Politiche giovanili: in IX commissione ultima audizione sulla proposta di legge

Riconoscere la figura dello “Youth Worker”, l’Animatore per la gioventù che si occupa della formazione dei giovani sugli aspetti sociali, culturali ed artistici della loro crescita.

Giovani. 19/10/2021 - Si è concluso oggi in IX Commissione Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio, il ciclo di audizioni in merito alla proposta di legge n. 176 "Disposizioni in materia di politiche giovanili”, di iniziativa di Eleonora Mattia (Pd), presidente della stessa commissione, e dei consiglieri Salvatore La Penna e Valentina Grippo, entrambi del Pd.

La proposta di legge, che si rivolge a una platea di persone tra i 14 e i 35 anni, vuole rispondere ai bisogni delle nuove generazioni, anche alla luce dell'emergenza sanitaria.

Anche nell’audizione odierna sono intervenute molteplici associazioni di giovani che hanno espresso apprezzamento per la pl, ma anche proposto suggerimenti per eventuali integrazioni. Una su tutte, quella di prevedere esplicitamente nel testo la figura dello “youth worker”, ovvero la persona che si occupa della formazione dei giovani con particolare attenzione agli aspetti sociali, culturali ed artistici della loro crescita.

“Abbiamo difficoltà a toccare una grande parte di ragazzi che non sono già coinvolti nell’associazionismo”, ha detto il presidente dell’Associazione culturale Eufemia di Torino, Pasquale Lanni, per il quale occorre “essere all’interno di luoghi e spazi che i ragazzi frequentano”, e indicando nello youth worker la figura che dà la possibilità di partecipare ai processi sociali, culturali ed artistici “nei momenti non strutturati”.

Anche per Michelangelo Belletti, presidente dell’Associazione nazionale Ninfea, che riunisce proprio gli youth workers, questa figura anche detta Animatore per la gioventù, è uno “strumento a favore della partecipazione sul territorio fondamentale per poter accompagnare quei giovani non inclusi in altri processi, che non riescono a essere intercettati”. Prevedendo questa professione nel testo, per Belletti occorre anche definirne il percorso formativo e considerare il sostegno a chi lavora nei centri giovani come un capitolo stabile della finanza pubblica.

L’obiettivo è stabilire dei processi di educazione non formali per parlare con tutti quei giovani che non frequentano scuole, università o associazioni, quei giovani in situazioni “neet”, acronimo inglese che indica persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione (Neither in Employment or in Education or Training).

“L’assistenzialismo non ha fatto bene alle giovani generazioni”, il parere di Anna Lodeserto, Giovani educatori, per la quale sarebbe opportuno focalizzarsi maggiormente su un target 18-30 anni, sulla dimensione europea e sull’inclusione digitale.

Per Federico Lobuono, dell’Associazione La giovane Roma formata solo da under 25, la partecipazione attiva dei giovani dovrebbe essere allargata anche ad ulteriori contesti, coinvolgendoli nei processi decisionali anche per avvicinarli alla cosa pubblica, “altrimenti la mia generazione viene meno nel momento del voto”, riferendosi al tasso di affluenza molto basso di queste ultime elezioni e indicando nella dispersione scolastica uno dei maggiori problemi delle periferie e aree marginali dove occorre trovare spazi e luoghi per attività da fare dopo scuola.

Per Marco Trulli di Arci Viterbo, occorre “valorizzare la presenza delle università che possono essere uno strumento per sedi e spazi”, mentre tra le tematiche da promuovere c’è il volontariato, la parità di genere anche nel linguaggio, la musica con la valorizzazione di esperienze formali e informali, ma anche dei linguaggi artistici in generale.

Reti informatiche e trasporti efficienti sono poi indicati come fattori chiave, anche per ricucire un divario sia culturale che sociale.

“Daremo tutto il nostro supporto affinché la legge venga approvata nel minor tempo possibile. Siamo quasi alla fine di questo percorso, c’è bisogno di questa legge”, ha detto Nastassja Habdank, Giovani democratici del Lazio.

“Legge che sarà strategica”, ha dichiarato Lorenzo Sciarretta, delegato del Presidente della Regione Zingaretti alle Politiche Giovanili, che con la presidente della Commissione ha voluto questa audizione, per “poter capire come inglobare il riconoscimento dello youth worker anche nella Regione Lazio e il ruolo dell’associazionismo giovanile”. Una legge che secondo Sciarretta, “potrà dare stabilità anche finanziaria alle politiche giovanili”.

Venti giorni il tempo indicato dalla presidente Mattia per depositare le osservazioni per questa proposta di legge sulla quale “abbiamo fatto un lavoro più lungo di audizioni rispetto ad altre, per ascoltare il più possibile”, ha detto.

Hanno partecipato Laura Cartaginese (Lega), Valentina Grippo (Gruppo Misto) e Giuseppe Simeone (FI). A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio