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"IO Ricordo. Una storia europea". Consiglio regionale con le scuole del Lazio in ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano

Si è concluso oggi il viaggio della delegazione della Pisana con studenti e docenti nei luoghi dove si consumò il dramma della popolazione giuliano-dalmata nel dopoguerra.
24/10/2019
Un doloroso viaggio spazio-temporale nei luoghi dove subito dopo la seconda guerra mondiale si è consumata una delle più grandi tragedie del popolo italiano. Quattro giorni per ricordare il dramma delle foibe e dell'esodo forzato della popolazione giuliano-dalmata. Una delegazione del Consiglio regionale del Lazio ha accompagnato 120 studenti e 25 docenti di alcune scuole di tutte le province laziali in visita a Trieste, Pola, Fiume, Basovizza, Padriciano e Rovigno, per rivivere gli eventi che hanno segnato migliaia di famiglie italiane e per trasmettere ai giovani valori e sentimenti che possano fare da argine a simili tragedie per il futuro. Princìpi che sono alla base dell’idea di Unione dei popoli europei, come ricordato più volte dagli organizzatori nel corso delle visite effettuate in questi giorni.

Il viaggio formativo è la parte conclusiva della prima edizione del progetto “IO Ricordo”, presentato nella sala Mechelli del Consiglio regionale il 10 ottobre scorso, organizzato insieme al prof. Giovanni Stelli, presidente della Società di studi fiumani, alla prof.ssa Donatella Schurzel, docente dell'Università "La Sapienza" e presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (Anvgd) Comitato di Roma e a Marino Micich, direttore dell'Archivio Museo storico di Fiume. Ad accompagnare docenti e studenti, il vice presidente del Consiglio regionale, Devid Porrello, i consiglieri segretari dell’Ufficio di presidenza, Gianluca Quadrana e Daniele Giannini, la consigliera regionale Chiara Colosimo.

La trasferta, durata quattro giorni, è iniziata lunedì 21 ottobre, con la visita al Monumento nazionale “Foiba di Basovizza”, dove è stata deposta una corona di fiori nel corso di una cerimonia commemorativa con le autorità locali. “Ai ragazzi vorrei dire che a ogni latitudine, ad ogni longitudine, di qualsiasi colore questi siano, l'odio, l'estremismo, sono mostri che dormono accanto a noi”, ha detto Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti), nel salutare docenti e studenti. “Qui e ora – ha aggiunto il consigliere segretario dell’Udp – ne abbiamo un esempio infame e infamante; di una parte contro l'altra senza distinzione tra innocenti e colpevoli e dove la colpa diventa esistere. Siamo qui per ricordare di lottare contro ogni forma di violenza. Quella che insanguinò queste terre fu cieca e disumana”. Parole condivise anche da Daniele Giannini (Lega), il quale ha detto che “oggi, finalmente, finita la stagione degli odi è possibile fare chiarezza su questa triste pagina e ricordarla per non permettere più che a prevalere sia 'il sonno della ragione', ma la consapevolezza che le identità culturali vanno difese e tutelate. In primis quella italiana”. Alla cerimonia erano presenti anche il presidente del Consiglio del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin e l'assessore alla Scuola di Trieste Angela Brandi.

La delegazione si è poi spostata all'ex Centro raccolta profughi di Padriciano (Trieste), dove ha incontrato alcuni testimoni dei tragici eventi. Il campo profughi, che ha ottenuto il riconoscimento di Museo di carattere nazionale nel 2012, era una ex caserma angloamericana, dove quasi 5000 persone sono vissute tra il 1945 e il 1967. “Padriciano è un luogo gelido, molti sono morti di freddo e di stenti, e tanti oggi soffrono ancora di malattie a causa di quegli anni”, ha spiegato Donatella Schurzel.

Il giorno dopo, martedì 22 ottobre, la delegazione si è spostata a Pola (Croazia), dove ha visitato la Scuola italiana “Dante Alighieri” e ha incontrato i rappresentanti della comunità italiana e delle autorità locali, tra cui il vice presidente del Parlamento croato, Furio Radin. “Ringrazio le associazioni degli esuli – ha detto Radin – perché organizzano questi viaggi e gli amici della Regione Lazio per aver aderito a questa iniziativa. I due terzi della mia famiglia sono esuli – ha aggiunto – e il mio cuore è lì. Mi sta a cuore che i giovani portino avanti il mondo in modo migliore di noi, che vi abbiamo costretto a pagare i nostri debiti per generazioni”. Debora Radolovic, la preside della scuola inaugurata da Carlo Azeglio Ciampi nel 2001 assieme al presidente della Croazia, ha spiegato ai ragazzi laziali che l’istituto oggi conta 142 alunni divisi tra licei e istituti tecnici ed "educa alla tolleranza per formare un’identità autoctona. Noi viviamo in una realtà croata – ha aggiunto Radolovic – ma proiettiamo i ragazzi in una prospettiva europea. Il nostro impegno è per tenere viva la cultura e la lingua italiana”. La vice presidente dell'Assemblea regionale istriana, Tamara Brussich, ha spiegato che “gli italiani non sono per noi minoranze, ma parte integrante dell'Istria, comunità nazionale autoctona. Il futuro è qui, sono questi ragazzi che saranno portatori non solo della lingua e della cultura italiana ma della convivenza e dell'amicizia nello spirito di crescita di questa Europa che ne ha tanto bisogno”. Durante la visita, il vice presidente Devid Porrello ha sottolineato che “si tratta della prima volta che il Consiglio del Lazio organizza un viaggio in questa regione e spero sia il primo di tanti. Dobbiamo dimenticare la cattiveria e per farlo bisogna vivere il nuovo. Solo capendo la storia si può costruire un cammino di pace e spero che il progetto che l'Europa sta costruendo sia di pace”. Porrello ha anche annunciato che “questo non sarà solo il viaggio 'zero' ma continueremo questa esperienza. Io spero – ha detto ai ragazzi – che usiate i social per comunicare ai vostri amici quello che avete visto in questi giorni. Voi siete i semi di questa pace”.

A seguire, la delegazione si è spostata a Rovigno (Croazia), dove ha fatto tappa prima al Municipio, dove ha incontrato il sindaco Marko Paliaga e il presidente del Consiglio comunale Valerio Drandic e poi al Centro Ricerche Storiche, definito “un fiore all'occhiello della ricerca storica tutta” dalla professoressa Donatella Schurzel, “allestito e condotto da docenti e studiosi tutti italiani”. Durante la visita a Rovigno, i consiglieri regionali hanno annunciato che il prossimo 10 febbraio, in occasione del ‘Giorno del Ricordo’, il Consiglio regionale del Lazio porterà gli studenti delle scuole superiori nei luoghi di Roma e del Lazio, spesso sconosciuti ai più, dove furono allestiti i campi che accolsero gli esuli giuliano-dalmati.

Mercoledì 23 ottobre, il gruppo ha fatto tappa a Fiume per incontrare la numerosa Comunità degli Italiani e per visitare il liceo italiano. “Nel 2018 abbiamo compiuto 130 anni e in tutto questo tempo qui l'istruzione si è svolta unicamente in lingua italiana”, ha spiegato il preside Michele Scalembra, nel dare il benvenuto agli studenti italiani. “Da tre anni abbiamo un gemellaggio con il liceo Ripetta di Roma che pochi mesi fa ci è venuto a trovare”, ha aggiunto il preside. Melita Sciucca, presidente della Comunità degli italiani, ha ricordato che “dall'asilo all'università, a Fiume c’è tutta la verticale dell'istruzione italiana. Siamo una minoranza, meno del 2 per cento della popolazione, che però è sempre vissuta qui e ci facciamo sentire”. Parole condivise dal console italiano a Fiume, Paolo Palminteri, il quale ha sottolineato che “l'attuale amministrazione di Fiume ha fatto passi avanti riconoscendo le tradizioni storiche cancellate con la Jugoslavia: per esempio nel centro della città sono tornate le targhe con i nomi storici”. La consigliera regionale Chiara Colosimo (FdI) ha parlato ai circa 170 studenti del liceo italiano a Fiume: “Spero sarete anche voi nostri ospiti in Consiglio regionale perché questo legame tra Roma e Fiume possa crescere sempre più forte”, ha detto. “Gli esuli sono la memoria che ha lanciato un seme ai ragazzi che sono qui – ha aggiunto Colosimo – le associazioni hanno fatto di questo seme un albero, nonostante sia stato ostacolato per tanti anni in Italia. Abbiamo il dovere fondamentale, proprio attraverso questo viaggio del Ricordo e con le vostre gambe, di fare della storia un unico grande volume dove le tragedie del '900 vengano condannate di pari passo. Lo dobbiamo agli italiani che sono dovuti fuggire, a quelli infoibati ma anche a tutti coloro che qui vivono in pace. Questo dimostra che l'Europa dei popoli può vincere le sfide di questi tempi”.

Infine, oggi, prima di rientrare a Roma, la delegazione ha visitato a Trieste altri due importanti luoghi di memoria storica, testimoni di fatti importanti accaduti all'epoca della seconda guerra mondiale. Innanzitutto, la Risiera di San Sabba, dichiarata monumento nazionale nel 1965, utilizzata dai nazisti come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943 e poi diventata campo di detenzione di polizia, destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia sia alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei (si contano circa 5000 vittime). Successivamente, gli studenti hanno visitato il “Magazzino 18”, in cui venivano accantonate le masserizie degli esuli italiani.

Il patrimonio di esperienze e di conoscenza storica diretta acquisita durante questi quattro giorni dai ragazzi delle scuole laziali non resterà solo un importante momento di formazione personale, ma avrà continuità in futuro grazie alle iniziative che il Consiglio regionale porrà in essere a partire dall’anno prossimo. Prima fra tutte, quella del progetto 'Famiglia ricordo', un mosaico di 'pietre del ricordo' per non dimenticare l'esodo dei cittadini italiani dall'Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia, una serie di 'tessere' realizzate in travertino bianco, la roccia tipica istriana, con sopra incisi i nomi delle 300 famiglie di esuli arrivate a Roma. L'iniziativa avrà il patrocinio del Consiglio regionale del Lazio. “Abbiamo ottenuto dal Comune di Roma il permesso per realizzare l'opera – ha spiegato Marino Micich, direttore del museo storico di Fiume – e la prima parte vogliamo inaugurarla per il prossimo ‘Giorno del Ricordo’, il 10 febbraio 2020'. Un progetto in gran parte autofinanziato dalle nostre famiglie. Per le famiglie che non ci sono più chiederemo un contributo alla Regione, al Comune di Roma e al Mibact, in base alle varie leggi esistenti”.

In occasione del prossimo ‘Giorno del Ricordo’, inoltre, il Consiglio regionale intende portare gli studenti degli istituti superiori del Lazio nei vari luoghi della regione che sono stati interessati dall'esodo Giuliano-Dalmata. Un'ideale prosecuzione del viaggio appena concluso. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa