Proposte di legge su educazione sessuale e patti educativi. Due audizioni in IX Commissione
La porposta di legge per far tornare a scuola l'educazione sessuale e all'affettività
24/05/2022 -
Due le audizioni di oggi in commissione Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione e diritto allo studio, la prima relativa alla proposta di legge n.303 sulle “Disposizioni per sostenere iniziative e progetti in materia di informazione sessuale ed educazione all'affettività", la seconda, sulla pl riguardante le “Disposizioni per promuovere la comunità educante, i patti educativi di comunità e di collaborazione e favorire l'attuazione della scuola digitale".
Dagli interventi delle associazioni presenti è stato manifestato plauso all’iniziativa legislativa, anche se non sono mancate alcune osservazioni. Dalla referente di Aidos come da Differenza Donna, la proposta di ampliare i soggetti coinvolti dalla legge, pertanto la richiesta di coinvolgere, nei progetti di informazione sessuale ed educazione all’affettività, tutta la comunità scolastica a cominciare dai docenti. Per la Casa internazionale delle donne si tratta di uno strumento necessario, affinché non sia lasciato a You Tube il delicato compito dell’educazione sessuale negli adolescenti. Non sono mancati riferimenti alla necessità di finanziare i progetti in modo stabile e ordinario e porre fine a interventi spot, spesso inadeguati.
Sul ruolo primario della famiglia nell’educazione sessuale dei ragazzi, lasciando alla scuola un ruolo sussidiario, si è espressa, invece, la referente del Moige. Secondo quest’ultima attraverso un patto scuola/famiglia, sarebbero garantiti anche approcci diversi al tema.
A seguire, si è tenuta la seconda audizione sulla proposta di legge n.254 in merito alle “Disposizioni per promuovere la comunità educante, i patti educativi di comunità e di collaborazione e favorire l'attuazione della scuola digitale". Hanno aperto gli interventi i referenti del CVS Lazio, i quali, pur condividendo lo spirito della legge, hanno illustrato quanto sia necessario, per la realizzazione dei patti educativi, il coinvolgimento di un terzo, in grado di tenere insieme tutti gli attori coinvolti. Inoltre, sempre dal CVS Lazio l’invito affinché la legge sia una cornice, pertanto meno rigida e quindi in grado di favorire in un secondo momento la concertazione tra le parti, dunque i patti educativi, anche sulla base delle diverse realtà territoriali. Ed è proprio sulla diversità territoriale e sull’esigenza di una legge che preveda i patti di comunità è intervenuta la dirigente scolastica del VI Municipio, che ha messo sul tavolo la complessità di alcuni quartieri come quello dove insiste la scuola di Tor Bella Monaca, da lei diretta. Territori popolati per il 39% da stranieri e realtà complesse, dove gli interventi educativi extrascolastici, sono spesso organizzati da associazioni di volontariato in assenza delle istituzioni.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio