Coronavirus, l'assessore D'Amato in audizione alla Pisana
In uno schema di ordinanza del governo le regole per le regioni dove non ci sono casi autoctoni, come nel Lazio. Presto un Consiglio straordinario sull'argomento.
25/02/2020 - “Noi ad oggi non abbiamo casi autoctoni che riguardano la nostra regione. L’emergenza per quanto riguarda la Regione Lazio risale a un mese fa al con l’arrivo dei due pazienti cinesi provenienti da Wuhan che sono risultati positivi. Una coppia di marito e moglie. L’uomo è stato dichiarato negativizzato. La donna non è più in terapia intensiva ed è in progressivo miglioramento. Il terzo caso, un ragazzo che veniva dalla Cecchignola, tra i 55 italiani che sono ritornati dalla Cina, sta bene ed è tornato alla propria attività lavorativa. Ad oggi abbiamo notificato all’istituto superiore di sanità 198 test effettuati e solo i tre che ho ricordato sono risultati positivi”. Così l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ascoltato, su richiesta di alcuni consiglieri regionali, in settima commissione consiliare permanente, Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da
Giuseppe Simeone (FI).
Presente la dottoressa Paola Scognamiglio¸ dirigente medico del Dipartimento di epidemiologia e ricerca pre-clinica dell’istituto Spallanzani, D’Amato ha fatto il punto, alla luce delle decisioni prese a seguito della riunione tra governo e regioni, su un quadro complesso, per il quale la Regione Lazio fin dall’inizio della crisi ha scelto di centralizzare i casi proprio all’istituto romano specializzato in malattie infettive. “Dal 30 gennaio, è stata costituita una task force che monitora le segnalazioni in stretto rapporto con il livello nazionale”, ha spiegato D’Amato il quale ha parlato anche delle cosiddette fake news che circolano sui social network. “Talvolta dobbiamo anche intervenire, rivolgendoci all’autorità giudiziaria – ha riferito D’Amato – quando circolano notizie del tipo ‘chiusura del pronto soccorso di Tor Vergata’ o di Frascati’”.
“C'è uno schema tipo di ordinanza - ha aggiunto D’Amato - da parte del Consiglio dei ministri per le regioni che non hanno casi autoctoni e che prevede alcune disposizioni d'igiene pubblica rispetto ad uffici pubblici e mezzi di trasporto e alcune indicazioni operative sulle modalità di sorveglianza sanitaria domiciliare”.
In merito a tale schema di ordinanza, D’Amato ha spiegato che chiunque abbia fatto ingresso in Italia negli ultimi quattordici dalle aree internazionali a rischio, o dai comuni italiani dei focolai, dovranno comunicarlo alla Asl competente. La comunicazione è obbligatoria. “L'autorità sanitaria dovrà prevedere la permanenza fiduciaria domiciliare – ha spiegato D’amato - cioè quella già attuata nei circa 150 casi che hanno interessato sia cittadini del Lazio che non del Lazio. Per gli assenti al lavoro ci sono norme per la certificazione Inps. Nell'ambito della permanenza ci sono protocolli che vanno rispettati circa misurazione della temperatura due volte al giorno e informare in maniera tempestiva circa i sintomi”.
“I tecnici ci dicono – ha proseguito l’assessore - che dobbiamo lavorare su tutti gli scenari dunque saranno disposte tensostrutture di pre-triage su 31 ospedali del Lazio, il montaggio di alcune è già in corso come allo Spallanzani”.
“Al numero 1500 – ha detto D’Amato - arrivano milioni di chiamate. Noi abbiamo messo a disposizione il 112 che sarà implementato con sei isole aggiuntive dedicate al coronavirus per dare corrette informazioni. Da giovedì arriverà l'800118800 che nelle province farà quello che fa il 112 a Roma”. Inoltre in base all'ordinanza-tipo per le Regioni, «le scuole di ogni ordine e grado, gli uffici e la Pa devono esporre le informazioni di prevenzione ovvero il decalogo del ministero. Nelle aree di accesso del Ssr e nelle zone aperte al pubblico saranno messi dispenser con disinfettanti”.
Nel corso dell’audizione, che prelude a un consiglio straordinario richiesto da più parti, sono intervenuti diversi consiglieri.
Davide Barillari (M5s) ha consegnato una lista di 23 domande all’assessore, per la quale attende risposte puntuali. Sono inoltre intervenuti
Roberta Lombardi (M5s),
Daniele Giannini (Lega),
Paolo Ciani (Cs),
Chiara Colosimo (FdI),
Enrico Panunzi (Pd),
Rodolfo Lena (Pd),
Valerio Novelli (M5s).
“Sono soddisfatto, perché abbiamo compreso che la Regione sta sul pezzo e possiamo essere tranquilli su tutte le cose da fare. Per fortuna ancora non siamo sede del cosiddetto focolaio, ma ove mai dovesse succedere, la Regione c’è”. Così il presidente Simeone, al termine dell’audizione. “Condivido la scelta di centralizzare sullo Spallanzani – ha aggiunto Simeone - perché è un'eccellenza sulle infezioni. La scelta dello Spallanzani rappresenta sicurezza e dà garanzie a tutti”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio