Piani di zona, il caso di Cecchina 2 esaminato in commissione consiliare
Due terzi degli alloggi prenotati non assegnati e il fallimento del costruttore nel 2018, queste le linee principali della vicenda ricostruita oggi dai protagonisti.
21/02/2022 - Audizione oggi in Commissione speciale sui piani di zona per l'edilizia economica e popolare nella Regione, presieduta da Valentina Grippo,
sul tema "Cittadini prenotatari/acquirenti programma costruttivo ACF costruzioni a r.l. - piano di zona Cecchina 2 comune di Albano laziale". Come è scaturito dall’audizione, si tratta di una vicenda iniziata nel 2004, con il costruttore che nel 2011 ha anche riscosso i contributi regionali per circa 900 mila euro, ma ad oggi solo 12 dei 36 prenotatari sono giunti al termine dell’iter rogitando ed entrando in possesso delle case, mentre gli altri hanno avuto la procedura bloccata da un ricorso al Tar che ha bloccato i rogiti; nel 2018, poi, si è aperta una procedura fallimentare a carico del costruttore che ora fa temere alle famiglie di non poter più avere gli alloggi.
In questa situazione, come ha detto Elisa Russo, una dei prenotatari degli alloggi non rogitati, a cui il vicepresidente della commissione, Adriano Palozzi, che coordinava i lavori di oggi, ha dato la parola per prima, i prenotatari ora rischiano anche di perdere quanto versato negli anni. La prenotazione è avvenuta su carta, nella certezza che la convenzione tra costruttore e comune di Albano garantisse l’ottenimento della casa. Anche il prezzo è variato in aumento; il paradosso è stato che, per prevenire eventuali occupazioni degli alloggi, i prenotatari stessi sono diventati in alcuni casi occupanti degli alloggi prenotati e alcuni lo sono a tutt’oggi, cosa che ha comportato anche una denuncia penale a loro carico. Tutto questo però è avvenuto pur sempre nel mantenimento dei requisiti previsti per l’assegnazione, ha aggiunto Russo. Inoltre il costruttore ha ottenuto i fondi regionali proprio grazie alla fornitura, da parte dei prenotatari, della documentazione utile, ha concluso Elisa Russo, aggiungendo che nel 2008 si era addivenuti a un compromesso con il costruttore che gli eventi successivi hanno però reso vano.
A seguire, Danilo Ballanti ha aggiunto che in teoria questa operazione avrebbe dovuto essere un esempio, mentre invece è diventato un incubo per le famiglie coinvolte. Si chiede quindi alla Regione di intervenire, in analogia con una vicenda simile verificatasi a Fiumicino, tra l’altro per scongiurare anche eventuali altre situazioni simili, visto che ci sono altre due società che ad oggi versano nella stessa situazione di Acf.
Il consigliere Marco Cacciatore del gruppo misto ha detto che purtroppo in molti casi i piani di zona vanno a finire in questo modo, tra cittadini che perdono i propri soldi e opere di urbanizzazione che non vengono realizzate, a fronte della percezione dei fondi. Sicuramente i meccanismi di selezione degli operatori lasciano a desiderare; va chiarito a questo punto, a suo avviso, se ci siano ancora pendenze giudiziarie che impediscono di definire la vicenda, ma in caso contrario esiste anche, ha concluso Cacciatore, la possibilità della revoca dei contributi come misura nella disponibilità della Regione, una volta accertato che le procedure non sono andate come dovevano.
Da parte della struttura amministrativa regionale, presente all’audizione, si è chiesto alla commissione la disponibilità ad un incontro diretto con l’ assessorato per entrare nel merito della vicenda con maggiore precisione.
Presente all’audizione anche il presidente della commissione urbanistica del comune di Albano laziale, Marco Alteri, al fine di acquisire elementi utili alla conoscenza della vicenda.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio