Il direttore generale della Asl Roma 2 in commissione speciale Covid-1922/02/2022 -
Prosegue il ciclo di audizioni della commissione speciale Covid 19, presieduta da Paolo Ciani, per fotografare l’impatto della pandemia nelle Asl del Lazio e conoscere le conseguenze sull’erogazione delle prestazioni sanitarie e dei servizi di prevenzione, diagnosi e cura dei cittadini. Oggi è toccato al direttore generale della ASL Roma 2, Giorgio Casati.
La Asl Roma 2 copre il 45% del territorio di Roma, articolato in sei distretti, molto diversi tra loro, con una utenza pari a un milione e quattrocentocinquanta mila abitanti, caratterizzata da un’ampia e capillare rete di servizi per rispondere ai bisogni della salute della popolazione. Sul territorio troviamo tre presidi ospedalieri, 48 ambulatori polispecialistici, un polo penitenziario, tre case della salute e tutta una serie di servizi di assistenza domiciliare, per le dipendenze e le disabilità, una rete delle cure palliative e una di servizi per il percorso alla nascita. Il modello organizzativo per la risposta alla pandemia della Asl 2 è stato illustrato dai collaboratori del direttore sanitario, attraverso una serie di slide e definito “un sistema a rete e agile”. Al centro dell’organizzazione un coordinamento distrettuale, declinato sul territorio attraverso una fitta rete di responsabili e referenti, una centrale operativa Covid che ha gestito l’assistenza infermieristica proattiva, la presa in carico del paziente, la sorveglianza stretta. La Asl 2 ha effettuato una massiccia attività di screening con all’attivo oltre 2 milioni di tamponi, tra antigienici e molecolari, vale la pena ricordare i primi interventi di equipe mobili aziendali nel convento delle Suore Angeliche di San Paolo, come la gestione dello screening su ampia scala al Selam Palace, i tamponi a Fiumicino, la gestione delle comunità tra alberghi Covid e strutture ospedaliere, per un totale di 14754 utenti coinvolti su 192 strutture. Sul fronte del dipartimento scuola sono state effettuate 16.000 indagini epidemiologiche per segnalazioni scolastiche, 11.000 classi con disposizioni sanitarie, il 94% delle disposizioni inviate entro le 24 ore dalla segnalazione, 1500 classi focolai, un lavoro enorme reso possibile grazie a una piattaforma dedicata alla scuola. Per la centrale operativa home care covid ha visto circa 29mila pazienti in telesorveglianza, 2300 mila in tele assistenza, nel 2020, con un significativo decremento nel 2021 che invece ha registrato 76.288 pazienti in telesorveglianza e 38.479 in teleassistenza. Per le vaccinazioni over 12 sono state somministrate 1.458.033 dosi, per la campagna vaccinale 5-11 anni sono stati istituiti 6 hub e somministrate 52.467 dosi, fino ad arrivare a registrare un picco di 6000 dosi complessive al giorno. Il Covid, come ha spiegato il collaboratore di Casati, nelle fase di picco ha coinvolto prevalentemente gli ospedali, il Sant’Eugenio e il Pertini, in entrambi sono stati individuate aree di degenza dedicati, riattivati posti letto per terapia intensiva e percorsi di continuità per garantire le dimissioni protette in telemedicina. Infine, c’è stata tutta la gestione del Covid e vaccinazione nel carcere di Rebibbia, dove sono state effettuate 7500 vaccinazioni e dove dal 2021 è stato attivato un servizio di telemedicina.
“Tutta questa attività – ha dichiarato il direttore Giorgio Casati - non sarebbe stata possibile senza una infrastruttura tecnologica. La cosa che ha funzionato – sempre secondo Casati – è stata la tempestività con cui l’azienda ha reagito, di contro sono stati abbandonati alcuni servizi. Mentre nella prima fase pandemica nel lockdown, tutto il sistema sanitario era concentrato sul Covid, le attività programmate sono slittate, determinando così un rallentamento dell’attività ambulatoriale e chirurgica, cui non corrisponde certamente il rallentamento delle patologie. E’ chiaro – ha continuato Casati - che i problemi di salute si sono ripresentati in tutta la loro rilevanza e oggi questa situazione pesa, la popolazione ha difficoltà a tornare negli ospedali a fare le attività programmate, c’è da fare un grande lavoro per il recupero di fiducia. Questa epidemia ha messo in evidenza due criticità, la logistica delle nostre strutture, occorre quindi ottimizzare gli spazi per il recupero di posti letto, e poi il grande tema è la difficoltà a far decollare strumenti alternativi come la telemedicina. Occorre un impulso per gestire i pazienti evitando il ricorso alla struttura ospedaliera, quando non necessario”.
Al termine dell’incontro sono intervenuti il presidente Paolo Ciani e Rodolfo Lena esprimendo soddisfazione per il lavoro svolto dalla Asl 2. Secondo il consigliere Rodolfo Lena “un modello replicabile su tutto il territorio”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio