Audizioni in commissione Sanità su Policlinico Umberto I e "Casa Dago"

Confronto tra il direttore generale D’Alba e i sindacati, seguito da quello tra la Regione e la presidente di A.R.CO.92, Maria Elena Villa.
Foto Wikipedia. 23/11/2021 - Doppia audizione oggi nella commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Rodolfo Lena (Pd) e riunita in modalità mista, in presenza in sala Etruschi ma anche telematica. Nella prima audizione, richiesta dal consigliere Antonello Aurigemma (FdI), il direttore generale del Policlinico Umberto I, Fabrizio d’Alba, ha risposto alle questioni poste da alcuni rappresentanti sindacali in merito alla chiusura del Reparto di Oncologia, allo spostamento del Percorso Breast e alla mancata costituzione dell’organismo paritetico, come previsto dall’articolo 6 bis del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Nella seconda audizione, invece, la settima commissione ha affrontato la questione relativa alla sospensione del progetto “Casa Dago” della Onlus A.R.CO.92, che si occupa della cura dei pazienti post-comatosi in fase di transizione tra terapia riabilitativa, ospedaliera e ritorno al proprio domicilio.

Le problematiche afferenti al Policlinico Umberto I sono state illustrate da Vincenzo Bianco (Cimo), Antonio Sili Scavalli (FVM) e Domenico Carni (ANPO-ASCOTI-FIALS). Il primo ha precisato che le questioni poste oggi sono “solo una piccola parte delle criticità che riscontriamo all’interno dell’Azienda e per questo abbiamo chiesto invano numerosi incontri, ma siamo stati convocati solo tre volte dal direttore. Noi offriamo piena collaborazione, nel rispetto però delle prerogative delle organizzazioni sindacali”. Bianco ha poi elencato i problemi che richiedono una soluzione urgente: mancata costituzione dell’organismo paritetico ex articolo 6 bis del CCNL; mancata contrattazione sul fondo di perequazione; assenza del Comitato unico di garanzia. Sili Scavalli e Domenico Carni, in aggiunta, hanno posto anche il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il direttore generale del Policlinico Umberto I, Fabrizio d’Alba, ha esordito dicendo che “il tema della rappresentatività è il tema più importante del Policlinico”, poiché le relazioni sindacali sono complesse e l’azienda ha numerosi problemi. “Dovrebbe esserci un rappresentante per ciascuna organizzazione sindacale – ha spiegato – ma al Policlinico abbiamo un problema su questo punto, come tutti i policlinici universitari. Abbiamo posto il quesito all’Avvocatura dello Stato in merito alla composizione della delegazione trattante”. D’Alba ha ribadito l’impegno per la costituzione dell’organismo paritetico, condizione propedeutica a far ripartire l’azienda in una dialettica ordinaria, più normale. Riguardo al tema della perequazione, il direttore generale ha spiegato che c’è un problema di legittimità dei vecchi regolamenti, per cui alcune sigle sindacali dicono che vige un regolamento e altre sigle un altro. “Nella prossima riunione di contrattazione porterò la nostra proposta, frutto anche di un parere legale di un avvocato che ci sta seguendo su questo contenzioso”, ha detto D’Alba. Con riferimento al Comitato unico di garanzia, il direttore ha annunciato di aver firmato l’apposita delibera che sarà pubblicata a breve. Sullo spostamento della Breast Unit all’Eastman, D’Alba ha spiegato che “di fatto è un plesso entrato nel patrimonio del Policlinico qualche anno fa, dove rimane l’attività di odontoiatria, ma per noi è una cosa positiva spostare lì il percorso Breast perché la sede attuale è fatiscente. È una cosa positiva per le donne che stanno frequentando quel centro, di qualità superiore al precedente”.

In chiusura di seduta, il presidente Lena ha ricordato che il Policlinico “rappresenta un centro di eccellenza nella Sanità laziale” e ha auspicato “un dialogo costante tra le istituzioni per superare ogni criticità e mantenere uno standard qualitativo alto nella risposta alle esigenze dei cittadini”.

Nella seconda audizione odierna, richiesta da Massimiliano Maselli (FdI), la commissione Sanità ha incontrato il presidente e la direttrice della ASP IRASP, Mario Marazziti e Roberta Gaeta, la presidente della onlus A.R.CO.92, Maria Elena Villa, per fare il punto sulla situazione del progetto “Casa Dago”.

Maselli ha ricordato l’emendamento alla legge di bilancio dello scorso anno che ha stanziato le risorse per far ripartire e salvaguardare le attività dell’associazione A.R.CO.92, “ma purtroppo dopo quasi un anno la situazione non si è risolta – ha detto – perché la convenzione non è stata ancora sottoscritta e quindi non si è potuto dare seguito all’erogazione delle risorse necessarie allo svolgimento di una nobile attività assistenziale nata nel lontano 1999”.

Ornella Guglielmino, dirigente dell’Area Welfare di Comunità e innovazione sociale, della Direzione regionale per l’inclusione sociale, ha spiegato che i 400mila euro stanziati per il 2018-2020 sono stati impegnati, una parte è già stata erogata, l’altra parte sarà erogata sulla base del servizio reso. “Per procedere alla stipula della convenzione tra l’Asp Irasp e l’associazione onlus A.R.CO.92 è stato necessario predisporre una manifestazione d’interesse, per tutto il territorio regionale e non solo per uno specifico quadrante di Roma. Mancava però il contratto di locazione, che è stato stipulato il primo luglio 2021”, ha spiegato Guglielmino. “Le risorse – comprese quelle dell’emendamento citato – sono state impegnate e quindi non andranno perse”, ha concluso la dirigente regionale, auspicando una rapida firma della convenzione da parte di A.R.CO.92.

Il presidente dell’Asp Irasp, Mario Marazziti, ha ripercorso l’iter della vicenda a partire dalla costituzione dell’Asp fino all’invio della bozza della convenzione, il 31 maggio 2021. “Dopo la stipula della locazione del nuovo immobile – ha detto il presidente – sono partiti i lavori e la prossima settimana dovremmo avere tutte le autorizzazioni per avviare le attività. Noi pensiamo che per la fine di gennaio 2022 saremo in grado di far partire il servizio”. La presidente della onlus A.R.CO.92, Maria Elena Villa, ha lamentato lo scarso coinvolgimento della sua associazione nelle fasi preliminari alla convenzione, compresa la scelta della sede. Con riferimento ai debiti accumulati dal 2013, “quando senza preavviso mi sono stati tagliati i finanziamenti – ha detto Villa – mi sono state riconosciute solo una piccola parte delle spese sostenute”. Con l’emendamento dell’ultima legge di stabilità l’associazione si aspettava una sanatoria per i debiti pregressi, che invece non c’è stata. Villa ha spiegato che dopo 20 anni di alti riconoscimenti ricevuti per l’attività svolta, ha trovato non giusto trovarsi a dover firmare un accordo fatto da altri senza aver coinvolto l’ideatrice del progetto. “Io questa convenzione non posso accettarla”, ha concluso Villa.

In chiusura di seduta, sia Lena che Maselli hanno auspicato una conclusione positiva della vicenda, vista l’importanza del servizio legato al progetto “Casa Dago”. Per questo motivo, è stato chiesto alla direzione regionale di verificare la possibilità di recuperare le somme già stanziate negli anni precedenti – e comunque ancora disponibili – per metterle a disposizione dell’associazione e farle così sanare la gran parte dei debiti accumulati non per sua responsabilità. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio