La commissione Sanità vota una risoluzione sulla Fondazione Santa Lucia

Si chiede alla Regione di ottemperare a due sentenze del Tar e a una del Consiglio di Stato e di adottare opportune iniziative per la ridefinizione delle categorie dell’alta specialità riabilitativa (codice 75).
14/01/2021 - La commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone (Forza Italia), riunita oggi in modalità telematica, ha approvato all’unanimità la risoluzione presentata dai consiglieri del Movimento 5 stelle Roberta Lombardi, Loreto Marcelli e Francesca De Vito, che chiede alla Regione Lazio di ottemperare alle sentenze del Consiglio di Stato e del Tar e di “adottare le opportune iniziative ai fini della ridefinizione delle categorie che possono rientrare nel codice 75 (necessità di alta specialità riabilitativa)”.

La risoluzione è stata illustrata dal vicepresidente della settima commissione, Loreto Marcelli, il quale ha ripercorso le tappe salienti di una vicenda iniziata nel 2016, quando il decreto commissariale del Lazio n. 377, prendendo a riferimento il fabbisogno nazionale di neuroriabilitazione di alta specialità calcolato dal Ministero della Salute in 1.216 posti letto in tutta Italia, “aveva ridotto il numero dei posti letto accreditati presso la Fondazione Santa Lucia da 325 a 117”, ha detto Marcelli. “Con successivo decreto n. 275 del 2018, la Regione aveva invitato l’Irccs Santa Lucia ad attuare la riconversione che prevedeva una nuova riduzione dei posti letto – ha aggiunto il vicepresidente della commissione – avendo disposto la restrizione delle patologie che rientrano nei trattamenti che necessitano di alta specialità neuroriabilitativa (modifica del cosiddetto codice 75) e conseguentemente determinando minori casi da assegnare alla Fondazione Santa Lucia”. Nel 2019, su ricorso della stessa, il Tar ha annullato entrambi i decreti e il Consiglio di Stato, nella recente sentenza del 10 novembre 2020, ha rigettato i ricorsi presentati dalla Regione Lazio che aveva impugnato le due sentenze del Tar. Da qui, la risoluzione presentata in commissione che, prima del voto, è stata modificata nella parte della richiesta d’impegno, con l’eliminazione del riferimento alla conferma dei 325 posti letto, ritenuta pleonastica dagli altri consiglieri, e con una precisazione riferita alle competenze limitate che ha la Regione nel definire i criteri dei codici nazionali, suggerita dal presidente Simeone.

Egidio Schiavetti, dell’assessorato regionale alla Sanità, ha spiegato che “la Giunta regionale non ha mai ritenuto di ridurre i posti letto del Santa Lucia, che sono 325 e non sono mai stati messi in discussione. Il tema – ha precisato Schiavetti – è il codice 75, i cui criteri di accesso non sono solo di livello regionale ma vengono definiti da una commissione a livello ministeriale, alla quale partecipa anche il Consiglio Superiore di Sanità, e che chiaramente valgono per tutto il territorio nazionale e non possono essere diversi nel Lazio rispetto alle altre regioni”.

Alcuni commissari, nell’annunciare il voto favorevole alla risoluzione, hanno comunque espresso perplessità sulla stessa. Massimiliano Maselli (Fratelli d’Italia) ha detto che “non si può non votare questa risoluzione, che però è assolutamente inutile e pleonastica, perché le sentenze sono sentenze ed è evidente che la Regione dovrà rispettarle”. Posizione condivisa da Marta Bonafoni (Lista Civica Zingaretti), la quale ha parlato di “una forzatura, sia perché è scontato che si deve ottemperare alle sentenze e sia per la non possibilità della Regione a decidere unilateralmente sulla questione: esiste un tavolo nazionale dal quale può e deve arrivare la soluzione all’annoso problema della Fondazione Santa Lucia”. D’accordo anche Rodolfo Lena (Pd), il quale ha ribadito che “il problema non è il numero di posti da accreditare ma i codici di attribuzione che vanno dati a quei posti, ai quali corrisponde un valore economico. Sappiamo tutti che il Santa Lucia è una struttura di altissimo livello – ha aggiunto Lena – e abbiamo anche lavorato nella scorsa legislatura con il ministero per capire se si potevano trovare dei codici intermedi che garantissero il giusto equilibrio tra costi e rimborsi, ma la situazione è complessa. Noi voteremo questa risoluzione perché è chiaro che le sentenze vanno rispettate ma si deve aprire un tavolo con il Governo per risolvere definitivamente una vicenda che va avanti da troppi anni”.

Chiara Colosimo (FdI) si è detta sorpresa della presentazione di questa risoluzione “ma questo non toglie che si possa condividere”, ha aggiunto. “La questione non è unicamente di responsabilità della Regione – ha spiegato Colosimo – mi risulta che il Consiglio Superiore di Sanità si sia già espresso su questa tematica e quindi penso che tutti insieme si possa riconoscere questa eccellenza e permetterle di riprendere a fare la sua parte come ha fatto sempre, ma in questo caso sostenuta con più forza dalla Regione Lazio”. Anche Valentina Grippo (Pd) ha sottolineato il carattere di eccellenza del Santa Lucia, precisando che “quello di cui si discute non è quindi il rapporto tra Regione e la qualità sanitaria dei servizi erogati dal Santa Lucia, ma come gestire la complessa problematica del passato, nota anche a livello nazionale. Quello che dobbiamo sollecitare, senza andare fuori legge, è ragionare negozialmente sulla modalità per chiudere la vicenda del passato in modo da non gravare in modo eccessivo su una struttura che tutti noi conosciamo come un’eccellenza per i pazienti del Lazio, magari con una moral suasion a livello nazionale per modificare i criteri del codice 75”. In chiusura di seduta è intervenuta anche Francesca De Vito (M5s) per ringraziare i consiglieri per il voto unanime e per sottolineare “il ruolo fondamentale che svolge la Fondazione Santa Lucia attraverso tutte le attività di assistenza e di ricerca”.

Hanno espresso voto favorevole alla risoluzione, così come modificata dalla commissione, anche il vicepresidente Paolo Ciani (Centro Solidale – Demo.S), Michela Di Biase (Pd) e Michela Califano (Pd). A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio