La sanità del Lazio prova a tornare alla normalità, ecco il piano della Regione
Ambulatori aperti fino alle 22, in funzione anche sabato e domenica. Gli ospedali tornano al loro assetto originario, restano in funzione gli hub Covid.
26/05/2020 - Un punto sulla situazione della pandemia nella Regione Lazio, ma soprattutto il quadro della sanità che, pur con tutte le dovute cautele, prova a tornare alla normalità. Questo il senso della relazione settimanale che l’assessore alla Sanità,
Alessio D’Amato, ha svolto oggi nella commissione consiliare, presieduta da
Giuseppe Simeone.
L’assessore è partito dalla fotografia attuale delle azioni messe in campo per contenere la diffusione della Covid 19: “Sono stati avviati i test sierologici sul personale sanitario e le forze dell’ordine, ne abbiamo già eseguiti 41.798, i positivi sono 1003, pari al 2,4 per cento, di questi soltanto 81 sono risultati positivi al tampone (0,19 per cento), tutti casi asintomatici. Cercheremo di completare il programma, che prevede 300mila test entro il mese di giugno, nello stesso tempo stiamo aprendo le strutture pubbliche anche ai cittadini che intendono fare il test da “privati”, con la tariffa stabilita, di 15,23 euro. Si tratta allo stesso tempo di un’indagine di sieroprevalenza, che serve a capire quanto è circolato il virus nel Lazio, ma anche un metodo che ci consente di scoprire casi asintomatici”.Per quanto riguarda i tamponi “ordinari” - ha proseguito D’Amato - finora ne abbiamo fatti 235.840. L’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità di mette fra le Regioni a rischio basso. L’andamento dei casi è in leggera diminuzione, oggi abbiamo avuto 12 nuovi casi, il trend è dello 0,2 per cento in più rispetto al dato di ieri. I casi rilevati negli ultimi giorni derivano quasi tutti da cluster familiari, eccetto una comunità religiose, e alcuni casi che derivano da attività ambulatoriali nel sud pontino. Per quanto riguarda il tracciamento, stiamo potenziando tutte le attività di contact tracing, sia centralmente al Servizio regionale malattie infettive che in tutte le Asl, presto ci sarà una nuova selezione di personale. Aspettiamo l’app Immuni, che sarà testata dai prossimi giorni in tre regioni di media grandezza (Liguria, Abruzzo e Puglia), ma intanto, siccome per noi tracciare i contatti avuti dai malati e isolarli è un’attività fondamentale, potenziamo il contact tracing tradizionale. Stanno entrando in servizio gli infermieri dell’assistenza produttiva (Api), sono in piena attività le Unità di continuità assistenziale (Uscar), ne abbiamo 42, la metà impiegata per i test alle forze dell’ordine, le altre focalizzate sulle Rsa”.Per quanto riguarda il piano di riattivazione, D’Amato ha delineato le azioni che si stanno mettendo in campo: “Per quanto riguarda gli ospedali, resteranno dedicati alla Covid soltanto gli hub principali, in alcuni ospedali sono già state bloccate le accettazioni di positivi al coronavirus e gradualmente stanno tornando alla normalità, come è già successo per il San Camillo e il Pertini. A oggi abbiamo 60 pazienti in terapia intensiva, resteranno dedicati alla Covid 19 soltanto i posti negli hub, gli altri, anche quelli creati ad hoc durante l’emergenza, non verranno dismessi e saranno a disposizione dei pazienti affetti da altre patologie”. Capitolo importante, infine, sulle attività ambulatoriali: “Le Asl - ha illustrato l’assessore alla commissione - stanno inviando i loro piani per recuperare questi mesi di blocco, con due interventi principali: servizi in funzione fino alle 22, e ambulatori aperti anche il sabato e la domenica. Una particolare attenzione sarà dedicata ai pazienti più fragili. Ci sarà uno sforzo importante per la telemedicina: uno strumento che noi vogliamo utilizzare in maniera più estesa, anche in vista di una possibile ripresa del virus in autunno. Giovedì 28 riaprono, lo ricordo, le attività termali previste nei Lea. Questa settimana, e ho concluso davvero, credo già nella giornata di domani, verrà terminato il piano territoriale regionale per le strutture ex articolo 26, i centri di riabilitazione dedicati alle persone più fragili: dobbiamo limitare al massimo la parte semiresidenziale, trasformandola in assistenza domiciliare, per evitare situazioni di promiscuità, soprattutto durante il trasporto dei pazienti”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio