Tmb di Guidonia, no dei cittadini dopo il dissequestro

Due audizioni congiunte delle commissioni Ambiente e Rifiuti sull'impianto dell'Inviolata e sull'area Stacchini a Tivoli Terme.
Il Tmb di Guidonia 08/09/2020 - Due audizioni congiunte fra commissione Rifiuti, urbanistica e commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio per fare il punto su due situazioni nell’area a nord-est di Roma, con le associazioni dei cittadini e le amministrazioni locali.

La prima ha avuto come centro l’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti di Guidonia, ma più in generale la situazione ambientale nella zona dell’Inviolata.
Molti i problemi sollevati nel corso degli interventi. E’ stata ripercorsa la storia di quest’area, adiacente alla discarica, ormai esaurita, in origine compresa nel perimetro del parco regionale. In sintesi, secondo le associazioni, si tratta di una zona di alto valore ambientale, che rischia di essere compromessa dall’entrata in funzione del Tmb, autorizzato per 190mila tonnellate annue ad agosto scorso, dopo il dissequestro disposto dal tribunale di Tivoli. Una quantità, secondo i comitati ambientalisti, del tutto spropositata rispetto alle esigenze del territorio. Guidonia corre, secondo gli intervenuti, il rischio "di tornare a essere la pattumiera di tutta la Regione”. Le associazioni hanno invocato all’applicazione della legge regionale che tutela le zone ad alto rischi ambientale. Da più parti si è invocato l’intervento della magistratura per censurare le presunte irregolarità nella procedura.
Giudizio negativo sul Tmb anche da parte dell’amministrazione comunale di Guidonia, che ha ribadito la sua assoluta contrarietà all’entrata in funzione dell’impianto.
Nella replica, la direzione regionale Rifiuti, ha ribadito la correttezza dei procedimenti amministrativi: non si tratta di una nuova autorizzazione, ma del rinnovo di quella del 2010, in seguito al dissequestro, fino al 2024. L’impianto non è ancora entrato in funzione perché sono in corso i collaudi previsti dal provvedimento dell’amministrazione regionale. Per quanto riguarda il quantitativo autorizzato, l’istruttoria non si è ancora conclusa.

La seconda audizione congiunta ha riguardato il polo logistico progettato in località Stacchini a Tivoli Terme. Si tratta di un’area di circa 70 ettari alle spalle della stazione ferroviaria, Secondo le associazioni che hanno richiesto l’audizione, si tratta di una zona protetta, un sito di interesse comunitario di grande interesse naturalistico, dove è stato presentato un progetto di un polo logistico, con la motivazione del rilevante interesse pubblico, per circa 2 milioni di metri cubi. Con un notevole aumento di cubatura rispetto a quanto previsto dal piano regolatore (900mila metri cubi). Le due società che hanno presentato il progetto, infine, hanno spiegato i cittadini, risultano in liquidazione.

Per l’assessorato regionale all’Urbanistica non c’è ancora alcun atto formale da parte del Comune di Tivoli, che ha le competenze sulla pianificazione: si tratta di un’operazione che riguarda un sito di interesse comunitario, su cui non si può intervenire senza la preventiva autorizzazione del ministero. Per certificare il rilevante interesse pubblico serve non solo il parere del Comune, ma anche della Regione, che proprio accanto all’area in questione vuole realizzare un grande polo sanitario. Dall’amministrazione regionale, insomma, si prospetta un parere decisamente negativo.
L’assessore all’ambiente del Comune di Tivoli ha ricordato che si tratta di uno stabile dove in passato aveva sede un polverificio, da tempo in situazione di degrado, oggetto di numerose occupazioni, di abbandono di rifiuti pericolosi e dove hanno avuto luogo numerosi roghi tossici. Il Comune ha ricevuto una proposta di riqualificazione e riconversione, su cui la giunta ha dato parere favorevole. Attualmente la delibera è all’esame del Consiglio comunale dove se ne discuterà l’11 settembre.

D’accordo con la posizione del Comune i rappresentati di un gruppo Facebook locale che nel loro intervento hanno evidenziato il grave degrado dell’area e che nel progetto restano 20 ettari destinati a verde pubblico, dove mantenere il sito di interesse comunitario: la priorità è la bonifica della zona.
La direzione regionale Rifiuti, concludendo la seduta, ha ribadito di aver fatto già presente al Comune di Tivoli le criticità del progetto, in particolare sulla bonifica del sito e sull’incidenza sull’area di interesse comunitario. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio