margini di autonomia soddisfacenti.

Per Daniele Sabatini (Cuoritaliani): una legge "attesissima", che però rischia di diventare "molto pericolosa": dà una speranza ai cittadini ma crea delle aspettative, per cui occorre non mandarle deluse. È impensabile, pertanto, pensare di licenziare un simile provvedimento in un paio di giornate di lavoro. Dubbi sul finanziamento dei servizi sociali, che è in capo ai comuni: questo rischia di diventare il vulnus di questa legge.

Luca Malcotti (Cuoritaliani) si è detto stupito del fatto che nel corso del dibattito non ci sia stato nessun intervento di maggioranza per definire infondata il timore dell'esistenza di un maxiemendamento e ha sottolineato che il lavoro su una legge tanto attesa e tanto importante non può concludersi in solo due giorni. Nel merito del provvedimento ha detto, tra l'altro, che sarebbe stato importante affidare la valutazione della qualità dei servizi a un soggetto terzo ed ha espresso preoccupazione per la mancanza di risorse adeguate.

Giancarlo Righini (Fratelli d’Italia) si è detto preoccupato dal fatto che nessuno dalla maggioranza abbia sentito il bisogno di smentire l’ipotesi di approvare la legge a mezzo di un maxiemendamento; una legge di un solo articolo con un centinaio di commi diventerà, a suo avviso, uno strumento inservibile. L’inutilità di questo dibattito, ha detto ancora Righini, è palese, in presenza della volontà di impedire qualsiasi modifica al testo.

Anche Fabio De Lillo (Cuoritaliani) ha affermato che l’ipotesi di un maxiemendamento, che si prospetta all’orizzonte, toglierà spazio a qualsiasi possibilità di contributo positivo, vanificando un lavoro di anni per mettere a punto la normativa. Una legge che possa valere nel tempo deve essere arricchita, ha concluso, “dal contributo di tutti coloro che rappresentano i cittadini”. 

Silvana Denicolò (Movimento 5 stelle) si chiede se ci si renda conto dell’inutilità di provvedimenti che sembrano “comunicati stampa camuffati da legge”, rimandando alla Giunta tutta la fase attuativa del provvedimento. La Denicolò ha annunciato l’intenzione del suo gruppo di portare avanti la discussione, auspicando che nessuno tenti di bloccarla.



  

A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

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