Piano rifiuti, le associazioni in audizione davanti alla decima commissione
Oggi alla Pisana nell'organismo presieduto da Marco Cacciatore, presente per la Direzione regionale l'ing. Tocchi.
03/03/2020 - Audizione oggi delle associazioni rappresentative dei cittadini e di tutela del territorio in X Commissione - Urbanistica, politiche abitative, rifiuti,
presieduta da Marco Cacciatore, in merito alla proposta di deliberazione consiliare n. 40 del 10/12/2019, il cosiddetto “piano rifiuti”. Presente per la Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti l’ing. Tocchi, l’incontro di oggi, per unanime riconoscimento dei consiglieri regionali presenti, è stato caratterizzato dalla capacità di tutti di andare oltre il momento della protesta fine a se stessa, per entrare nel merito degli argomenti, anche con una certa capacità tecnica di interlocuzione.
Prima a intervenire, l’Associazione Onlus Cittadini a difesa dell’agro romano, con il dott. Veronelli ha detto di aver apprezzato il lavoro fatto sul glossario, a suo dire “minuzioso”, ma si è chiesto a cosa servirà, in mancanza di una riorganizzazione da parte di Ama della raccolta. “Ben venga la differenziata”, ha detto, ma fatta seriamente, e ha parlato anche di difformità tra i vari territori. Per il Comitato periferie Roma est, Marco Manna ha parlato di situazione “pessima” in quel quadrante della capitale; la zona non può sopportare un impianto di grandi dimensioni, ha aggiunto, in riferimento a Rocca Cencia, e comunque non si può imputare ai residenti delle periferie popolose una responsabilità in ordine alla non corretta raccolta differenziata. Secondo Girardi del Comitato no discarica Tragliatella, l’economia circolare di cui si parla nel piano presuppone uno sviluppo sostenibile, quindi mal si concilia con impianti di grandi dimensioni. La via maestra è sempre non produrre rifiuti, e la Regione su questo può fare la sua parte, secondo Girardi, ma anche Ama deve funzionare meglio, l’impianto di S. Vittore nel Lazio va ammodernato e i tmb devono essere sostituiti da impianti per il recupero del materiale. Per Associazione Zero Waste Lazio, Massimo Piras ha denunciato il fatto che la procedura di Vas a suo dire sarebbe stata inficiata da gravi irregolarità amministrative. Altri due passaggi del suo intervento hanno riguardato l’organico, sul quale il fabbisogno residuo è stato mal calcolato, a suo avviso, e l’impianto di Colleferro, che si pone in contrasto con il piano, a suo parere, perché non recupera materia. L’Europa non finanzia più impianti di smaltimento, ha concluso Piras annunciando uno studio compiuto dalla sua associazione sull’autosufficienza di Roma.
Secondo l’ing. Tocchi, che ha negato le irregolarità denunciate nella procedura di Vas, il piano presenta un target importante di differenziata e la tariffa puntuale, per la quale partiranno dei bandi a breve, è un altro dei suoi punti di forza. Tutte le scelte di impiantistica sono state fatte, ha detto ancora l’ingegnere, in considerazione del principio di autosufficienza degli Ato.
Tra i consiglieri, Emiliano Minnucci del Pd ha detto che la regione deve stimolare un protagonismo in positivo delle amministrazioni comunali, ai fini del buon esito di questo piano: certamente Roma deve fare la sua parte, ma ricordando che con impianti troppo periferici si va ad impattare più sui comuni limitrofi che sulla capitale stessa. Un richiamo al realismo è venuto da Eugenio Patanè, anch’egli del Pd, secondo il quale l’obiettivo dell’autosufficienza non è raggiungibile in modo pieno nei termini temporali ristretti previsti dal piano (2025); le percentuali della differenziata, al di là dei proclami, significano poco se non si compie il passo successivo, quello del riutilizzo di ciò che si è recuperato, senza di che differenziare è soltanto un costo aggiuntivo. Paolo Ciani del Centro solidale ha voluto evidenziare alcune contraddizioni del dibattito odierno: anzitutto, fare impianti piccoli vuol dire che si rende necessario farne di più; altro elemento non abbastanza considerato, a suo avviso, è che i grandi impianti presuppongono grandi quantità di rifiuti, ma il piano stesso prevede una graduale riduzione dei quantitativi. L’educazione alla raccolta differenziata, specie in contesti fortemente urbanizzati come le periferie romane, è la principale esigenza, secondo Laura Cartaginese della Lega.
In chiusura, Cacciatore ha ricordato come, secondo questo piano, nella gerarchia dei trattamenti il recupero di materia abbia la priorità rispetto al recupero di energia; inoltre ha fatto cenno a una norma inserita nel recente collegato, che sanziona i comuni che non raggiungeranno la percentuale del 65 nella raccolta differenziata. Presenti all’audizione anche i consiglieri Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia e Devid Porrello del M5s.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio