Il "guru di San Lorenzo", accusato di aver stuprato due bambine, è libero
La Consulta femminile regionale per le pari opportunità del Lazio, tra i promotori della conferenza stampa per richiedere giustizia Rischio prescrizione e impunità per un uomo accusato di aver stuprato due bambine di 10 e 12 anni. La Consulta femminile regionale per le pari opportunità del Lazio, promuove insieme alle altre istituzioni e associazioni, la conferenza stampa di mercoledì 8 febbraio 2012 alle ore 11,30, alla Casa Internazionale delle donne, in via della Lungara, 19 a Roma.
Come si ricorderà, Danilo Speranza, detto "il guru di San Lorenzo", venne arrestato il 16 marzo 2010 con accuse gravissime. Prima fra tutte, quella di aver abusato sessualmente di bambine tra i 10 e i 12 anni. Sono state due di loro a raccontare tutto alle loro madri, e a far scattare le manette ai polsi dell'uomo. Potente in maniera inquietante, il Speranza era a capo di "Maya", un'associazione "mistica" che contava circa 1000 adepti. A quanto sembra e da quanto dichiarato dall'accusa, il sedicente maestro yoga avvicinava persone in difficoltà e le curava con pratiche crudeli, perpetrando violenze sul piano fisico e sul piano psicologico. Le due bambine, che sono riuscite a superare la paura che incuteva loro e grazie al sostegno delle loro madri, hanno trovato la forza di raccontare i particolari raccapriccianti e dolorosi di questa vicenda alle operatrici dei centri antiviolenza gestiti da Differenza Donna.
Il procedimento penale che ne è scaturito dalle loro denunce presso il Tribunale di Tivoli ha però subìto continui rinvii, e ad oggi non sono stati ancora ascoltati i testi principali. Nel frattempo sono decorsi i termini massimi previsti per la misura degli arresti domiciliari.
Oggi l'imputato Danilo Speranza è libero e soggetto solo all'obbligo di firma.La prossima udienza è prevista per il prossimo 15 febbraio. E' il momento di riportare all'attenzione dell'opinione pubblica il caso del Speranza, non certo per animare un processo mediatico ma per ottenere un'udienza dedicata, che possa permettere di arrivare ad una sentenza giusta che aiuti le vittime a superare il trauma causato da questa vicenda, senza arrenderci alla "cultura del silenzio".