Coronavirus, D'Amato: "Nelle scuole ci sarà un uso massivo dei test rapidi"
Il punto sulla situazione nel Lazio con la relazione dell'assessore alla Sanità, le richieste delle associazioni che rappresentano le strutture private.
01/09/2020 - Due audizioni distinte, nella commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da
Giuseppe Simeone, per fare il punto sulle azioni di contrasto alla diffusione del coronavirus e per ascoltare le posizioni delle associazioni della sanità privata sulla possibilità di ampliare alle strutture già accreditate per i test sierologici la facoltà di eseguire i tamponi molecolari.
Il punto sulla situazione.“La curva epidemica - ha spiegato Simeone - è maggiore nella nostra Regione rispetto ad altre, con questa audizione vogliamo capire come stiamo affrontando la situazione, anche in relazione all’apertura del nuovo anno scolastico”.
L’assessore alla Sanità,
Alessio D’Amato, ha illustrato, innanzitutto, le azioni messe in campo dal servizio sanitario regionale nel mese di agosto, soprattutto in relazione al rientro dalla vacanze in zone ritenute a rischio. “Ieri siamo stati la prima regione italiana per numero di tamponi effettuati, c’è la rete dei test sierologici che continua a lavorare, dopo la validazione dell’istituto Spallanzani, il laboratorio di riferimento a livello nazionale, abbiamo cominciato ad usare i test rapidi antigenici, avremo la disponibilità, con la nostra adesione alla gara bandita dalla Regione Veneto, di un milione di test. Complessivamente, a oggi, siamo arrivati a 584 mila tamponi, 260mila test sierologici”.
“Il nostro coefficiente Rt, l’indice di rischio - ha precisato D’Amato - si è attestato nell’ultima rilevazione allo 0,43, molto sotto la media nazionale, questo perché abbiamo un numero consistente di asintomatici e una buona attività di tracciamento. La maggior parte dei casi di queste settimane sono di importazione, abbiamo avuto una prima fase di contagi di ritorno dal Bangladesh, in queste seconda fase sono soprattuto persone che rientrano dalle vacanze, in particolare dalla Sardegna. Nelle prossime settimane siamo in grado di triplicare il numero di test effettuati”.
“Per quanto riguarda il tema delle scuole - ha concluso l’assessore - abbiamo un accordo con l’ufficio scolastico regionale per i test da eseguire sul personale scolastico: a oggi abbiamo 40mila prenotazioni, su 120mila persone interessate, 10mila test di sieroprevalenza sono stati già svolti dal 20 di agosto a oggi. Il tasso di positività, secondo i primi dati, ricalca quello emerso dall’indagine nazionale condotta dall’Istat, intorno all’1,2 per cento. Sono state costituite delle equipe anticovid per le scuole, che saranno il cuore della nostra azione di monitoriaggio: entro il 4 di settembre le Asl devono indicare i coordinatori di queste unità. Ieri il presidente Zingaretti, ha firmato un’ordinanza per il reclutamento del personale necessario, al momento pensiamo a circa 500 persone”.
Nel primo giro di interventi seguito alla relazione,
Roberta Lombardi (M5s) ha puntato sul tema della scuola: “Bene l’ordinanza del presidente Zingaretti che attua il nostro ordine del giorno con il quale chiedevamo la reintroduzione del medico scolastico. Anzi, si va anche oltre, individuando delle vere e proprie squadre con professionalità diverse. A questo proposito chiedo all’assessore alcuni chiarimenti: chi fa la formazione? Chi effettuerà i test in caso di sospetta positività? Ci devono essere procedure semplici in maniera da essere più rapidi ed efficaci”.
Altre domande sono arrivate da Simeone: “Prima avevamo una rete covid diffusa in tutte le province, adesso i 328 ricoverati sono tutti dirottati sulle strutture centrali o stiamo allestendo di nuovo la rete precedente? I test termineranno prima dell’inizio dell’anno scolastico? Sono obbligatori?”.
Loreto Marcelli (M5s) ha chiesto, invece, un aggiornamento sul vaccino in sperimentazione allo Spallanzani e maggiori informazione sui destinatari dei test rapidi.
Chiara Colosimo (FdI) ha posto una domanda specifica sull’utilizzo dei test rapidi: “Il documento dello Spallanzani indica una percentuale di affidabilità molto bassa, svela solo le altissime cariche virali, non è opportuno raccomandarne l’uso con una circolare regionale”.
A questo primo gruppo di interventi l’assessore D’Amato ha risposto che “la formazione verrà fatta dai dipartimenti di formazione delle Asl insieme allo Spallanzani, è un tema dirimente. Dove sarà necessario intervenire per test saranno le Uscar a farlo, utilizzando i test rapidi, in caso di positività c’è la conferma con il tampone molecolare. I test di sieroprevalenza che si stanno facendo a livello scolastico non sono obbligatori, come deciso a livello nazionale. Nel Lazio non vengono effettuati dai medici di famiglia, ma direttamente dagli operatori delle Asl: stiamo lavorando perché si possano concludere entro l’inizio dell’anno scolastico, compatibilmente con l’assegnazione delle cattedre vacanti, che sono circa il 15 per cento del totale. La sperimentazione del vaccino sta andando avanti, con la somministrazione ai volontari idonei che sono stati individuati. Siamo ancora nella prima fase, c’è molta fiducia, seguiremo l’evoluzione con particolare attenzione. Per quanto riguarda i test rapidi antigenici: il prodotto su cui ci sono state polemiche in questi giorni non è quello che stiamo utilizzando in questi giorni. Le nostre scorte sono arrivate direttamente dal ministero della Salute. La validazione dello Spallanzani indica un’affidabilità alta, ma la conferma della diagnosi viene sempre fatta con il test molecolare, come consigliato anche dal ministero. Nelle prossime settimane probabilmente avremo a disposizione anche un test salivare rapido, la sperimentazione è già in corso, sempre a cura dell’istituto Spallanzani”.
Stefano Parisi (Lazio 2020) ha aperto il secondo giro di interventi: “Non sono per niente sereno ha spiegato - sono diverse settimane che la Regione Lazio è in testa alle classifiche dei contagi: Roma è una città che ha una grande dimensione internazionale, si doveva prevedere cosa sarebbe successo e non inseguire gli eventi. Solo oggi abbiamo la postazione drive in al parcheggio lunga sosta dell’aeroporto di Fiumicino. Anche sulle scuole, a 10 giorni dall’apertura, siamo in una situazione di assoluta incertezza, dopo sette mesi di chiusura. Tutta la soddisfazione che vedo tra i consiglieri non la capisco. La rete coronet va aperta anche ad altri laboratori per aumentare il numero dei tamponi che vengono fatti ogni giorno: non sono tollerabili le lunghissime file sotto al sole, come non sono tollerabili le lunghe attese per i risultati dei test. E’ vero che volete dare ai medici di base la possibilità di fare i tamponi? Con quale livello di sicurezza? Il Consiglio regionale con una mozione ha impegnato la giunta a estendere questa possibilità anche ai laboratori privati. Perché non l’assessore ha ancora dato seguito?”.
Alessandro Capriccioli (+ Europa) ha chiesto chiarimenti sulla necessità del secondo tampone negativo per dichiarare guariti i pazienti: “Questo elemento scoraggia molte persone dal fare il test, hanno paura di dover restare chiusi un mese senza aver la possibilità di tornare al lavoro. Dobbiamo adeguarci agli standard europei che prevedono un solo test: cosa pensa la Regione?”.
Per
Marco Vincenzi (Pd) “l’utilizzo delle tecnologie va limitato a quelle validate, su questo sono assolutamente d’accordo con l’assessore, importante anche l’attività messa in piedi per l’apertura delle scuola. Gli asintomatici sono soprattutto fra i giovani e quindi l’attività di screening sarebbe fondamentale anche per gli studenti: bisogna valutare questa possibilità nel corso dell’anno scolastico. Un tema su cui sono in dissenso con l’assessore è quello dell’estensione delle rete dei laboratori: l’attività di diagnosi precoce va ampliata al massimo. C’è una difficoltà evidente, lunghe file nei drive in, si attende anche per avere i risultati”.
L’assessore alla Sanità ha replicato ribadendo che “il Lazio ieri è stata la prima Regione per numero di tamponi svolti, quella sul numero dei test mi pare un polemica pretestuosa in cui non voglio entrare. Non abbiamo dato nessuna indicazione ai medici di medicina generale per l’esecuzione dei tamponi. Che sono gratuiti per tutti per finalità di sanità pubblica, a pagamento, secondo il tariffario stabilito, per altre finalità. Per quanto riguarda la domanda del consigliere Capriccioli, è un tema che porteremo all’attenzione del comitato tecnico scientifico. La nostra attività, come ha spiegato il consigliere Vincenzi, ha sempre la validazione dell’istituto Spallanzani, all’interno della rete ci sono anche strutture private, di natura ospedaliera, universitaria o di ricerca. Per quanto riguarda gli studenti, un altro tema importante: ci sono 700mila studenti nella nostra Regione, non solo estenderemo i test sierologici anche a loro, ma soprattutto utilizzeremo in maniera massiva i tamponi rapidi. Un elemento che consente di circoscrivere rapidamente i casi ed avere risposte in 30 minuti”.
Estensione dei tamponi ai laboratori privati.L’audizione, come ha spiegato il presidente Simeone, è stata chiesta dalle associazioni della sanità privata, Anisap, Aiop e Unindustria, che hanno illustrato in apertura le loro richieste. Secondo
Valter Rufini (Anisap) “le 240 strutture abilitate per fare il test sierologico continuano a ricevere richieste di eseguire anche il tampone, richieste aumentate nell’ultimo periodo. Su queste strutture gravitano più di un milione di cittadini. Ci sembra illogico che strutture accreditate non possano avere un confronto sereno e senza speculazioni con l’assessorato per creare un network con le strutture pubbliche. Chiediamo che venga aperto un tavolo tecnico”.
Jessica Veronica Faroni (Aiop) ha ribadito che “negli ultimi 20 giorni non si riesce ad avere le risposte ai tamponi in tempi brevi, le case di cura hanno interesse che le risposte arrivino rapidamente, visto quello che è successo nei mesi scorsi”. Stessa posizione è stata espressa da
Luca Marino (Unindustria): “Il sistema pubblico-privato funziona, lo dimostra la rete che si è creata con test sierologici. Solo con il tampone si può avere un punto sulla situazione in maniera chiara. I sierologici sono importanti per seguire il livello di immunizzazione della popolazione italiana, ma non sono sufficienti per tenere sotto controllo l’epidemia ”.
A questo punto sono iniziati gli interventi dei consiglieri regionali. Il primo è stato
Massimiliano Maselli (FdI): “Fare più i tamponi - ha spiegato - è lo strumento migliore per combattere la diffusione del virus, è questa la lezione che abbiamo imparato in questi mesi. Vista la situazione di emergenza di questi giorni, con il rientro dalle vacanze, l’apertura delle scuole, ma anche l’arrivo dell’autunno e quindi dell’influenza stagionale, bisogna mettere i cittadini nella condizione di poter fare i tamponi rapidamente, il sistema sanitario del Lazio è un sistema integrato, non capisco per quale motivo le strutture accreditate non possano fare i tamponi. Si faccia subito il tavolo di confronto che richiedono le associazioni: il sistema pubblico da solo non ce la fa”.
Secondo
Loreto Marcelli (M5s) “è molto importante che si facciano più tamponi, prima di tutto negli ospedali pubblici e poi anche ai privati, per velocizzare le risposte”. Diversa la posizione di
Chiara Colosimo (FdI): “Da parte nostra - ha dichiarato - non c’è nessun tipo di pregiudizio ideologico, ma quando si tratta di una questione così delicata, si deve continuare con un tracciamento pubblico. Noi siamo d’accordo con la soluzione che si è trovata: far fare i test sierologici anche ai privati e riservare i tamponi alle strutture pubbliche. Il fatto che le Asl abbiano sotto controllo la situazione è una garanzia per la salute pubblica.
Per
Stefano Parisi (Lazio 2020), ha ricordato di essere stato il promotore della mozione approvata dal consiglio regionale per permettere alle strutture private di poter fare i tamponi: “Non ha senso che si rifiuti nel contributo dei privati, un contributo che può rendere il sistema più rapido ed efficiente. Rifiutare la collaborazione dei privati, dando poi al pubblico la possibilità di effettuare tamponi anche in regime privatistico, con un prezzo molto alto, è un controsenso”.
Secondo
Marco Vincenzi (Pd), infine,“da diversi mesi sostengo la necessità di porre la massima attenzione sull’attività di diagnosi precoce, elemento essenziale nel contrasto alla diffusione dell’epidemia. Non è più sostenibile un nuovo lockdown. E’ dunque essenziale estendere la rete dei laboratori che eseguono i tamponi. Ce lo dicono anche le file interminabili di questi giorni e i tempi di attesa eccessivi per avere la risposta. Bisogna superare la situazione attuale, calmierando le tariffe: la legge nazionale detta regole molte chiara. La mozione approvata in Consiglio regionale impegna l’assessore in questo senso, se non ritiene di attuare di attuarla deve venire in Aula a spiegare quali sono le ragioni”.
L’assessore
Alessio D’Amato, si è detto d’accordo sull’apertura di un tavolo tecnico, anche se l’attività di valutazione è stata già svolta, dove approfondire ancora meglio le caratteristiche dei laboratori in base alle indicazioni dello Spallanzani.
Il presidente
Giuseppe Simeone, chiudendo questa parte dell’audizione ha ricordato a sua volta che il Consiglio regionale ha già raccolto queste richieste, e ha auspicato che questo tavolo si apra da subito.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio