D'Amato in audizione raccoglie consensi di massima, per la nuova struttura pensata dalla Giunta, ma i consiglieri chiedono una norma ad hoc che segua il percorso ordinario nella commisisone competente10/12/2018 - L’Azienda Zero, per migliorare gli assetti organizzativi del sistema sanitario regionale raccoglie consensi. Non altrettanto le modalità con le quali la Giunta regionale la propone al Consiglio regionale, vale a dire attraverso un articolo della proposta di legge di Stabilità 2019. E’ quanto è emerso nel corso dell’audizione dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, in commissione Bilancio, dove è attualmente all’esame la manovra 2019. D’Amato ha passato in rassegna le norme della proposta di legge di Stabilità, che riguardano la sanità. Tra questi, appunto, l’istituzione dell’azienda sanitaria denominata “Azienda Zero” (art. 3 della pl 85), finalizzata all’integrazione funzionale dei servizi sanitari e operativi di supporto a valenza regionale, con l’obiettivo di limitarne i costi gestionali.
D’Amato ha passato in rassegna i numeri del finanziamento dello Stato alle regioni per il servizio sanitario: 112,681 miliardi per il 2018. “Alla Regione Lazio – ha spiegato D’amato sono stati assegnati 10,172 miliardi di euro, pari al 9,64 per cento del totale, più 252 milioni a titolo di finanziamento sanitario vincolato. Comprensivo di 93,371 milioni di euro assegnati a titolo di contribuzione alla spesa sostenuta per l’acquisto di farmaci innovativi e innovativi oncologici”. Il fondo sanitario indistinto netto aumenta (nel 2017 era pari a 10,172 mld), ma D’Amato ha ricordato che “i recenti rinnovi del contratto di lavoro di comparto e di quello della dirigenza medica incideranno sul fondo”.
“Non sono previsti fondi nel bilancio dello Stato per la copertura del rinnovo – ha concluso D’Amato -, pertanto l’aumento del fondo verrà esaurito a tale scopo”.
Nel corso dell’audizione sono stati chiesti a D’Amato chiarimenti in merito alla fine del commissariamento e del piano di rientro dal disavanzo sanitario. “L’uscita dal commissariamento – ha spiegato D’Amato – può avvenire quando vengono meno due condizioni: il disavanzo superiore al tre per cento del fondo e il mancato superamento del punteggio 160 della griglia Lea (livelli minimi di assistenza). Sono almeno tre anni che la Regione Lazio soddisfa entrambi i requisiti. Nel 2017 il disavanzo era di 45 milioni di euro, vale a dire lo 0,47 per cento del fondo. I Lea sono dal 2014 sopra i 160 punti, adesso a 179. Le condizioni per uscire dal commissariamento – ha concluso D’Amato - previste dalla determina del Consiglio dei ministri sono state raggiunte. Poi ci sarà un periodo che viene comunque monitorato il piano di rientro”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio