Consulta femminile, audizione sulla proposta di legge istitutiva in commissione prima

Ascoltate alla Pisana varie associazioni che si occupano delle problematiche dell'universo femminile, in relazione all'articolato della proposta di legge.
Donne in difficoltà. 13/02/2024 - Nuova audizione oggi in commissione prima, Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia, presieduta da Flavio Cera, sulla proposta di legge regionale n. 117 del 29 novembre 2023, concernente "Istituzione della Consulta Femminile per le Pari Opportunità”. Emerso dall’audizione come la principale preoccupazione sia rappresentata dalla effettiva rappresentatività dell’organismo sulla base di quanto è previsto nella proposta di legge.

Il primo a cui la vicepresidente Eleonora Berni, delegata dal presidente Cera a presiedere effettivamente i lavori, ha dato la parola è stato Umberto Gialloreti per la Consulta della disabilità: Gialloreti ha detto di aver trovato interessante la proposta, perché le donne disabili sono oggetto di soprusi e atteggiamenti discriminatori, anche in ambito scolastico. La Consulta femminile quindi è auspicabile riparta e nel migliore dei modi. La dottoressa Bellafemmina, sempre per la Consulta, ha parlato di pari opportunità che non ci sono nei fatti. Infine Gialloreti ha anche auspicato che venga reintrodotta la Consulta per la salute mentale, che è stata recentemente soppressa.

A seguire, Daniela Notarfonso, rappresentante della Federazione dei consultori di ispirazione cristiana del Lazio, che è stata la prima fra gli intervenuti a far rilevare come la riduzione del numero delle associazioni rappresentate sia a suo avviso fin troppo drastica, così come è prevista dalla proposta di legge. Sicuramente l’elenco di persone previsto dalla proposta per essere eletti nell’organismo può contenere nominativi di indubbio valore ed esperienza, ma non può essere messo da parte il patrimonio accumulato da molte associazioni che operano in questa materia.

La vicepresidente di Donne al centro, Elena Guerrieri, ha detto poi di ritenere che non si debba neanche più parlare di Consulta femminile, perché a livello culturale già questa denominazione è penalizzante. Il linguaggio, infatti, a suo avviso, può fare già molto nella lotta per eliminare le discriminazioni. D'accordo con il precedente intervento sulla scarsa rappresentanza delle associazioni di questo organismo, così come previsto dalla proposta, si è detta poi Guerrieri. Il problema degli alloggi, per le donne che si trovano in situazioni di difficoltà e non vogliono andare nelle case famiglia o simili centri, si potrebbe risolvere attraverso quelli di proprietà degli enti, come Regione e Comune, dati in affitto calmierato, a suo avviso.

La dottoressa Lucia Palmisano è intervenuta invece a nome dell’AISM, Associazione Italiana sclerosi multipla; Palmisano ha detto che si tratta di una malattia che presenta una incidenza molto maggiore tra le donne. Le donne con patologie, così come quelle con disabilità, vivono quindi una “discriminazione multipla”, a suo avviso, situazione che però non emerge da questa proposta, ha aggiunto. Poche statistiche su questo tema sono disponibili e questo è un altro problema, per Palmisano, che ha detto infine di condividere i timori già espressi da altri per la rappresentatività dell’organismo. 

Per il Centro donna Lilith, che opera nella provincia di Latina, è intervenuta Irene Fucsia, che ha ribadito l’importanza di due temi già esposti negli interventi precedenti: quello del linguaggio e quello della rappresentatività dell’organismo così come disegnata da questa proposta di legge. Ma c'è da aggiungere una questione, a suo avviso, cioè quella della continuità degli interventi, che spesso è penalizzata dalle tempistiche della Consulta, con le sue scadenze dettate dalla normativa. Una sorta di “intersezionalità” tra le varie problematiche è l'approccio giusto, è stato detto in conclusione. 

La vicepresidente Berni ha ringraziato per gli interventi, chiudendo quindi questo secondo appuntamento di audizioni sulla proposta di legge. Erano presenti ai lavori anche le consigliere Maria Chiara Iannarelli ed Emanuela Mari, entrambe di Fratelli d’Italia.

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio