Coronavirus, D'Amato: test sierologici partiranno all'inizio di maggio
Illustrata in commissione Sanità la delibera approvata dalla Giunta. Dal 27 aprile previsto un graduale ritorno alla normalità per la rete ospedaliera.
24/04/2020 - Partiranno all’inizio di maggio i test sierologici su operatori sanitari e delle forze dell’ordine. Lo ha spiegato l’assessore alla Sanità
Alessio D’Amato nel corso dell’audizione nella commissione consiliare, presieduta da
Giuseppe Simeone.
In apertura, proprio il presidente ha ribadito all’assessore la richiesta di avere un piano operativo definito, in maniera da poterlo esaminare e proporre eventuali correzioni.
Punto centrale dell’audizione è stata la delibera di Giunta, approvata in mattinata, che regolamenta la ricerca sierologica. I test usati saranno prevalentemente due, di natura venosa, “Clio” ed “Elisa”. In alcune situazioni, ad esempio nelle Rsa, sarà possibile usare anche test con prelievo capillare, più facili da eseguire.
“I test saranno processati – ha spiegato D’Amato – principalmente dalla rete dei laboratori pubblici, che hanno una capacità fra le diecimila e le sessantamila analisi al giorno. A questi si potranno affiancare anche laboratori privati, selezionati dalla Direzione regionale in base a requisiti di qualità. Nella delibera abbiamo anche indicato una serie di specifiche tecniche e di costo per le imprese private che sceglieranno di sottoporre i dipendenti al test in vista della riapertura graduale che partirà il 4 maggio. Indicando un costo standard cerchiamo di svolgere anche un ruolo calmieratore di un mercato che rischia di essere speculativo”.
La ricerca, oltre ai soggetti previsti inizialmente, comprenderà anche la polizia municipale, attraverso un protocollo che sarà sottoscritto con l’Anci. “Non ci aspettiamo di trovare tantissimi positivi, che dovranno essere sottoposti al tampone per conferma – ha dichiarato ancora l’assessore – nella sperimentazione che abbiamo fatto, abbiamo rilevato l’1,5 per cento di positivi in più rispetto a quanto accertato con i tamponi. E i primi dati che ci arrivano dagli ospedali, che avevano una scorta di test e hanno iniziato il lavoro, confermano questa tendenza. Questa indagine è importante proprio per capire quanto il virus ha circolato nel Lazio”.
D’Amato ha anche toccato altri punti essenziali proprio per gestire la “Fase 2”. Intanto il graduale ritorno alla normalità per tutti gli ospedali non esclusivamente Covid: “Dal 27 aprile alcune strutture chiuderanno l’accettazione dei casi di coronavirus: si parte dal Pertini, dal San Giovanni, dal San Camillo e dal Grassi”, ha dichiarato l’assessore. Poi, il potenziamento della rete territoriale, con l’entrata in funzione delle Unità per la continuità assistenziale (Uscar), gia’ avvenuta all’inizio della settimana, che in una prima fase interverranno soprattutto nelle comunità chiuse (case di riposo, istituti religiosi, Rsa) dove si concentra il 65 per cento dei casi. “Dovremo tenere sotto controllo l’andamento dell’indice di contagio, il famoso R con 0, attualmente intorno a 0,5 – ha spiegato l’assessore – e per fare questo sarà essenziale individuare con rapidità i nuovi casi, in maniera da evitare focolai estesi. Soprattutto a Roma dobbiamo essere più rapidi, abbreviare il tempo fra la segnalazione del medico di base e la diagnosi: non devono passare più di 72 ore, questo è l’obiettivo. Siamo ancora in ritardo, ma con le Uscar e l’aumento dei punti dove fare i tamponi drive-in contiamo di recuperare entro la prossima settimana”. Questa dei tamponi su strada, drive-in, tramite appuntamento con la Asl sembra essere uno dei punti nodali. Altro aspetto importante della strategia regionale, che sarà contenuta in un documento che sarà posto all’attenzione della commissione la prossima settimana, è il potenziamento della app DrCovid, che avrà funzioni di telemedicina. In più tutta serie di misure di carattere “sociale”, dal distanziamento, alla differenziazione delle fasce orarie per le aziende, in maniera da eliminare le fasce di punta per gli spostamenti, all’utilizzo massiccio dello smart working soprattutto nella pubblica amministrazione, agli interventi di sanificazione degli impianti di condizionamento.
Molte le domande poste dai consiglieri.
Roberta Lombardi (M5s) è intervenuta sull’estensione dei test sierologici alla polizia locale, mentre
Loreto Marcelli, anche lui M5s, ha chiesto se ci sono dei controlli sul rispetto dei protocolli negli ospedali, soprattutto per quanto riguarda la separazione dei percorsi e la realizzazione di un laboratorio per i tamponi a Rieti.
Massimiliano Maselli (FdI) ha puntato l’attenzione sui costi della campagna di test sierologici, ipotizzando un maggior coinvolgimento di strutture private.
Stefano Parisi (Lazio 2018) ha chiesto che il test sierologico sia obbligatorio e non a carattere volontario e che tale obbligo sia esteso a tutti i lavoratori che torneranno in azienda.
Francesca De Vito (M5s) è tornata sulla questione dell’acquisto dei dispositivi di protezione e dei ventilatori polmonari: “Soni arrivati oppure è ancora possibile annullare quell’ordine, visto che ormai non servono più?”.
Chiara Colosimo (FdI) ha chiesto il potenziamento della rete territoriale e una velocizzazione dell’esecuzione dei tamponi sui casi segnalati dai medici di base, tema poi riprese anche da Maselli, in un intervento successivo.
Giancarlo Righini (FdI) ha proposto l’estensione del bonus per il personale sanitario che ci occupa dell’emergenza anche agli operatori privati.
Davide Barillari (Gruppo Misto) ha chiesto il ritiro della delibera che stabilisce l’obbligo del vaccino antiinfluenzale per personale sanitario e persone con oltre 65 anni di età. Mentre
Antonio Aurigemma (FdI) è tornato a battere sulla necessità della prevenzione. Esigenza condivisa anche da Parisi che ha ribadito l’importanza delle Uscar, come strumento dedicato non solo alle comunità ma anche all’assistenza domiciliare.
Enrico Panunzi (Pd) ha chiesto chiarimenti sulla delibera che detta le regole sui test.
Valentina Corrado (M5s), infine ha puntato sull’esigenza di maggior innovazione sulla telemedicina, mettendo in rete i pronto soccorso e gli specialisti.
L’assessore D’Amato ha risposto alle domande a più riprese, ribadendo, intanto, la decisione della Regione sull’obbligo del vaccino antiinfluenzale: “In autunno ci troveremo ad avere a che fare con l’influenza e il Covid allo stesso tempo, contenere l’influenza, vista la somiglianza ei sintomi, diventa un fattore fondamentale per prevenire nuovi focolai”. Sugli altri punti, D’Amato ha ribadito l’impostazione data dalla giunta: prevenire e contenere l’epidemia il più possibile per non far andare in sofferenza il servizio sanitario. “A oggi abbiamo occupati meno del 50 per cento dei posti di terapia intensiva e circa il 60 per cento di quelli ordinari. Il nostro tasso di letalità è il più basso fra le Regioni italiane insieme a quello del Veneto. Con prevenzione e massima attenzione possiamo continuare su questa strada e riaprire gradualmente le attività in sicurezza”. Per quanto riguarda il bonus ai dipendenti delle strutture private, l’assessore ha auspicato accordi fra le aziende e i sindacati “ma si tratta di una materia su cui non possiamo intervenire”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio