Doppia audizione per la commissione settima del Consiglio regionale
Il doppio appuntamento sui percorsi riabilitativi e le patologie croniche intestinali.
26/10/2021 - Due audizioni all'ordine del giorno oggi in commissione settima del Consiglio regionale, presieduta per l'occasione dal vicepresidente Paolo Ciani. La prima audizione verteva sui percorsi di riabilitazione territoriale mentre la seconda era sul tema delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino.
La prima audizione è stata illustrata, per quel che riguarda i motivi della sua richiesta, da Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia, che ha detto che l’esigenza era quella di esporre il problema delle famiglie che hanno figli in regime semiresidenziale e che manifestano la necessità di elevare il termine di 20 giorni fissato in un provvedimento regionale per il percorso, ritenuto troppo ristretto, visto che le visite sono a carico delle famiglie. Più congruo apparirebbe un termine di almeno un mese, ha detto ancora Colosimo.
Il dottor Mastromattei, per la Regione, ha detto che, pur comprendendo le esigenze poste, il provvedimento ha cercato di fissare un termine che scongiurasse atteggiamenti opportunistici da parte delle strutture, che potrebbero tenere i posti occupati inutilmente in caso di termini più lunghi. Un tavolo tecnico al quale sarà presente anche la Consulta pr l’handicap cercherà comunque a breve di ovviare a queste criticità, nello spirito di garantire comunque la continuità assistenziale per i pazienti, ha aggiunto Mastromattei. L’urgenza della ricerca di una soluzione è stata comunque spiegata in conclusione da Colosimo, soddisfatta tuttavia del fatto che la problematica sia ben presente alle strutture regionali.
La seconda audizione, che verteva sulle problematiche relative alle malattie infiammatorie croniche dell’intestino, è stata introdotta dal consigliere Massimiliano Maselli anche lui di Fratelli d'Italia, che ha riferito come nel Lazio Umberto I e Bambin Gesù siano i due centri di avanguardia in questo campo. Difficoltà ci sono però a livello di risorse finanziarie, specie per quanto riguarda le assunzioni dei gastroenterologi. Importante sarebbe anche, secondo il consigliere, che la regione promuovesse una campagna di informazione su queste patologie. Sì potrebbe pensare anche a un ordine del giorno da portare in Aula, ha concluso Maselli.
Il Direttore generale della associazione AMICI onlus, dottor Salvo Leone, ha riferito che in Italia sono circa 250 mila i pazienti di questa patologia e un quarto sono bambini e ragazzi. Spesso le diagnosi sono in ritardo in questo tipo di patologia e ovviamente nel caso di minori essa assume una dimensione familiare. Anche i percorsi di cura non sono standardizzati, ha aggiunto Leone. La Regione subisce una importante mobilità passiva su questo fronte. Le ricadute della lotta al virus si sono purtroppo fatte sentire, con una ulteriore difficoltà di accesso alle cure, ha concluso Leone.
Intervenuta anche la dottoressa Barbara Molinario, ma più, come ha tenuto a specificare, in quanto madre di un paziente che come addetta ai lavori, confermando comunque la gravità e le ricadute di questa patologia.
La responsabile del reparto di gastroenterologia ed epatologia pediatrica del Policlinico Umberto I, dottoressa Marina Aloi, ha sottoscritto quanto già detto, sottolineando l'importanza dei centri di riferimento che in Italia sono sette-otto, di cui due nel Lazio, per fortuna dei cittadini laziali. Il ritardo diagnostico è un problema molto grave, ha aggiunto la dottoressa, anche qui in accordo con il dottor Leone.
Sergio Ribaldi ha garantito che le potenzialità del sistema regionale con riferimento a tutte le patologie sono tornate alla normalità, passata la fase più acuta dell'emergenza covid. Una campagna informativa può sicuramente essere messa a punto in accordo con i due centri specializzati, ha aggiunto Ribaldi, e con essi la Regione può mettersi intorno a un tavolo per cercare di capire quali siano le principali esigenze.
“Colpisce il fatto che ci sia un problema di mobilità passiva in un campo in cui abbiamo due centri specializzati nel Lazio”, ha detto Paolo Ciani in conclusione dei lavori, sottolineando come vadano capiti i motivi di ciò.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio