Bosco monte Artemisio, i tagli in eccesso all'attenzione della commissione ottava
Le irregolarità scaturite dai collaudi sulle operazioni effettuate dal concessionario sono state oggi al centro dei lavori dell'organismo consiliare.
26/04/2022 - Audizione oggi in commissione ottava del Consiglio regionale sul tema di tagli non appropriati al patrimonio boschivo del monte Artemisio, ricadente nel territorio del comune di Velletri.
Si tratta, è stato spiegato dal consigliere richiedente l’audizione, di un affidamento in concessione di circa tre anni fa da parte dell’amministrazione comunale per delle operazioni di taglio di un bosco di castagno. Dai collaudi effettuati, tre finora, sono però scaturite delle eccedenze nel numero dei tagli effettuati rispetto al dovuto. L’amministrazione comunale da parte sua ha sottolineato però il carattere necessario dei tagli, visto che si tratta di bosco ceduo; resta l’ipotesi da dimostrare di un eventuale danno ambientale. Ipotesi su cui però sia Arsial che il parco regionale Castelli romani si sono detti scettici. Presenti le direzioni regionali Ambiente e Agricoltura, oltre all’assessore regionale all’agricoltura.
Da parte del richiedente, è stata espressa in particolare la preoccupazione che i tagli in eccesso possano compromettere le condizioni del bosco. In attesa del prossimo collaudo, il quarto, sono già stati rilevati ulteriori tagli non autorizzati, anche di specie diverse da quella prevalente. Si è auspicato quindi un controllo puntuale al fine di sanzionare queste inadempienze, fino alla sanzione estrema della rescissione della concessione in essere.
Il Comune di Velletri ha ricordato come si tratti di bosco di castagno, un bosco ceduo che se non viene assoggettato a tagli deperisce comunque, da cui l'esigenza della concessione stipulata nel 2019, dopo che fin dal 2011 si era dovuto rinunciare alla coltura del castagno per motivi congiunturali. La percentuale di castagno è del 97 per cento e le essenze tagliate in eccesso ammonterebbero a non più di 4000 secondo le stime del comune. Intanto è stato nominato un direttore dei lavori ma comunque gli abbattimenti in eccedenza sono stati tutti motivati, a dire dell’amministrazione comunale, secondo la quale il bosco non è compromesso, lo sarebbe invece se non si procedesse ai tagli.
Il direttore del Parco regionale Castelli Romani, nella cui competenza ricade l’area, ha confermato che la natura del bosco richiede un taglio periodico ai fini stessi della sua sopravvivenza; in ogni caso le sanzioni comminate per i tagli in eccesso sono state regolarmente oblate, ha aggiunto il direttore. Per il parco, ad oggi non sussistono elementi atti a stabilire con certezza un danno ambientale. Si procederà comunque a verifiche ulteriori, è stato detto.
Per la direzione regionale Agricoltura, promozione della filiera e della cultura del cibo, caccia e pesca- Foreste, il direttore da poco insediato ha riferito di aver ricevuto numerose segnalazioni in proposito ma proprio a causa del suo recente insediamento, di non poter dire molto di più su questo argomento.
Per la direzione regionale Ambiente, il pagamento delle sanzioni comminate non inficia la necessità di tutela dell'ambiente che è lo scopo primario della direzione. Quindi, fatto salvo il discorso sulla regolarità della situazione amministrativa, gli organi di controllo preposti, in primis le guardie del parco, devono vigilare. Esistono inoltre gli organi statali, in particolare i carabinieri forestali. Sicuramente nei casi più gravi si può giungere alla revoca della concessione ma la questione va prima adeguatamente approfondita, ha secondo il direttore, che ha aggiunto che la tutela ambientale in aree protette prevede anche un Intervento obbligatorio del parco.
A seguire, Arsial non è entrata nel merito tecnico, ma ha precisato che la figura del direttore dei lavori dovrebbe essere in capo al concessionario, mentre il concedente ha invece un potere di sorveglianza dei lavori. Il danno ambientale è tutto da dimostrare, secondo Arsial, ma in ogni caso cinque piante per ettaro, quali sono state stimate quelle abbattute in eccesso, non sembrano essere un numero particolarmente elevato.
Da parte delle associazioni è intervenuto il Coordinamento natura e ambiente che ha detto come il rischio sia collettivo e che i tagli di altre specie diverse da quella prevalente siano assolutamente dannosi. Il controllo non sembra adeguato e si fa fatica a capire quale sia il ruolo delle istituzioni in gioco, è stato detto.
L'assessore in conclusione ha richiamato tutte le istituzioni presenti al rispetto dei ruoli che sono propri, ma sempre in un'ottica di collaborazione tra loro, collaborazione che a suo avviso però si sta già attuando. Assicurata anche la collaborazione della struttura regionale, ove sia messa al corrente con precisione e tempestività delle problematiche all'ordine del giorno.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio