Moria del kiwi, gruppo di lavoro nazionale per contrastare il fenomeno

Annunciato dal sottosegretario alle Politiche agricole in una audizione congiunta oggi tra ottava e undicesima commissione del Consiglio regionale.
servizi agroalimentari 22/09/2020 - Un gruppo di lavoro snello, comprendente le regioni danneggiate e altre che hanno avuto esperienze analoghe, nonché gli enti di ricerca del settore, questa la strategia nazionale di lotta al fenomeno della moria del kiwi, come enunciato dal sottosegretario al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, intervenuto nell’audizione congiunta di oggi tra ottava e undicesima commissione (agricoltura e sviluppo economico) del Consiglio regionale.

Fenomeno che sta avendo, come ricordato in introduzione dei lavori, gravi ripercussioni sul territorio della provincia di Latina, della cui economia è una parte importante, ma anche dei Castelli romani, e in cui non sono finora venute in rilievo evidenze scientifiche su agenti patogeni particolari. Le aree interessate producono circa l’80 per cento del kiwi italiano, è stato anche detto, e i posti di lavoro sono a rischio, quindi una qualche forma di intervento è urgente.

Da parte ministeriale confermata, alla base della decisione per il gruppo di lavoro, la gravità del problema a livello nazionale, e il fatto che non sia disponibile al momento una spiegazione scientifica. Membri del gruppo di lavoro saranno i servizi fitosanitari delle regioni colpite e di quelle che ne hanno fatto richiesta: vi parteciperanno quindi Veneto, Piemonte, Friuli, Emilia Romagna, quest’ultima al momento non colpita, oltre a Calabria e Lazio, il Crea (consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e altri enti di ricerca. Ieri un primo incontro, da cui è emersa come primaria la necessità di un monitoraggio, quindi quella di dare indicazioni agli agricoltori e infine di fare una ricognizione delle ricerche già effettuate e avviarne di nuove e multisettoriali. Allo studio anche un aiuto ai danneggiati dal fenomeno, ha concluso il ministero.

L’assessorato regionale all’agricoltura ha riferito sul lavoro della direzione regionale agricoltura su questa vicenda, che insiste su un comparto estremamente importante: 9000 ettari di superficie agricola dedicata al kiwi, 150 mila tonnellate annue il prodotto. Questo mentre la produzione si sta riducendo, anche se in misura minore che in altre regioni. La moria del kiwi si manifesta in un progressivo appassimento della pianta, fino alla morte: le cause non sono note con certezza quindi bisogna anzitutto proseguire con la ricerca. Varie azioni sono state messe in campo fin dall’ottobre del 2019, tra cui un tavolo tecnico con la partecipazione dell’università della Tuscia; in agosto scorso infine si è richiesta una cabina di regia sul fenomeno a livello nazionale, la cui partenza è stata annunciata il 15 scorso in una riunione alle parti interessate. Quantificare l’entità del fenomeno è la primaria esigenza,  ha concluso l’assessorato.

Per quanto riguarda gli enti locali, per il comune di Latina è stato detto che circa un 30 per cento dei terreni coltivati a kiwi sono colpiti, con prevalenza della varietà verde, ma ultimamente estesa anche a quella gialla. La perdita economica si verificherà verso il mese di dicembre, nella sua esatta consistenza. Bene la task force nazionale, sarà necessario un censimento delle aziende per quantificare con esattezza l’entità dei danni. In ogni caso, la gravità del problema richiede un intervento sollecito; il comune di Sermoneta ha detto di aver apprezzato l’intervento dell’assessorato regionale nelle sue linee principali.

Sul versante delle associazioni di categoria, Coldiretti ha detto di apprezzare l’iniziativa del gruppo di lavoro, specie allo scopo di fornire agli agricoltori un vademecum di comportamento; altrettanto importante la ricerca, comunque. I risarcimenti alle aziende sono anch’essi necessari. Confagricoltura lazio ha insistito anch'essa sul tema dell’importanza della ricerca al fine di stabilire una strategia adeguata di lotta al fenomeno, che insiste su una produzione che è un’eccellenza italiana. Per FAGRI Latina, grave il problema delle banche, che non permettono l’accesso al credito agli agricoltori.

Per la parte della ricerca,  l’Area servizio fitosanitario regionale e innovazione in agricoltura, ha sottolineato l'importanza di un gruppo di lavoro di tipo tecnico e interdisciplinare per sviscerare in maniera organica tutte le tematiche coinvolte. Affrontare solo uno degli aspetti è infatti limitativo ai fini della ricerca delle soluzioni. Prima degli indennizzi, salvare la filiera è la priorità. Per il Crea, su una cosa c’è accordo tra gli esperti, la complessità del fenomeno, che sicuramente è collegato a dei cambiamenti, climatici o colturali che siano.

Tra i consiglieri, è emerso il suggerimento di reti d’impresa o bandi ad hoc per ovviare a questa problematica, il cui impatto sull’economia laziale è molto forte. Coinvolgere le aziende nella fase di studio della patologia del kiwi è stata un'altra idea prospettata, ma nell’immediato bisogna comunque intervenire, si è concordato, e anche con rapidità di azione. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio