Le criticità del comparto energie rinnovabili in commissione Sviluppo economico
Presto il punto della situazione con gli assessori allo Sviluppo economico, Transizione ecologica e Agricoltura per capire i tempi del post moratoria alle autorizzazioni dei nuovi impianti.
21/02/2022 - Le criticità riscontrate dal comparto delle energie rinnovabili da fonte solare in relazione alle recenti normative regionali il tema dell’audizione odierna in XI Commissione Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione, presieduta da Marietta Tidei (Gruppo misto) e richiesta da Alleanza per il fotovoltaico in Italia, insieme di operatori energetici impegnati nello sviluppo di soluzioni per l'energia solare sul territorio italiano. Presenti anche Elettricità futura (oltre 500 imprese, pari al 70% del mercato elettrico italiano), ANIE, l’associazione nazionale che tutela gli interessi delle imprese del settore elettrotecnico ed elettronico e Unindustria.
Come ha ricordato la presidente Tidei, la richiesta nasce dalla moratoria della Regione Lazio che sospende per 8 mesi le autorizzazioni per nuovi impianti eolici e fotovoltaici a terra, nelle more dell’individuazione delle aree e dei siti non idonei all’installazione degli impianti da fonti rinnovabili di grandi dimensioni. Una decisione approvata prima nel cosiddetto Collegato al bilancio 2021 ad agosto, e impugnata dal Consiglio dei ministri, e poi confermata con la legge regionale 30 dicembre 2021 n. 20, che ha ribadito la sospensione delle installazioni degli impianti eolici e fotovoltaici a terra autorizzati «fino ad aprile 2022, in attesa che i Comuni indichino le zone per le quali il relativo impatto sul sistema di paesaggio è indicato come non compatibile (NC), ovvero che rappresentano siti non idonei all’installazione dei grandi impianti».
Per tutti gli operatori, la moratoria avrebbe creato
un contraccolpo allo sviluppo delle energie rinnovabili nel Lazio, peraltro in una regione giudicata molto positivamente, fino alla moratoria, rispetto al numero e tempistiche delle autorizzazioni, e arrivata nel pieno di una crisi energetica dovuta in primis all’aumento del prezzo del gas in cui le fonti rinnovabili avrebbero potuto tagliare i costi in modo strutturale.
“Questo tipo di azione ha generato incertezza che si traduce in un rallentamento di opportunità lavorative legate a questi investimenti che risultano congelati sul territorio, una regione che ha bisogno di questi investimenti anche per gli obiettivi del Pniec”, ha detto Andrea Cristini di
Alleanza per il fotovoltaico. Dunque una perdita di opportunità non solo per gli operatori ma anche per il territorio in termini di posti di lavoro (10mila posti a medio e lungo termine collegati al settore secondo una ricerca dell’associazione) e ambiente, riferendosi al Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima 2030, lo strumento fondamentale per cambiare la politica energetica e ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione che fissa a 70 GW incrementali la potenza necessaria da qui al 2030 per raggiungere il target del Green Deal.
“Si parla molto di caro energia. Oggi siamo al 40% di energia rinnovabile, se fossimo al 70% la bolletta del 2022 sarebbe come quella del 2019”, ha detto il direttore generale di Elettricità futura, Andrea Zaghi, che ha illustrato alcuni dati. Nel Lazio attualmente sono installati 2,1 GW di potenza rinnovabile. Nel 2021 sono state accettate circa 760MW di istanze per impianti fotovoltaici prima della moratoria. In base all’installato attuale in Italia, circa 57GW, per il Lazio la nuova capacità da sviluppare sarebbe di almeno 2,5GW di cui 1,7GW di impianti a terra che, secondo lo studio di Elettricità futura, richiedono solo 2600 ettari. Per l’associazione, le energie rinnovabili non sono un fardello ma un’opportunità.
“La Regione Lazio è quella che ha autorizzato più impianti ma la moratoria è stato un bruttissimo segnale”, ha dichiarato Zaghi che ha chiesto di revocare subito la moratoria che scade ad aprile, per dare “un segnale forte per il mercato, che si può ricominciare a installare”, richiesta sostenuta anche dagli altri intervenuti come Federica Celardi di Unindustria e Michelangelo Lafronza, segretario Anie Rinnovabili
, che ha ricordato trattarsi
di iniziative di libero mercato senza incentivi. Quanto al consumo del suolo, per Lafrorza “è un falso tema, andremmo ad occupare solo lo 0,3/0,4 delle aree agricole”.
Sull’argomento è intervenuto il presidente della commissione regionale Agricoltura, Ambiente
Valerio Novelli (M5S) dove proprio una decina di giorni fa si è svolta l’audizione dell’assessora alla Transizione ecologica, Roberta Lombardi, sulle linee guida per l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici
“Sembra che la Regione Lazio sia contro lo sviluppo del fotovoltaico e delle energie rinnovabili, così assolutamente non è”, ha detto Novelli ricordando la volontà dell’assessora a non rinnovare la moratoria nata dalla necessità della individuazione delle aree non idonee, “anello mancante rispetto al piano generale della Regione Lazio. L’iter delle aree è quasi terminato, a breve si potrà ripartire”, ha assicurato.
“Mentre noi attendiamo i tempi biblici stanno uscendo i finanziamenti del PNRR, le aziende non avendo certezze proveranno in altre regioni i loro futuri investimenti e si continuerà a produrre energia con combustibile fossile e questo non possiamo permettercelo. La Regione ha bloccato il fotovoltaico nel momento più importante”, ha replicato
Antonio Aurigemma (FdI).
“È poco verosimile annullare la moratoria in anticipo con un intervento di legge che avrebbe tempi che coinciderebbero con la fine della moratoria”, ha spiegato
Marta Leonori (Pd) che ha avanzato la proposta, accolta da entrambi i presidenti Tidei e Novelli, di un approfondimento congiunto con gli assessori allo sviluppo economico Paolo Orneli e Lombardi ai quali Novelli ha aggiunto la responsabile all’Agricoltura Enrica Onorati, “per capire cosa accade nel momento in cui termina la moratoria".
“Nessuno pensa che ci sia da parte della Regione la volontà di bloccare la transizione ecologica”, ha concluso
Tidei ricordando la sua contrarietà alla moratoria, “è ovvio che non fosse non necessario l’individuazione delle aree idonee non solo a tutela territorio ma anche degli imprenditori, siamo tutti animati da buoni propositi ma questa moratoria un po’ di caos l’ha generato”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio