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Consiglio Lazio, convegno per giornata della trasparenza

Leggi di qualità, più controlli sulle procedure, meno sprechi. La giornata della trasparenza celebrata dal Consiglio regionale del Lazio ha declinato, nel corso di un convegno, questi concetti ritenuti da tutti i relatori basilari per una pubblica amministrazione moderna, efficace nella sua azione, efficiente nella corretta rendicontazione dei suoi costi.

 

I saluti istituzionali di rito sono toccati al presidente Daniele Leodori, che ha illustrato i risultati raggiunti dall'ultimo bilancio consuntivo del 2015, dal valore quasi dimezzato rispetto all'ultimo della precedente legislatura, datato 2011. "Questo – ha spiegato – a dimostrazione di uno sforzo importante per cercare di ridurre al massimo le spese, e in particolare le somme appannaggio dei gruppi consiliari. C'è molto da fare, ma la nostra attività di controllo è stata precisa, capillare ed estensiva. I tagli operati ne sono l'evidente dimostrazione". Rivendicata poi l'importanza di tre leggi regionali recentemente approvate: la riforma del welfare, le disposizioni a contrasto del bullismo e la nuova normativa sulla tutela dei consumatori.

Il Consiglio ha inoltre istituito il Comitato per il monitoraggio dell'attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche regionali, come ha ricordato il segretario generale vicario Cinzia Felci nella sua relazione introduttiva. "Il 2016 è stato un anno di novità e di sfide per questa amministrazione – ha spiegato Felci – sia in termini di maggiore trasparenza ed accessibilità delle informazioni e dei dati pubblicati, sia in termini di efficienza ed efficacia delle attività amministrative che si sono succedute nel tempo". Elencati poi alcuni obiettivi "sfidanti" contenuti nel piano della performance 2016-2018: la mappatura dei processi, la razionalizzazione dei compiti e delle funzioni del personale, la riduzione dei tempi medi per lo svolgimento dei procedimenti, il miglioramento della qualità e della quantità dei dati e documenti pubblicati sul rinnovato sito del Consiglio regionale. Ha ricordato infine la sottoscrizione del nuovo contratto decentrato "con cui si sono rese finalmente certe e chiare le regole per l’organizzazione del lavoro ed il trattamento economico dei dipendenti".

La genesi e la concreta applicazione dei nuovi istituti della legislazione sulla trasparenza nel Consiglio regionale sono state quindi trattate da Luigi Lupo, direttore della struttura Prevenzione della corruzione e Trasparenza alla Pisana, mentre il professore Giorgio Bernardo Mattarella (Luiss) ha introdotto e analizzato i principi e le disposizioni del nuovo accesso civico (Foia), il cui scopo dichiarato è di favorire il controllo diffuso sul grado di efficienza delle istituzioni, promuovendo la partecipazione dei cittadini al dibattito pubblico. L'ideale cerchio tracciato da questo primo blocco di interventi è stato chiuso dalla relazione di Luca Petrucci, presidente dell'Organismo indipendente di valutazione (Oiv) del Consiglio regionale.

 

Nella seconda parte del convegno è stato dato spazio a interventi in grado di suscitare nella platea una "visione" programmatica rispetto ad alcuni temi di massimo interesse e attualità. Il magistrato del Tribunale di Napoli, Alfonso Sabella, si è soffermato sul concetto di competenza quale antidoto alla corruzione; la consigliera dell'Autorità nazionale anti corruzione Ida Nicotra ha saldato i princìpi di trasparenza e accountability a quelli del terzo articolo della Costituzione; il vice procuratore generale Corte dei conti, Massimo Perin, ha affrontato i problemi di rendicontazione e i profili di responsabilità legati alle spese dei gruppi consiliari, spiegando che un'amministrazione più attenta e solerte può e deve arrivare sempre prima della magistratura in casi di cattiva gestione di denaro pubblico.

La chiusura dei lavori è stata affidata alla consigliera regionale Teresa Petrangolini, che ha anche svolto il ruolo di moderatore per l'intero convegno. “Oggi abbiamo capito ancora meglio alcune cose – ha detto Petrangolini – a cominciare dal fatto che i soggetti pubblici vivono di reputazione e che il suo valore conta più delle sanzioni. Adeguare regole interne, priorità e comportamenti al principio di trasparenza significa guadagnare tanto in termini di reputazione”. Secondo la consigliera segretaria dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, “la trasparenza è un meccanismo di apprendimento per le istituzioni, poiché attraverso le richieste di accesso alle informazioni da parte della popolazione, le stesse possono imparare e migliorare, assumendo il punto di vista dei cittadini”.

 

 


Roma, 01/12/2016


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