01/02/2021 -Ascoltati l'attuale commissario e quello che ha gestito l'Istituto regionale ville tuscolane dal 2011 al 2016. Righini annuncia una relazione su quanto emerso.
Il Comitato regionale di controllo contabile, presieduto da Giancarlo Righini, ha proseguito oggi l'analisi della situazione contabile e amministrative dell'Istituto regionale ville tuscolane (Irvit), in seguito alle attività ispettive disposte dalla Regione stessa. In due audizioni, del commissario attuale, Francesco Paolo Posa, e di Marco Di Andrea, commissario dal 2011 al 2016, è stata stata ripercorsa la vicenda, con particolare riferimento alla stabilizzazione di due lavoratori.
Francesco Paolo Posa, nominato il 2 luglio del 2019, ha riferito di aver trovato una situazione di grave irregolarità. “C'erano solo due persone – ha spiegato – una dipendente di Irvit e un lavoratore fornito da Italia Servizi, una società con cui Irvit aveva un contratto per la fornitura di servizi, che si considerava direttore dell'Istituto. Il rapporto è stato subito difficoltoso, non c'è stata alcuna collaborazione: si sono rifiutati addirittura di fornirmi le chiavi della sede, per cui abbiamo dovuto fare un accesso forzoso. Di tutta la vicenda è stata investita anche la polizia giudiziaria. Nel gennaio del 2020 ho proceduto alla revoca dell'appalto a Italia Servizi e all'allontanamento del dipendente. Attualmente abbiamo tre persone a tempo determinato, fornite dalla direzione regionale del Personale, con le quali abbiamo avviato il rilancio dell'ente, un ente di grande rilievo sia dal punto di vista culturale che economico per tutta l'area”.
Nei loro interventi sia Valentina Corrado (M5s) che Eugenio Patané e Marco Vincenzi (Pd) hanno espresso apprezzamento per il lavoro di Posa.
Il presidente Righini ha parlato di gravi irregolarità e ha annunciato che sta predisponendo una relazione che sottoporrà all'approvazione del Corecoco per poi trasmetterla alla Regione e alle autorità competenti.
Nella seconda audizione Marco Di Andrea, ha spiegato che il contratto con Italia Servizi era stato prediposto dal suo predecessore, il commissario Lavagnini. Italia Servizi, all'epoca forniva due unità di personale. In tutto, in forme precarie, lavoravano per Irvit tre persone, il “direttore” e due impiegati. Di Andrea ha spiegato di aver ricevuto “tre diffide in tre anni successivi da parte di due lavoratori, uno di Italia Servizi e uno precario di Irvit” e di essere arrivato alla decisione di stabilizzare i due dopo aver acquisito un parere legale proveritate, in base all'urgenza di evitare un contenzioso in tribunale”.
Sulla definizione di urgenza è tornata la consigliera Corrado: “La legge prevede che l'Istituto si avvalga di personale assunto con concorso – dichiarato - Il carattere di urgenza di un atto è determinato dal fatto che si trovi di fronte a un evento che non sia previsto o prevedibile. E non è questo il caso”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio