Cave: un elemento qualificante dello sviluppo economico regionale

All'esame delle commissioni ottava e undicesima le linee strategiche per il rilancio dell'industria estrattiva
Attività estrattiva. 31/01/2019 - E' all'esame delle commissioni ottava e undicesima, riunite in seduta comune, lo schema di deliberazione della Giunta regionale n. 34, concernente l'approvazione delle "Linee programmatiche per le azioni strategiche finalizzate al rilancio e alla riqualificazione del settore estrattivo". Oggi si sono svolte una serie di audizioni, al termine delle quali è stato stabilito di procedere ad altre audizioni che si svolgeranno la settimana prossima, prima di passare all'esame del provvedimento e delle eventuali osservazioni che i consiglieri vorranno presentare. A tale proposito il termine per l'esame delle osservazioni è stato fissato: lunedì 11 febbraio entro le ore 13.

"Un elemento qualificante dello sviluppo economico regionale” è stato definito, quello affrontato da questa delibera, dall'assessore allo sviluppo economico Gian Paolo Manzella, “al limite tra sviluppo economico, ambiente ed edilizia”. Potenziamento del sistema dei controlli, individuazione dei principi per la riforma della normativa di settore e misure per il rafforzamento del presidio amministrativo in materia di cave, queste le tre priorità, a dire dell’assessore. Sul primo punto, sono 270 i siti attivi e più di 400 quelli dismessi nel Lazio, questi ultimi da censire a breve, ha riferito Manzella. Ci sono contatti con l'Arpa ai fini del potenziamento del sistema dei controlli. Effettuati già 42 controlli a Guidonia, 12 a Tivoli e altri sei richiesti al di fuori di queste zone, così ancora l'assessore: “tutti si sono svolti in collaborazione con le amministrazioni comunali e le imprese”. Salvaguardia dei giacimenti, economia circolare, semplificazioni del quadro normativo, promozione dell’attività estrattiva, collaborazione con le università, queste le priorità a proposito del secondo punto. Sul terzo, sarà creata una specifica unità per questo tipo di funzioni di controllo, oltre alla collaborazione con aziende specializzate sul controllo del territorio. Al momento l'area in questione, ha concluso Manzella, è composta da sole due unità.

Tra gli invitati, prima a prendere la parola Claudia Conversi, del settore attività estrattiva di Unindustria, ha esposto le osservazioni dell'associazione sulla delibera, evidenziando come il rafforzamento della filiera corta di lavorazione rappresenti uno dei cavalli di battaglia della associazione da lei rappresentata. Dandini, del Centro di valorizzazione del travertino romano, ha affermato invece che la sua associazione tende a tutelare la specificità della pietra tipica della zona di Roma e dintorni (Guidonia), specie rispetto alle interpretazioni discutibili della normativa da parte delle autorità comunali che si sono avute in passato.

Tra i sindacati, le osservazioni di Cgil si sono concentrate sulla parte del documento che riguarda la tutela e l'incremento dei diritti dei lavoratori del settore, in particolare specificando che manca ad avviso del sindacato “una visione di lungo periodo” e coraggio nell'individuare un “percorso di sviluppo per il travertino romano”. Mancini della Cisl ha affermato che di fronte all'importanza dell'appuntamento attuale è bene “prendersi tutto il tempo che serve” per fare un buon lavoro. Di Francesco della Uil ha ricordato che il settore muove un fatturato di oltre 40 milioni di euro ma in questi anni c'è stato uno “smantellamento della filiera produttiva”.

Il sindaco di Guidonia Montecelio Barbet ha ricordato che, nella millenaria attività estrattiva della zona, dagli anni ottanta si è avuta una accelerazione grazie alle possibilità della tecnologia. Ha ricordato però anche come il numero delle ditte impegnate nell’attività sia diminuito nel totale, ha citato i controlli effettuati nel 2018 e detto che il territorio è esposto a rischi da questa attività: geologico, come emerge da uno studio, e da inquinamento, insito soprattutto nel trasporto di materiale sul sito da altri luoghi. Molte cave sono state abbandonate senza recupero a beneficio del territorio, ha proseguito. Un “marchio unico di qualità e provenienza” attraverso una modifica normativa che imponga la lavorazione in loco del travertino romano, questa la proposta del sindaco.

Presenti all’audizione, oltre ai presidenti delle due commissioni Massimiliano Maselli e Valerio Novelli, Michela Califano, Marta Leonori ed Eugenio Patanè del Pd, Antonello Aurigemma, Laura Cartaginese e Pasquale Ciacciarelli di Forza Italia, Francesca de Vito del M5s, Gianluca Quadrana della Lista Zingaretti e Giancarlo Righini di Fratelli d’Italia.

 

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio