Tfs, Leodori: definizione bonaria dei contenziosi entro febbraio

Regione Lazio soccombente nei tribunali
Il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori. 02/02/2021 - E’ intervenuto il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, nell’audizione nella prima commissione, a dare rassicurazioni sulla volontà della Giunta di giungere a una definizione bonaria della vicenda dei dipendenti regionali (entrati in servizio prima del 2001) che, sostenuti dalle organizzazioni sindacali, hanno dovuto presentare ricorso innanzi al giudice del lavoro, per vedere riconosciuto il diritto al calcolo del trattamento di fine servizio, come previsto dalla legge regionale 67 del 1979 e non secondo quanto stabilito da un regolamento regionale del 2015.

A chiedere l’audizione in prima commissione, presieduta da Rodolfo Lena (Pd), è stato il consigliere Antonello Aurigemma (FdI) il quale ha introdotto il tema dell’incontro. “C’è una legge regionale del 4 settembre 1979 – ha esordito Aurigemma - che ha stabilito di riconoscere ai propri dipendenti regionali un trattamento di fine servizio integrativo. La parte amministrativa di questa regione invece non ha inteso proseguire questo trattamento di fine rapporto, costringendo centinaia e centinaia di persone a fare delle cause che vedono soccombente la Regione. Questa si vede costretta non solo a pagare il trattamento di fine rapporto ma anche spese legali e interessi. A peggiorare la situazione – ha proseguito Aurigemma - c’è stato chi ha pensato di modificare la gerarchia delle leggi, pensando di modificare le norme con atti organizzativi aziendali, ma una recente sentenza della Corte costituzionale continua a stabilire che il trattamento di fine servizio deve essere erogato come prima. Mi domando - ha concluso Aurigemma-: la politica ha ancora un ruolo?”

“Questa problematica – ha spiegato Leodori - si è avuta a seguito della mancata parifica del capitolo di spesa sul trattamento di fine servizio da parte della Corte dei conti. Da lì questa disciplina individuata dalla Giunta regionale del Lazio, abbastanza dibattuta. A seguito di quel percorso si sono innescati alcuni contenziosi. Concordo con il consigliere Aurigemma che la politica deve evitare il più possibile le sule di tribunale. L’indicazione che vorremmo dare è quella di arrivare a una definizione bonaria dei contenziosi in questo mese di febbraio ed evitarne di ulteriori”.

E’ poi intervenuto Alessandro Bacci, direttore regionale del Personale, il quale ha ricordato la mancata parifica del capitolo del bilancio 2019 sul tfs da parte della Corte dei conti. “Poi abbiamo avuto la pronuncia della Corte costituzionale  - ha spiegato Bacci -, così per le vie brevi abbiamo posto alla Corte dei conti il tema della conciliazione di queste due pronunce”.  

Per la parte sindacale, è intervenuto Remo Coniglio, Segretario Cisl Fp, secondo il quale “in un’amministrazione pubblica che si rispetti, come la Regione Lazio, non è possibile  che, dopo dieci sentenze e duemila persone che sono andate da un giudice (la prima causa l’ha promossa la Cisl nel 2016), ancora oggi ci sentiamo dire dal capo del personale che, a seguito della sentenza della Corte costituzionale, si avviano le procedure che la Corte dei conti ha bloccato. Il problema – ha proseguito Consiglio -  non è la sospensione che ha fatto la Corte dei conti ma dare il dovuto secondo quanto hanno stabilito i giudici”. Coniglio ha ripercorso i passaggi salienti della vicenda. “Qui c’è il diritto di una legge e della conferma della legge con un’altra legge interpretativa – ha concluso Coniglio - e ci stanno ben dieci sentenze che concludono con una bella frase: il diritto dei ricorrenti a riconoscere il Tfs con le modalità di calcolo della legge 67”.

Riccardo Micheli, per il sindacato Direr: “Qui sono stati violati alcuni principi fondamentali. Il primo principio è che c’è una gerarchia delle fonti. C’è una legge regionale e non è possibile che un atto amministrativo vada contro una legge regionale. C’è un principio di autotutela: se è soccombente nella prima, nella seconda e nella terza sentenza, la Regione non può perseverare: errare è umano, ma perseverare è diabolico. Tutte queste sentenze andranno alla Corte dei conti che valuterà se c’è una responsabilità di danno erariale in questo comportamento. Infine – ha concluso Micheli -, non si può fare una norma ora per allora e azzerare i benefici previsti da una norma regionale precedente".

La consigliera Valentina Corrado (M5s) ha ipotizzato di risolvere la questione con un aggiustamento normativo nel prossimo collegato al Bilancio. Ipotesi questa che è stata accolta favorevolmente da Paolo Terrasi, Cgil, secondo il quale una soluzione normativa potrebbe portare a una soluzione della faccenda. Leodori si è detto disponibile anche a questa ipotesi, pur ribadendo che l’indicazione è quella di risolvere la questione con una definizione bonaria entro la fine di febbraio. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio