Rigenerazione urbana, al via l'iter in commissione alla Pisana
La proposta di legge della Giunta scelta a maggioranza come testo base. Tra gli obiettivi quello di diminuire il consumo del suolo. Termine per gli emendamenti fissato al 6 aprile
Dopo il “piano casa” arriveranno le norme per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio. È quanto punta a realizzare una proposta di legge della giunta Zingaretti illustrata questa mattina dall’assessore
Michele Civita alla sesta commissione del Consiglio regionale del Lazio. Sullo stesso tema il consigliere
Pietro Sbardella (Misto) ha presentato un’iniziativa intitolata “Interventi di rigenerazione urbana”, ma la commissione presieduta da
Enrico Panunzi ha scelto – con un voto a maggioranza – di utilizzare come “testo base” i nove articoli scritti dalla Giunta. Astenute le opposizioni.
Ha così preso il via l’iter di una normativa prevista dalla legge di stabilità regionale 2017. In vista della sua approvazione il Consiglio, lo scorso 31 dicembre, aveva infatti prorogato il “piano casa” fino al prossimo primo giugno. Lo scopo della proposta, nelle intenzioni della Giunta, è quello di favorire la riqualificazione di aree urbane degradate, di migliorare le dotazioni pubbliche territoriali, di razionalizzare il patrimonio edilizio esistente, di adeguarlo alle norme antisismiche, di incoraggiare il miglioramento della qualità architettonica e le sostenibilità energetico ambientale. La legge persegue, secondo quanto si legge nella relazione di accompagnamento, “la riqualificazione della città esistente diminuendo il trend del consumo del suolo, in aderenza all’obiettivo europeo del 2050 con il consumo di suolo pari a zero, e aumentando le dotazioni territoriali con la realizzazione di nuove opere pubbliche ovvero il completamento e l’integrazione di quelle esistenti”.
L’ambito di applicazione si vuole circoscritto agli edifici in regola o condonati che sono presenti in zone già urbanizzate. Escluse espressamente le aree agricole e quelle destinate ad attrezzature e impianti di interesse generale. “Un ruolo centrale è riconosciuto ai Comuni”, ha sottolineato Michele Civita. La normativa, infatti, fa spesso rinvio a questi enti locali per scelte e valutazioni degli interventi di rigenerazione o di recupero, fermi i limiti dati da piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) e strumenti urbanistici. Spetterà proprio ai Comuni definire gli ambiti territoriali per gli interventi di rigenerazione urbana, riqualificazione degli edifici e recupero edilizio. La proposta punta a definire, inoltre, la disciplina dei cambi di destinazione d’uso, degli interventi diretti, di quelli con permesso di costruire convenzionato e di quelli per valorizzare la fruizione dei territori costieri, nel rispetto di Ptpr e previa autorizzazione paesaggistica.
Tra gli obiettivi della proposta anche la semplificazione delle procedure. Un aspetto questo sul quale Pietro Sbardella, anticipando temi della discussione generale prevista nelle prossime sedute, si è mostrato poco convinto. Dubbi che il consigliere di opposizione ha sollevato anche sul ruolo centrale assegnato ai Comuni, con il rischio così che le scelte urbanistiche locali finiscano per variare facilmente a causa di repentini cambi di maggioranza nei vari enti. Sbardella ha chiesto, infine, di prestare attenzione anche all’edilizia economica e popolare e di valutare la possibilità di una proroga per i piccoli ampiamenti.
Sulla rigenerazione e la pianificazione urbanistica partecipata era stata presentata un’ulteriore proposta, a firma di Sel (oggi Mdp), che però è stata ritirata nella precedente seduta. Il termine per gli emendamenti al “testo base” scelto oggi è stato fissato al prossimo 6 aprile. Il presidente Panunzi, nel corso dei lavori, ha inoltre anticipato ai commissari l’intenzione di avviare un ciclo di audizioni.
Roma, 14/03/2017
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