Alla Pisana Comuni e operatori su erosione costiera post maltempo in provincia di Latina
A richiedere l'audizione il presidente del gruppo consiliare della Lega Angelo Tripodi.
09/12/2019 - Affollata e lunga audizione oggi in Commissione Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione, presieduta da Sergio Pirozzi, sui danni causati dal recente maltempo che si è abbattuto con mareggiate, rovesci e forti raffiche di vento sulla provincia di Latina, in particolare lungo le coste. L’audizione è stata richiesta dal consigliere regionale Angelo Tripodi, capogruppo della Lega.
“Un grande dramma che vivono i territori. Si prevede, se le cose continuano così, la chiusura in provincia di Latina di quasi 320 attività perché non esiste più la spiaggia. Non è solo un problema di attività commerciali, balneari, parte importante del Pil regionale, ma soprattutto quest’ultima mareggiata ha provocato il cedimento di strade, di piste ciclabili, nonché il deterioramento della duna mediterranea. Bisogna fare delle azioni concrete”. Tripodi ha inoltre invitato la Regione a sostenere gli accordi di programma previsti dall’articolo 34 del decreto legislativo 267 del 2000 ("Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali").
Per gli eventi occorsi dal 28 ottobre al 3 dicembre scorsi, come ha dichiarato il Direttore dell’Agenzia regionale Protezione Civile, Carmelo Tulumello, “il presidente della Regione Lazio ha adottato la scorsa settimana lo "stato di calamità naturale" sull’intero territorio regionale”.
Questo è l’atto per poter richiedere al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale attraverso il quale si accede alle risorse che il Governo stanzia per fronteggiare gli eventi calamitosi. “A tutti i comuni che hanno richiesto lo stato di calamità naturale – ha detto Tulumello - è stata inviata la scorsa settimana una scheda ricognitiva per “tentare di accedere al Fondo di solidarietà dell’Unione Europea che rappresenta per noi la più grande possibilità esistente: per gli eventi dello scorso anno sono stati assegnati 14 milioni di euro dalla Ue alla Regione Lazio”.
A fronte delle nove richieste di stato di calamità naturale pervenute fino ad oggi da altrettanti comuni della provincia pontina, solo tre comuni hanno perfezionato gli atti (una stima dei danni, le spese per interventi in somma urgenza eventualmente realizzati o quanto è immediatamente necessario per ripristinare la funzionalità di una struttura o servizio pubblico) nei tempi indicati dalla Protezione Civile, ovvero entro il 6 dicembre scorso in quanto entro il 12 è necessario trasmettere la relazione al dipartimento nazionale della Protezione Civile.
“Le possibilità di richiedere risorse ci sono ma è imprescindibile – ha spiegato Tulumello – che l’accesso a queste risorse avvenga attraverso una certa reattività da parte degli enti interessati rispetto a dei tempi che sono connaturati all’emergenza. Dobbiamo prepararci ad affrontare fenomeni come questi, che purtroppo sono sempre più frequenti, anche dal punto di vista amministrativo, altrimenti rischiamo di perdere una grande opportunità. Come Regione Lazio per poter essere più reattivi, su nostra richiesta, è stata istituita una cabina di regia interdirezionale per le emergenze, per le calamità naturali”. Tulumello ha poi informato che il Piano proteggi Italia andrà avanti nel 2020 e 2021 con una dotazione per la Regione Lazio di circa 30 milioni di euro per ciascun anno.
All’audizione hanno partecipato, oltre ai consiglieri Pino Simeone (FI), Fabrizio Ghera (FdI), Salvatore La Penna (Pd) e all’assessore regionale ai Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilità, Mauro Alessandri, numerosi rappresentanti dei comuni pontini e delle associazioni balneari.
I COMUNI
Per Giovanni Passariello, responsabile dell’ufficio tecnico Lavori Pubblici di Ponza, “il dissesto idrogeologico dipende anche dall’azione erosiva del mare: in cinque anni c’è stato un arretramento della spiaggia di Parata di 7 metri. Stesse condizioni alla spiaggia di Lucia Rosa, Cala Inferno, Cala Gaetano e Chiaia di Luna dove la situazione di rischio è sempre elevata. Ma una delle cose più importanti è la manutenzione periodica”.
A Sperlonga i danni dell’ultima mareggiata sono stati alle strutture pubbliche (gli accessi al mare) e alle strutture private, dove sono stati colpiti quattro stabilimenti, mentre in alcuni punti la spiaggia è sparita. “Senza spiaggia non c’è turismo” ha detto il Sindaco di Sperlonga, Armando Cusani: “è assolutamente consolidato da numerosi studi che non esiste altra soluzione per quanto riguarda le spiagge che intervenire con una manutenzione costante attraverso il cosiddetto ripascimento morbido. C’è un impegno della Regione in questo senso ed attendiamo che questo impegno, che andava nella giusta direzione, sia realizzato”. Cusani ha poi annunciato che il Comune in questi giorni sta promuovendo con gli imprenditori la costituzione di una società di scopo per l’acquisto di una idrovora che sarà a disposizione degli operatori, in grado di ripascire i tratti colpiti dall’erosione “che sono sempre gli stessi. Così come abbiamo acquistato un’idrovora per il porto che non si insabbia più. Poiché la manutenzione degli arenili si fa su un bene demaniale, laddove si fa una manutenzione a carico del privato, sarebbe opportuno che quel costo possa essere detratto dal canone di concessione”.
“Usciamo dalla logica di emergenza” la richiesta di Felice D’Argenzio, assessore all’ambiente del Comune di Gaeta, che ha riportato i danni causati dagli eventi di settembre e novembre su entrambe le riviere di ponente e di levante alle strutture balneari ma anche ai cantieri navali, sebbene, come a Sperlonga, non si sia ancora in grado di quantificare i danni.
Due tipi di danni, sugli accessi al mare e alle attività, anche a Fondi, ma soprattutto al litorale stesso, con la duna fortemente danneggiata in alcuni punti, come ha riportato l’assessore all’urbanistica del Comune, Claudio Spagnardi, che ha sollecitato l’attuazione di una delibera regionale, la n. 74, dello scorso anno, che prevede dei finanziamenti ma non sono ancora individuati i soggetti beneficiari, auspicando un “coordinamento forte della Regione per evitare ulteriori danni al litorale perché non tutti gli interventi precedenti hanno prodotto quelle che erano le aspettative”.
Per l’assessore al demanio del Comune di Terracina Gianni Percoco, occorre “aprire un percorso in base alle esigenze perché ogni territorio ha la sua caratteristica, iniziando con un ripascimento morbido che dà subito respiro alle attività ed investire anche i concessionari in questo percorso di recupero”.
A Formia, come ha spiegato il Sindaco di Paola Villa, il fiume Santa Croce e il torrente Pontone causano danni che si collegano all’erosione costiera. “In 11 mesi sono state utilizzate circa 190 mila euro di risorse comunali solo per il ripristino dei danni, non è stato fatto alcun intervento di prevenzione, ma solo per affrontare i danni causati dall’evento meteorologico”. I danni alle attività balneari ma anche all’entroterra causati dai corsi d’acqua, “è di cinque volte quello che ha affrontato il Comune, alcune strutture stanno valutando la chiusura”. Villa poi ha fatto un appello alla Regione di supporto alla costituzione dell’ambito territoriale Sperlonga-Minturno “le cui connotazioni geografiche sono condivisibili e in cui possiamo lavorare in sinergia”.
GLI OPERATORI
Gli stabilimenti del capoluogo pontino “sono arretrati verso la strada e sono arrivati ormai al limite”. Sergio Caianiello, per Assobalneari Latina, ha chiesto quindi interventi sia finanziari a sostegno delle attività balneari e sia di ripascimento per poter affrontare la futura stagione balneare, ma che ciò non prescinda da un intervento sul lungo periodo con opere di protezione pluriennale.
“Solo su Latina manca mezzo milione di metri cubi di sabbia. Ma è un macro danno ambientale che riguarda tutta la costa laziale”, ha detto Simonetta Mancini, presidente di Assobalneari Lazio. “Dotiamoci di un progetto strutturale per uno sviluppo sostenibile”, la richiesta ai rappresentanti regionali chiedendo altresì di dare seguito al tavolo permanente per i problemi causati dall’erosione e sgravi fiscali per le aziende che hanno avuto danni, “ormai allo stremo”.
Massimo Perin di Assobalneari Lazio Latina/Nettuno, lamentandosi dell’assenza dei rappresentanti del Comune di Latina, ha avvertito che se la spiaggia continua ad arretrare le concessioni sono sotto revoca. “L’estate 2020 sembra lontana ma non lo è affatto. Il ripascimento morbido impiega tempo”, gli ha fatto eco Gianfilippo Di Russo, presidente provinciale CNA Balneri di Latina.
LA REGIONE
Per il consigliere Simeone, va fatta “una sorta di piano straordinario per recuperare il tempo perso. Aggressioni dal mare, dai fiumi e dai torrenti, il litorale non c’è più. Agire in maniera netta e costante e vigilare sui Comuni, la Regione ha il dovere di sovraintendere a tutto quello che si fa”.
Riguardo alla necessità di un piano di difesa integrato delle coste, l’assessore Mauro Alessandri ha ricordato la delibera di Giunta approvata nel febbraio 2019 “dopo una fase di ascolto dei territori fatta con i consiglieri regionali, che contiene anche l’obiettivo di definire il piano di difesa integrato delle coste. Lo strumento che la Regione ha messo in campo è proprio questo, che produrrà un quadro generale prima della fine dell’inverno del prossimo anno. Abbiamo anche messo a bando delle risorse per gli enti locali di ripascimento e sul dissesto; abbiamo liquidato già il 20 per cento (a Latina, Sabaudia, Terracina e Fondi) e siamo in attesa degli stati di avanzamento di tutti questi interventi. Abbiamo messo in campo anche strumenti innovativi ai quali abbiamo dato un seguito, il protocollo Latina-Sabaudia sulla difesa della costa, dove la Regione copre un milione e 100mila euro”. L’assessore ha poi annunciato per domani, durante la sua audizione per la sessione di bilancio, “uno sforzo ulteriore e straordinario rispetto alle risorse sulle quali abbiamo fatto conto fino ad adesso”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio