Obiettivi della normativa: favorire la conservazione del paesaggio, valorizzare il patrimonio ambientale e culturale e promuovere la trasmissione della memoria storica.
Fondi per 550 mila euro nel triennio 2017-2019
Via libera a maggioranza, dal Consiglio regionale del Lazio, alla proposta di legge per “Riconoscimento e valorizzazione degli ecomusei regionali” presentata dai consiglieri Enrico Maria Forte (Pd) e Rosa Giancola (Mdp). Trenta i voti a favore, un voto contrario, nove gli astenuti. Con questa normativa la Regione intende promuovere, riconoscere e disciplinare gli ecomusei regionali, con lo scopo – in particolare – di favorire la cultura della conservazione del paesaggio, valorizzare il patrimonio ambientale e culturale e promuovere la conservazione e la trasmissione della memoria storica. La legge è finanziata da uno stanziamento complessivo di 550 mila euro nel triennio 2017-2019, dei quali 250 mila per la parte corrente e 300 mila in conto capitale.
L’oggetto della nuova legge sono gli ecomusei, definiti allo stesso tempo “luoghi fisici” e “spazi mentali di una comunità”, spazi aperti e di condivisione che riuniscono paesaggio e storia. Insomma, da quanto si ricava dalla relazione di accompagnamento, una sorta di “musei dell’identità” per la promozione sul territorio di iniziative che possano sostenere anche l’economia locale, l’enogastronomia tipica, il turismo, l’artigianato, i mercati locali. Tra le esperienze già attive nel Lazio, la relazione alla proposta (che risale al 2013) ne ha ricordati quattro: quello del litorale di Ostia (1981), dell’Agro pontino (2004), del Lazio virgiliano (2008) e della Teverina (2009).
La legge regionale sugli ecomusei si ispira alla Convenzione europea del paesaggio adottata dal Consiglio d’Europa nel luglio 2000. Sulla base delle disposizioni regionali approvate oggi potranno ottenere il riconoscimento gli ecomusei gestiti da enti locali, anche se in forma associata, associazioni e fondazioni culturali e ambientaliste. Altri soggetti ammessi: organismi senza scopo di lucro con le stesse finalità che si propone la legge e gli enti di gestione delle aree naturali protette regionali nel cui territorio ricade l’ecomuseo.
I criteri e i requisiti necessari per il riconoscimento degli ecomusei saranno definiti da un regolamento di Giunta, dopo di che gli ecomusei già attivi avranno un anno di tempo per adeguarsi ad esso. Gli ecomusei “riconosciuti” potranno utilizzare il marchio regionale e godere dei contributi regionali. Criteri e modalità per accedervi saranno fissati annualmente dalla Giunta. Prevista l’istituzione di un comitato tecnico-scientifico.
Nel corso delle tre sedute sulla proposta di legge in materia di ecomusei (la prima tenutasi l’8 marzo scorso), sono stati approvati numerosi emendamenti al testo originario. Le modifiche che il Consiglio ha accolto sono state proposte dal presidente della commissione Cultura, Cristian Carrara (Pd), Fabrizio Santori e Giancarlo Righini (FdI), da Marta Bonafoni e Daniela Bianchi (Mdp), da Eugenio Patanè (Pd), da Forza Italia e dal Movimento cinque stelle.
Approvato infine dall’Aula un ordine del giorno, promosso da Righini e Santori, che ha impegnato il presidente della Giunta regionale affinché, nell’attuazione della legge, gli ecomusei siano valorizzati anche per “mettere a sistema i servizi e gli istituti culturali e le aree protette naturali presenti nel territorio di riferimento”. Nell’atto di indirizzo si chiede che gli ecomusei siano utilizzati per “valorizzare le altre strutture museali in un’ottica interdisciplinare” e possano contribuire “fattivamente all’attuazione della Convenzione europea del paesaggio”. Inoltre si sollecita il coinvolgimento dei rappresentanti di ecomusei, enti locali, associazioni e istituzioni nonché, nella stesura del regolamento di Giunta, quello delle amministrazioni locali.
Roma, 23/03/2017
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