Audizione in commissione Sanità sulle problematiche legate alla casa di cura Karol Wojtyla Hospital

I sindacati chiedono di scongiurare un ritorno alla conduzione aziendale della precedente società Fenig srl che a loro avviso ha creato problemi fino al 2017, anno in cui è subentrata la Promedica 88 srl.
Un'immagine della casa di cura Karol Woytjla Hospital 16/05/2024 - Si è svolta oggi in commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, un’audizione sulle problematiche legate alla gestione della casa di cura Karol Wojtyla Hospital, alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle principali organizzazioni sindacali e della Promedica 88 srl in qualità di gestore attuale della stessa struttura sanitaria. Presente anche la dirigente Nadia Nappi della Direzione Salute e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio.

La problematica esposta nell’incontro di oggi riguarda il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori della casa di cura e delle prestazioni erogate ai cittadini in regime di accreditamento regionale, in un quadro di incertezza legato alla proposta di concordato preventivo presentata dalla società Fenig Srl, ad oggi pendente presso il Tribunale di Roma che, se omologata - secondo i soggetti auditi oggi - potrebbe comportare ripercussioni negative a causa del rientro nella gestione della Casa di cura da parte della Fenig.

I rappresentanti sindacali di FP CGIL, CISL e UIL FP di Roma e Lazio, hanno espresso preoccupazione e perplessità nel caso in cui la casa di cura Karol Wojtila Hospital dovesse tornare in mano alla Fenig srl che, nel 2017, aveva invece avviato le procedure di cessione di ramo di azienda alla società Promedica 88, attuale amministratrice, illustrando alle organizzazioni sindacali un progetto poi non più rispettato dalla Fenig. I lavoratori hanno spiegato che ci sono dubbi in relazione alla nuova proprietà della Fenig e sulle garanzie offerte, anche alla luce delle informazioni di dominio pubblico che il mercato esprime al riguardo. La vicenda del trasferimento d’azienda è allo stato sub iudice, poiché la proposta di concordato preventivo è ancora al vaglio del Tribunale e la stessa è subordinata alla voltura delle autorizzazioni e degli accreditamenti da parte della Regione Lazio in favore della Fenig, al fine di garantire la continuità aziendale e assistenziale e l’esecuzione stessa del piano a tutela dei creditori sociali, tra cui gli stessi lavoratori.

La Promedica 88, per il tramite della direttrice generale Rosaria Idone e dell’avvocato Lorenzo Dominici, ha spiegato di aver accettato nel 2017 la richiesta di Fenig di gestire in affitto di ramo d’azienda la Casa di cura Karol Wojtyla Hospital e di essersi poi fatta carico di gran parte delle somme dovute ai lavoratori dalla Fenig stessa e di aver svolto ingenti investimenti nell’ampliamento dei servizi e nel miglioramento continuo della qualità offerta dalla struttura agli utenti, sulla base di un accordo scritto che avrebbe poi comportato la cessione definitiva del ramo di azienda alla Promedica 88. Tale accordo non è tuttavia stato rispettato dalla Fenig e la vicenda oggi è sotto il faro del Tribunale di Roma che dovrà giudicare se le richieste della Fenig sono legittime o se, come chiedono i lavoratori, la gestione della casa di cura debba restare in capo alla Promedica 88.

I rappresentanti sindacali hanno messo in evidenza come ci siano state sempre criticità durante la precedente gestione della Fenig, con ritardi nei pagamenti delle retribuzioni (fino ad arrivare al mancato pagamento degli stipendi per oltre 12 mesi e ad altre pendenze, poi saldate dalla Promedica 88) e, soprattutto, il mancato versamento ai fondi di previdenza complementare delle quote di TFR maturate dai lavoratori.

Al termine dell’audizione, la presidente e i membri della commissione Sanità hanno annunciato che sarà redatto un atto formale (risoluzione della commissione o mozione), con il quale si chiederà un impegno puntuale alla Regione Lazio per tutelare lavoratrici e lavoratori e per garantire la regolare erogazione delle prestazioni sanitarie della casa di cura in regime di accreditamento. La volontà espressa dalla commissione è quella di intervenire prima della conclusione del giudizio in Tribunale per prevenire un’eventuale crisi occupazionale ma anche per evitare quello che da più parti è stato paventato come un danno per il sistema sanitario regionale. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio