Consulta femminile Lazio promuove raccolta firma online e corteo pro studentesse nigeriane rapite
Per non dimenticare e per riportare l'attenzione sul rapimento delle 240 studentesse avvenuto lo scorso 14 aprile in un dormitorio della scuola di Chibok, nella Nigeria nord-orientale, di cui ancora oggi non si è avuta alcuna notizia certa, la Consulta femminile per le pari opportunità del Lazio lancia una raccolta di firme online e una manifestazione.
"Libere di essere - Libere di scegliere" #BringBackOurGirls, è lo slogan che accompagna l'appello online presente sul sito del Consiglio regionale del Lazio per la raccolta firme che rimarrà
attivo fino al 21 giugno prossimo (www.consiglio.regione.lazio.it).
Il 21 giugno infatti, si svolgerà a Roma dalle ore 17 una manifestazione da Piazza del Campidoglio fino a Piazza Farnese, nella quale alle 18.30 confluirà il corteo promosso dalla Consulta femminile regionale insieme all'Associazione Nigerian Community Rome-Lazio e all'Associazione Interculturale Griot per supportare la causa delle ragazze.
"Un simile attacco all'istruzione e alla libertà delle donne non può non vederci protagoniste nel sollecitare l'opinione pubblica per la difesa dei diritti umani. Ci appelliamo al Governo italiano, all'Unione Europea e alla Comunità Internazionale affinché si mettano in atto tutte le iniziative necessarie per la liberazione delle ragazze rapite", ha dichiarato la presidente della Consulta,
Donatina Persichetti.
Il gruppo Boko Haram, il cui nome in lingua Hausa significa «l'educazione occidentale è peccato», ha rivendicato il rapimento dichiarando che le ragazze saranno vendute come schiave e sposate a forza perché, secondo l'organizzazione terroristica ritenuta responsabile di oltre 450 omicidi in Nigeria, «le ragazze devono lasciare la scuola e sposarsi», rivendicando il rapimento in nome di Allah. In un precedente attacco portato nel Borno (uno dei 36 stati della Nigeria), gli assalitori di Boko Haram avevano circondato un'altra scuola femminile, obbligando le liceali a uscire e ordinando loro di far immediatamente ritorno nei loro villaggi.
Uomini sospettati di essere militanti del gruppo islamista Boko Haram hanno ucciso ieri 25 persone nel villaggio di Daku, a circa 30 chilometri da dove sono state rapite le studentesse.
"Questo è un ulteriore motivo per mobilitarsi e condannare un terrorismo spietato contro il valore della persona", ha aggiunto Persichetti.