Arsial, compiuto il risanamento si può aprire una fase di sviluppo
Questo è quanto emerso dall’audizione del presidente dell'Agenzia in commissione ottava.
21/01/2019 - Il risanamento di Arsial e le sue potenzialità future come motore dello sviluppo agroalimentare della Regione sono stati i temi al centro oggi della audizione del presidente Arsial Antonio Rosati in commissione ottava, Agricoltura e ambiente, presieduta da Valerio Novelli.
Il presidente, già commissario dell’agenzia, ha spiegato che la sua funzione è quella di essere uno strumento operativo veloce per l'agricoltura nel Lazio. Una agenzia dimagrita negli anni recenti, con un bilancio attuale di 14 milioni di euro, molto ridotto rispetto a bilanci di anni passati, e di cui ben otto e mezzo sono assorbiti da spese obbligatorie, quindi con un residuo abbastanza esile per finanziare iniziative. Il risanamento realizzato ammonta alla cifra di sette milioni di euro e i dipendenti sono passati da 350 a 125 attuali, questi i numeri dello sforzo compiuto evidenziati da Rosati, che ha detto che la gestione del patrimonio e l’aspetto promozionale sono, insieme all'assistenza tecnica, le principali funzioni di Arsial, che vuole “incentivare una visione della terra come valore d'uso anziché di scambio”, puntando quindi sull'affitto dei terreni, come si pensa di fare per i duemila ettari di Castel di Guido, ad esempio.
Concluso con Acea un protocollo per cedere la gestione degli acquedotti, troppo dispendiosa, ha proseguito Rosati, si è incrementata la presenza nelle fiere come Vinitaly, con cui è stato saldato un importante debito di 5 mln. Riconversione della cantina sociale di Capena, punto Arsial a Fiumicino, azienda con scopi di ricerca a Tarquinia, Montopoli, Cerveteri e Velletri sono altre iniziative dell’agenzia riferite da Rosati. Finita la fase del risanamento, Arsial è quindi pronta a svolgere nuove funzioni ma questo dipende in gran parte da chi ha le potestà decisionali, secondo Rosati. “Cibo e salute da un lato, cibo ed ambiente dall'altro” sono due possibili interessanti percorsi per Arsial. “Piccolo è bello ma è anche dispendioso”, ha concluso il presidente, perché nel settore agro-alimentare le economie di scala sono fondamentali.
Integrazioni alla relazione del presidente da parte del dottor Baffi hanno riguardato il problema delle manutenzioni del patrimonio, causato dalla mancata assegnazione ad Arsial delle risorse derivanti da dismissioni. Inoltre, il fatto che, oltre agli acquedotti, Arsial non può gestire neanche le strade, di cui si dovrebbero fare carico i comuni. Infine la stabilizzazione dei precari, oltre all’aumento delle figure tecniche in Agenzia che si sono realizzate negli anni passati.
Il presidente Novelli si è detto soddisfatto della relazione e ha detto di concordare sul fatto che il ruolo dell'Agenzia vada potenziato. “Capire cosa deve fare Arsial” è il punto principale, secondo Eugenio Patanè del Partito democratico, che a tale scopo ritiene che le interconnessioni dell'Agenzia con altri enti siano fondamentali. Anche la formazione a livello universitario andrebbe potenziata secondo il consigliere, mentre quella secondaria è già importante. Gianluca Quadrana della lista Zingaretti ritiene che si debba lavorare per portare al grande pubblico i prodotti di nicchia, mentre per Daniele Ognibene di Leu Lazio va rafforzato il ruolo di mediatore tra domanda e offerta di lavoro. Emiliano Minnucci del Pd si è chiesto se sia obbligatorio scegliere tra proprietà o affitto dei terreni e non sperimentare invece "forme diverse di collaborazione pubblico privato" pur nelle difficoltà poste dalle attuali normative.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio