Manzella presenta il nuovo piano per l'internazionalizzazione del sistema produttivo del Lazio
Dotazione finanziaria: 18 milioni di euro
21/03/2019 - “Siamo la regione che è cresciuta di più nel periodo 2010-2017. Il peso dell’export laziale sul totale nazionale è aumentato dal 4,4 per cento del 2010 al 5,1 per cento del 2017”. E’ con questa premessa quantitativa che l’assessore allo Sviluppo economico, Gian Paolo Manzella, ha iniziato l’illustrazione in undicesima commissione del “Piano per l’internazionalizzazione del sistema produttivo del Lazio 2019-2021”.
“Il Lazio è la seconda regione per insediamenti di imprese estere – ha proseguito Manzella -, ma è lontanissima dalla prima che è Lombardia”. Di qui la necessità di sostenere l’espansione estera delle imprese laziali, ma al tempo stesso attrarre nel Lazio gli investimenti esteri. Il Piano per l’internazionalizzazione presentato oggi alla commissione presieduta da
Massimiliano Maselli (NcI) è oggetto dello schema di deliberazione della Giunta n. 46. Come ha spiegato Manzella, è il frutto di un percorso di approfondimento da parte dei soggetti interessati (stakeholder qualificati, accademici, Comitato permanente per l’internazionalizzazione ecc.) e fissa i propri obiettivi in tre principali ambiti: processi di internazionalizzazione delle imprese laziali; raccordo tra attori rilevanti per l’espansione estera di imprese laziali; attrazione di imprese di matrice estera.
Beneficiari del piano, che prevede una dotazione finanziaria di circa 18 milioni di euro, tra interventi diretti alle imprese e indiretti per iniziative ritenute strategiche (come per esempio la partecipazione a fiere), sono le micro e piccole imprese non presenti o già operanti all’estero, le startup innovative con elevato potenziale di espansione all’estero, medie e medio-grandi aziende con operazioni internazionali consolidate e ad elevato potenziale. I settori interessati: bioscienze e scienze della vita; aerospazio e sicurezza; audiovisivo; industria culturale e industria creativa digitale; agroalimentare; green e circular economy; i settori tradizionali del made in Italy (design, moda e artigianato artistico) e delle filiere e dei distretti produttivi del Lazio come il comparto lapideo ed estrattivo; turismo, economia ed economia del mare. Il piano delinea anche i mercati target, distinguendo tra i presidi da mantenere e far crescere - come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, paesi dell’Africa mediterranea - dai target a medio termine - Stati Uniti, Russia, Emirati arabi uniti. Tra i potenziali da esplorare, il piano indica Australia, Albania, Romania, Cina, e Sud est asiatico, Brasile, Sud Africa, Turchia.
Tra le modalità per attrarre investimenti, il piano propone il miglioramento dei siti produttivi disponibili, il rafforzamento del capitale umano, anche attraverso la mappatura delle competenze richieste dalle imprese internazionali e dei gap dell’offerta e accordi con istituti scolastici e università, un generale miglioramento dei fattori di attrattività del Lazio. Tra le modalità di attuazione del piano, la concessione di aiuti e contributi alle Pmi, accordi di paternariato con soggetti come l’Ice (l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), l’attuazione di progetti a regia della stessa Regione Lazio.
Il temine per la presentazione delle osservazioni al Piano da parte dei consiglieri scade alle ore 12 di giovedì 28 marzo.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio