La pandemia nella Asl Roma 1, audizione in commissione speciale Covid -19

Relazione del commissario straordinario della Asl Roma 1 Angelo Tanese, sull'impatto della pandemia sull'azienda di competenza.
25/01/2022 - Nell’audizione convocata dalla commissione straordinaria Covid 19, presieduta da Paolo Ciani (Centro Solidale -Demos), oggi è stata la volta della relazione del commissario straordinario della ASL Roma 1, Angelo Tanese, il quale ha illustrato l’impatto della pandemia sull’Azienda sanitaria di propria competenza, con riferimento all’erogazione delle prestazioni sanitarie e all’organizzazione dei servizi di prevenzione, diagnosi e cura dei cittadini.  

“Per un’azienda sanitaria come Roma 1 - ha spiegato il commissario straordinario, Angelo Tanese - di immense dimensioni, la pandemia ha portato uno stress organizzativo che abbiamo affrontato con responsabilità. Sono stati anni difficili, ma anche occasione per imparare molto”. Il commissario ha poi proseguito illustrando i vari step affrontati in pandemia e le conseguenti risposte date. ”Per gli accessi ai pronto soccorso, la prima cosa messa in campo è stata la centrale operativa aziendale (COA) per gestire in maniere efficiente il setting assistenziale, esperienza che ci ha permesso di gestire l’emergenza Covid, anche quando abbiamo attivato gli alberghi Covid, liberando posti letti.  Questo sistema, che avevamo già attivato presso la nostra Asl, con una piattaforma informatica, oggi prevista dal Pnnr, si è dimostrata molto efficace. Da ottobre 2020, il San Filippo Neri è diventato ospedale Covid,  così come il Santo Spirito,  nell’arco di poco tempo abbiamo dovuto sospendere alcune attività, le visite specialistiche e  diagnostiche, ma da giugno 2021 abbiamo recuperato la mancata erogazione delle prestazioni. La connessione offerta dal Coa ha permesso alla Asl Roma 1, con i suoi 7500 medici, di essere informati in tempo reale. Per questo abbiamo istituito anche il gruppo locale per l’emergenza che si riunisce in modalità telematica, tutti i lunedì, siamo giunti alla 94esima, è un momento di confronto per applicare indirizzi nazionali, chiarimento di decreti e sciogliere dubbi.  Il nostro piano sanitario è stato sempre frammentato, questo gruppo locale per l’emergenza è stata un’occasione di coesione, nato in emergenza ma che intendiamo rendere strutturale. Abbiamo gestito le centrali operative territoriali, aggiuntive ai Coa, per la gestione dei casi Covid a domicilio. Abbiamo creato qualcosa di nuovo per rispondere alle emergenze, ma se abbiamo saputo affrontare questo per il Covid, dovremmo essere capaci di farlo per il coordinamento e il monitoraggio delle persone più fragili in attività ordinaria,  per facilitare il percorso di presa in carico di un paziente, e affinché il medico di medicina generale non sia più solo.  Abbiamo monitorato le case di riposo. Purtroppo l’impatto sugli ospedali è ancora forte, ma parliamo dell’impatto su attività no Covid. Ci siamo trovati a dover gestire le liste di attesa, abbiamo avviato collaborazioni con strutture private dove i nostri medici potessero operare, i pazienti oncologici sono sempre stati trattati, per la riduzione delle sale operatorie, abbiamo delocalizzato in altre strutture, ora le abbiamo riportate all’interno, ma questa situazione ci ha consentito di mandare avanti tutte le chirurgie. Cosa abbiamo fatto per le prestazioni sospese nel lockdown? Non abbiamo chiuso proprio tutto, abbiamo mantenuto aperti i centri prelievi, gli ambufest, i consultori, lo screening di secondo livello, le vaccinazioni obbligatorie, e tutti i percorsi assistenziali. C’è stato il tentativo di limitare l’impatto sui più fragili, abbiamo provato ad attivare forme di teleassistenza, ed evitare la sospensione di percorsi di cura, il costo di tutto questo è stato l’impossibilità di rendere altre prestazioni, abbiamo dovuto recuperare 84mila prestazione. E’ stato un lavoro ragionato, abbiamo differenziato per rischio, i primi accessi da quelli di controllo, abbiamo ripartito questo recupero tra prestazioni nei nostri centri, mentre la singola visita l’abbiamo esternalizzata nella specialistica accreditata, abbiamo recuperato tutto a giugno 2021, in 12 mesi portato a regime il sistema. Oggi assistiamo a una minore domanda di prestazione, non siamo tornati ai volumi di due anni fa. Lo screening è stato un po’ trascurato, in questi due anni abbiamo perso questa adesione e i target che avevamo raggiunto. La Asl Roma 1 è stata ed è una macchina da guerra straordinaria sul fronte vaccini, , abbiamo tanti hub vaccinali importanti, molti spock, siti pediatrici, dopodomani apriamo un uovo sito pediatrico all’Auditorium, gestito migliaia di vaccinazioni a domicilio, convenzioni con Uber, pulmini nei campi rom, collaborato con la comunità di Sant’Egidio con  il carcere di Regina Coeli, ricordo inoltre l’ open night per chi non possedeva il codice fiscale, di cui parlò anche il New York Times, e poi tutto il discorso di collaborazione con i dirgenti scolastici per le scuole”.

Al termine della relazione sono intervenuti il consigliere Giuseppe Simeone (FI), il quale ha espresso plauso per il lavoro svolto, ma anche rilevato come la pandemia abbia portato alla luce i nervi scoperti della sanità laziale sui sistemi di areazione nelle scuole. Critico l’intervento della consigliera Francesca De Vito (Gruppo Misto), sul funzionamento del Sisp, sui costi degli alberghi Covid, come l’Hilton, quando si sarebbero potuti riaprire il Forlanini e il San Giacomo, sulla carenza di personale medico nelle sale operatorie, sui tempi di risposta dei tamponi molecolari,

Ha concluso la seduta il presidente Paolo Ciani, nel suo intervenuto ha spiegato come in questa battaglia contro il Covid in realtà si sta impostando la sanità di domani “perché la la pandemia ha dato l’ energia e la possibilità di fare cose prima impensabili. Le centrali operative – ha dichiarato Ciani – è una delle novità che dovremmo incrementare, è chiaro che abbiamo vissuto una situazione di criticità, ma la risposta è stata eccellente”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio