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Lazio. Il futuro del Santa Maria della pietà in audizione

I cittadini chiedono di partecipare alle scelte pubbliche con una proposta di legge d’iniziativa popolare. L’assessore al Bilancio, Sartore: “Massima disponibilità”

La quarta consiliare permanente Bilancio, partecipazione, demanio e patrimonio, programmazione economico-finanziaria, presieduta dal vicepresidente Daniele Mitolo (Pd), ha ascoltato oggi i promotori della proposta di legge d’iniziativa popolare n. 304 del 2015 sull’ex manicomio Santa Maria della Pietà. Presente l’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, sono stati ascoltati il presidente del XIV municipio capitolino, Alfredo Campagna, e il coordinatore dell’Urban center dello stesso municipio, Ferdinando Suraci, e due dei primi firmatari della proposta, Massimiliano Taggi e Chiara Cavallaro. Il provvedimento sottoposto all’attenzione del legislatore regionale intende mettere ordine alla complessa vicenda del riutilizzo del complesso chiuso, come tutti gli ospedali psichiatrici, a seguito della legge Basaglia del 1978.

Al momento della sua inaugurazione, nel 1914 il manicomio si sviluppava su un’area di 130 ettari di parco dotati di essenze arboree rare e di pregio e comprendeva quarantuno edifici ospedalieri con una capacità di più di mille posti letto. Dalla sua chiusura, parti del complesso sono utilizzate per scopi diversi. Oggi vi si trovano anche una tipografia, un laboratorio di falegnameria, gli stessi uffici del XIV municipio, un poliambulatorio della Asl Rm1. In passato ci sono stati degli ostelli della gioventù, aperti nel 1990 e poi chiusi, ed è stata siglata un’intesa con La Sapienza, per un utilizzo universitario mai realizzato.

Il coordinatore dell’Urban center, l’organismo del municipio volto a garantire la partecipazione dei cittadini alle scelte materia urbanistica, ha illustrato il quadro normativo di riferimento. Suraci ha ricordato innanzi tutto che il Santa Maria della Pietà è definito dal piano regolatore di Roma come “Centralità urbana”, punto nodale di un’organizzazione policentrica della città e che le vicende di quasi quarant’anni dalla sua chiusura sono segnate “da un intricato reticolo di soggetti istituzionali coinvolti e di fonti legislative spesso in conflitto o in dissonanza tra di esse”, come si legge nell’introduzione alla pl 304. Di qui la necessità, secondo il primo firmatario della proposta di legge, Taggi, che la Regione Lazio chiarisca innanzi tutto l’assetto proprietario del complesso immobiliare, tra Regione stessa e Asl Rm1 (ex Rm E), e ne sancisca solennemente il “grande valore storico, architettonico ed ambientale da utilizzare”, come recita l’articolo 1.

Chiara Cavallaro ha ripercorso le tappe di decenni di grande partecipazione popolare e interesse sulle sorti del complesso, culminati con la raccolta di 12.300 firme per la presentazione di questa proposta di legge d’iniziativa popolare, auspicando anche la creazione di spazi di elaborazione culturale per i giovani oltre che di fruizione.

L’incontro è stato attraversato dalla preoccupazione rappresentata dai partecipanti su una recente delibera di Giunta che, sfuggendo al confronto con i cittadini, non terrebbe nel dovuto conto la centralità urbana del complesso. La delibera in questione destina risorse al ripristino della fruibilità e delle condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare e del parco, a interventi di risanamento conservativo, ristrutturazione e adeguamento funzionale, e i padiglioni disponibili o dismessi per lo svolgimento di attività istituzionali in favore del territorio oppure per allestire uffici delle direzioni, agenzie o società regionali.

 “Massima disponibilità al confronto con i cittadini” è stata espressa dall’assessore al Bilancio, Sartore, la quale ha sottolineato come la proposta di legge “non è così lontana dalle nostre finalità”. “Quello che abbiamo fatto va nella stessa direzione – ha proseguito Sartore –. A questo punto, possiamo aprire un tavolo partecipativo oppure andare avanti con l’esame della proposta di legge”.

Nel corso dell’audizione, sono intervenute le consigliere Marta Bonafoni (Si-Sel), e Silvana Denicolò (M5s), secondo le quali il Consiglio, con l’esame della pl, sarebbe il luogo giusto di confronto. Il consigliere Eugenio Patanè (Pd) è tornato sul piano regolatore ratificato nel 2008 che ha sancito la centralità del Santa Maria della Pietà in un’ottica di una Roma con più centri multifunzionali.

 

Roma, 21/02/2017


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