Piano rifiuti, comitati e associazioni ascoltati in commissione decima
Colleferro e valle del Sacco tra i temi più "caldi": presente all'audizione della commissione presieduta da Marco Cacciatore l'ing. Tocchi per l'assessorato.
19/05/2020 - Ascoltati oggi comitati e associazioni in commissione decima, presieduta da Marco Cacciatore, sulla proposta di deliberazione consiliare n. 40 del 10/12/2019, il nuovo Piano Regionale dei rifiuti. Sono emerse dagli interventi quelle che sono ritenute essere le criticità del piano, su tutte le tematiche dell’impianto compound che esso prevede per l’area di Colleferro e l’inquinamento della valle del Sacco. Su tutto ha replicato in conclusione per l’assessorato l’ing. Leonilde Tocchi.
Proprio sull’impianto di Colleferro, primo a prendere la parola, Roberto Rosso, in rappresentanza di Retuvasa (Ass. Rete per la tutela della Valle del Sacco) e di Rifiutiamoli, ha detto che non esiste nel territorio di Colleferro un’area per impianti delle dimensioni preventivate. Il traffico di camion collegati a un impianto siffatto provocherebbe già dei danni ambientali, e si attende una relazione di Lazio ambiente per discutere in concreto la questione. Per Area consumatori Colleferro, Rocco Sofi si è ricollegato a osservazioni già formulate in passato sulla richiesta di un potenziamento della sorveglianza sanitaria, in parallelo al piano rifiuti; la valle del Sacco è “martoriata”, ha detto Sofi.
In rappresentanza di Alternativa sostenibile, Giancarlo Ceci ha detto che la programmazione contenuta nel nuovo piano è a suo avviso abbastanza discutibile, nei suoi quattro scenari, anche perché difficilmente ci si scosterà da quello minimale, stante che la raccolta differenziata nei centri più grandi non va oltre il 20 per cento. “Non si capisce la strategia complessiva di questo piano”, secondo Ceci, per il quale sarebbe necessario incrementare il ruolo del compostaggio aerobico, specie a livello familiare, con il quale si potrebbero assorbire i residui previsti (130 kg/abitante di organico calcolati sono una cifra esagerata). Contrario si è detto Ceci al ruolo rilevante del biogas previsto dal piano, all’inserimento di Guidonia, su cui ci sono dei vincoli, alla monetizzazione del disagio per gli abitanti che avranno impianti costruiti nei loro paraggi. No anche al sub Ato di Roma. Colleferro ha un impianto che è già in sofferenza ora, non si può andare ad aggravare la sua situazione. Bene l’economia circolare, ma difficilmente potrà dare un contributo decisivo, ha concluso.
Ancora su Colleferro, per il comitato residenti, Santina Camilli ha detto che il concetto di prossimità su cui si basa il piano non potrà rispettato, poiché i rifiuti di Roma andranno a incidere sugli impianti della regione, e soprattutto su Colleferro. Non si capisce la strategia sul compound di Colleferro da parte di Lazioambiente: si è creato un “econdistretto dei rifiuti” insostenibile per il territorio, escludendo i cittadini dai processi decisionali. Altra questione l’ubicazione del compound, che dovrebbe sorgere a fianco della discarica, ma il comune è d’accordo? La discarica va chiusa, invece. Moratoria per la valle del Sacco, almeno fino a quando non sarà bonificata. Su questi temi ha insistito anche Alberto Cesari dell'associazione Laboratorio comune alta Valle del Sacco, parlando del territorio di Colleferro come uno dei più inquinati a causa della discarica di Colle Fagiolara, che, nata per stare aperta due anni, lo è rimasta per 30; andare ora ad aggiungere il progetto del compound non è accettabile dai cittadini, ha detto.
Secondo Giuseppe Girardi di Scuolambiente, che pure si è detto molto sensibile al tema della discarica di Cupinoro, il discorso deve essere più complessivo, specie sull’economia circolare, un tema interessante ma impegnativo. “Roma è il problema principale”, inutile negarlo, Ama va ristrutturata ma deve rimanere pubblica, al di fuori di logiche di mercato. Nel piano manca la parte pratica, operativa, sono delinati soltanto gli scenari: gli ambiti dovrebbero essere in numero maggiore, a suo avviso; il tema impiantistico pure è centrale, ma in ogni caso discariche e inceneritori non possono essere la soluzione: la logica dei grandi impianti va abbandonata, così come quella di collocarli su siti già compromessi, come Colleferro. Insomma, “l’impressione è che ci si stia rassegnando alla perpetuazione dello stato esistente”, ha detto. La partecipazione dei cittadini non può limitarsi a questo tipo di incontri: “essi devono partecipare alla fase elaborativa e soprattutto a quella di controllo”, a suo avviso.
Il presidente Cacciatore ha voluto precisare che, dal punto di vista della partecipazione dei cittadini, le osservazioni presentate in fase di Vas sono state o accolte o controdedotte, poi è chiaro che in questa fase le decisioni vanno prese dalla politica. L’ing. Leonilde Tocchi, in rappresentanza dell’assessorato, ha precisato che gli scenari approvati sono solo tre, mentre uno è quello inerziale; quello cui si punta è quello intermedio, che prevede comunque un obiettivo ambizioso, il 70 per cento della differenziata, il che comporta tuttavia un residuo che va trattato in qualche modo, dal punto di vista impiantistico. Per quanto riguarda Colleferro, il compound progettato fa uso delle migliori tecnologie, ma si è ancora in attesa delle elaborazioni di Lazio ambiente. Sulla valle del Sacco, è partito lo studio epidemiologico della zona. La verifica di coerenza tra i piani è stata fatta in sede di Vas, ha concluso l’ingegner Tocchi.
Su quest’ultimo punto però Gaia Pernarella del M5s ha fatto osservare come il piano energetico si basi, a quanto pare, su dati superati; ai fini della gestione dei piani invece il loro aggiornamento con dati recenti è indispensabile. Su Colleferro, Pernarella ha detto che, a suo avviso, il punto principale sta nel fatto che, per quanto l’impianto di Colleferro abbia un ruolo decisivo nel piano rifiuti regionale, i dati disponibili su di esso non sono ancora tali da fare chiarezza; quindi ha chiesto una audizione dei vertici di Lazio ambiente, nonché dell’assessore. Cacciatore le ha replicato che da accordi presi in questa fase tale audizione non sarebbe stata prevista, ma avrà cura comunque di esaminare la fattibilità di tale richiesta.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio