Problematiche carcerarie, audizione in commissione I con i responsabili regionali
I temi, in particolare, dell'assistenza sanitaria e della formazione dei detenuti affrontati oggi alla Pisana.
09/05/2019 - Audizione sulle problematiche carcerarie oggi, in commissione prima del Consiglio regionale, Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia, con i responsabili regionali della Sanità e integrazione sociosanitaria, per cui era presente l’assessore, della formazione, scuola e università, diritto allo studio, rappresentata dal direttore regionale, e con il rappresentante del Garante dei detenuti della Regione Lazio. Nell’introdurre i lavori, il presidente della commissione ha ricordato infatti i tre filoni identificati come prioritari a proposito della problematica carceraria, quello sanitario, con le questioni riguardanti l’assistenza sanitaria ai detenuti e la salute mentale, quello della formazione, con la creazione di percorsi ad hoc per la popolazione detenuta, e quello delle politiche sociali, con il problema della mediazione culturale per i detenuti stranieri. Affrontati nella seduta di oggi i primi due argomenti, rimandato il terzo a un successivo appuntamento con il responsabile delle politiche sociali.
Per quanto riguarda la tematica sanitaria, è stato ricordato anzitutto come il DPCM dell’1 aprile 2008 abbia trasferito le competenze sulla sanità penitenziaria alle regioni; la popolazione detenuta del Lazio, che ammonta a più di 6000 unità di cui un terzo circa stranieri, ha diritto alla normale assistenza sanitaria, che nella fattispecie deve essere garantita dalle otto aziende USL in cui ricadono le strutture di detenzione. Ai fini della soluzione delle problematiche che si possono presentare, i rapporti sono continui con l’amministrazione penitenziaria e con il Tribunale di sorveglianza; inoltre esiste un Osservatorio della sanità penitenziaria istituito con decreto commissariale. Rilevata nel Lazio una tendenza ad atti suicidari inferiore a quella nazionale. Le urgenze segnalate in ambito sanitario sono quella di portare a termine l’iter della cartella clinica informatizzata e quella di procedere speditamente sulla via della telemedicina, come ausilio nel campo della diagnostica per immagini. Va migliorata inoltre, è stato detto anche, l'attività ambulatoriale all’interno della struttura romana di Regina Coeli.
A proposito della salute mentale, poi, è stato ricordato come il Lazio abbia cinque strutture Rems, con un totale di 86 ospiti, risultando così essere una delle regioni all'avanguardia in questo campo in Italia. La lista d'attesa per queste strutture è in diminuzione, come si rileva dal recente rapporto annuale del garante, con 56 persone attualmente in attesa. Allo studio è anche la possibilità di creare strutture intermedie rispetto alle Rems. Lo sviluppo di queste ultime, è stato anche detto, deve andare di pari passo con quello delle strutture territoriali che si occupano di salute mentale, settore che ha subito purtroppo le conseguenze negative del piano di rientro.
Sulla problematica sanitaria, le principali criticità rilevate dal Garante dei detenuti sono il fatto che il tavolo tecnico, altro importante organismo che si affianca all’Osservatorio della sanità penitenziaria, abbia una frequenza di riunioni troppo bassa e inoltre il carattere farraginoso della fornitura farmaceutica per i detenuti.
Sul tema della formazione, infine, è stato ricordato come la struttura competente di Giunta abbia curato unitamente al Garante un piano per la formazione della popolazione detenuta, una vera e propria “azione di sistema”: la necessità per le strutture di detenzione di avvalersi di un ente accreditato per poter accedere ai finanziamenti ha però fatto sì che parte dei fondi non sia stata assegnata. Ad oggi risultano comunque assegnati 700.000 euro, anche se la difficoltà resta spesso, per i direttori, quella di fare una adeguata selezione dei soggetti che possono aver diritto in via prioritaria alla formazione. Ricordata anche l’apertura di uno sportello universitario nelle strutture a cura delle tre principali università romane, e l’apertura di una sezione dell’istituto alberghiero nella struttura minorile di Casal del marmo.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio