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Fiera di Roma. Fabiani: "Aumento di capitale condizionato"

Audizione dell’assessore regionale allo sviluppo economico e attività produttive in ottava commissione sulla situazione della Fiera di Roma
La Regione Lazio ha deliberato la proposta di aumento di capitale per la Fiera di Roma ma ne ha subordinato la sottoscrizione all’avveramento di alcune condizioni”. E’ questo uno dei passaggi centrali della relazione dell’assessore regionale Guido Fabiani sulla situazione della Fiera di Roma, nel corso dell’audizione in ottava commissione del Consiglio regionale.

Fabiani ha ricordato che la Regione Lazio non partecipa direttamente al capitale di Fiera di Roma, ma soltanto a quello della sua controllante Investimenti Spa, con una quota del 19,63 per cento (9,83 in via diretta e 9,80 tramite Lazio Innova) “che non consente il controllo dell’azienda”. L’assessore allo sviluppo economico e alle attività produttive ha però precisato che comunque negli ultimi mesi la Regione si è adoperata per trovare insieme agli altri soci una soluzione ai problemi del gruppo. “Soprattutto – ha detto Fabiani – per tutelare i livelli occupazionali e rilanciare uno strumento potenzialmente strategico”. Gli altri soci sono: Camera di commercio di Roma (58,54 per cento), Roma Capitale (21,76 per cento) e altri soggetti (0,07 per cento).

A tal proposito, l’assessore ha ricordato che nell’ultima assemblea dei soci di Investimenti Spa, il 3 novembre scorso, è stato deliberato un aumento di capitale superiore a 15,5 milioni di euro. La Regione Lazio di conseguenza ha deliberato la proposta di aumento di capitale di 3 milioni di euro (1,5 milioni direttamente e 1,5 per Lazio Innova), “ma – ha spiegato Fabiani – concorrerà all’effettiva sottoscrizione delle quote azionarie solo subordinatamente all’avveramento di alcune condizioni, tutte essenziali”.

In primo luogo, il varo di un piano di risanamento basato sull’avvio di un percorso di chiusura delle pendenze aperte con i creditori di Investimenti Spa e di Fiera di Roma, verificato da un soggetto terzo e nel rispetto delle norme del testo unico sulle società a partecipazione pubblica, le quali prevedono il raggiungimento dell’equilibrio economico e finanziario in un termine di tre anni e non di quattro come proposto nel piano presentato nell’assemblea del 3 novembre. Altra condizione, l’approvazione di un piano industriale consolidato (anche tramite una razionalizzazione dell’articolazione societaria), che riceva l’attestazione di fattibilità da parte di un soggetto indipendente, onde evitare che l’intervento finanziario dei soci non si configuri come intervento “tampone” a fondo perduto.

“A oggi – ha concluso Fabiani – il piano di risanamento approvato da Investimenti Spa è ancora in attesa del parere di Unicredit, nell’ambito del processo di rinegoziazione dell’esposizione della società verso la banca. In nessuna sede la Regione è stata chiamata a discutere e a esprimere un parere formale sul piano industriale”. L’assessore ha anche ricordato che all’interno di quel piano è prevista la vendita di otto dei 14 padiglioni fieristici e l’alienazione dell’ex Fiera nel 2018, fino alla concorrenza del valore del debito verso Unicredit.

Su questo punto, il presidente della commissione, Daniele Fichera, ha annunciato che convocherà in audizione i vertici di Investimenti Spa e Fiera di Roma per capire quali saranno le conseguenze dopo che Roma Capitale il 9 agosto 2016 ha approvato la variante urbanistica che ha ridotto il valore dell’area cedibile della vecchia Fiera di Roma in via Cristoforo Colombo. “Dall'audizione sono emersi elementi che acuiscono le preoccupazioni sul futuro della Fiera di Roma poiché abbiamo appreso che la Regione Lazio non ha, allo stato, condiviso il piano di risanamento e non ha alcuna notizia ufficiale della presentazione del piano industriale”, ha aggiunto il presidente della commissione Agricoltura, artigianato, commercio, formazione professionale, innovazione, lavoro, piccola e media impresa, ricerca e sviluppo economico del Consiglio regionale del Lazio.

Pietro Di Paolo (Cuoritaliani) e Rodolfo Lena (Pd) hanno sottolineato l’importanza di garantire i livelli occupazionali della società in difficoltà, mentre Silvana Denicolò (M5s) ha citato alcuni passaggi della lettera che l’allora direttore della Fiera di Roma nel 2015 ha inviato al Comune di Roma per sottolineare le criticità già note da tempo e alle quali non si è provveduto tempestivamente.

[LuS]

Roma, 13/02/2017


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