Il rastrellamento del Quadraro e la figura di don Gioacchino Rey in una proposta di legge
L'audizione introduttiva al lavoro sulla proposta si è tenuta alla Casa della Cultura all'interno di Villa De Sanctis.
12/07/2022 - Audizione esterna oggi della commissione prima del Consiglio regionale, presieduta da Sara Battisti, sulla proposta di legge n. 331 del 14 aprile 2022, concernente le “Iniziative per la conoscenza e la memoria del rastrellamento del Quadraro e della figura di Don Gioacchino Rey”. Si è trattato di un appuntamento molto partecipato da parte di istituzioni e associazioni del territorio, che in alcuni casi non hanno perso l’occasione per puntualizzare alcuni elementi, al fine di rendere la proposta più aderente alle varie sensibilità esistenti sul tema. “Le audizioni sono sempre un momento importante nell’iter di una proposta di legge, ma in questa circostanza lo sono ancora di più”, ha detto Marta Bonafoni della lista Zingaretti, illustrando la proposta di legge che porta la sua come prima firma.
In apertura, è stata letta dalla rappresentante di una associazione del territorio una memoria critica di Walter De Cesaris, impegnato da tempo su questi temi anche attraverso pubblicazioni, che non aveva potuto essere presente. Criticate, in questo documento, l’impostazione generale della proposta di legge e la centralità che in essa riveste la figura di don Gioacchino Rey, che fu il compilatore di una lista delle persone vittime del rastrellamento, le cui vittime furono però i partigiani del quartiere. Inoltre, per De Cesaris sarebbero stati scavalcati i municipi e le associazioni del territorio. Una maggiore adesione alla storia richiederebbe quindi l’evidenziazione della natura popolare e collettiva della resistenza romana negli episodi in cui si è concretata la sua repressione, come appunto il rastrellamento del Quadraro. Richiamata invece da una esponente di un’altra associazione, la centralità della figura femminile nella resistenza romana.
Passando alle figure istituzionali, la delegata alla Valorizzazione della Memoria Storica del V Municipio, Stefania Ficaccia, ha ringraziato per l'attenzione che con questa proposta si dedica al territorio. Citare le Fosse Ardeatine nella proposta di legge sarebbe opportuno a suo avviso, perché il rastrellamento del Quadraro non è che un episodio di una catena che culmina poi nella strage, che vede delle vittime provenienti da quello. Il consigliere Paolo Ciani di Demos ha rivendicato poi la bontà, a suo avviso, dell’impostazione della proposta di legge, che vuole provare a costruire un percorso condiviso con le istituzioni e le associazioni del territorio, senza forzature in un senso o in un altro. Apprezzamento per la proposta ha espresso poi il Presidente del VII Municipio Francesco Laddaga, specie per lo sforzo di riportare in superficie eventi locali che si inquadrano in una storia più ampia, quale quella della resistenza romana. Specificare il ruolo dei municipi è indispensabile comunque a suo avviso, così come ribadire l'importanza della figura di don Gioacchino. Ok anche all'idea di un museo sul territorio, da parte sua.
Per l’associazione Urban Experience, Carlo Infante ha sottolineato l'importanza del camminare come approccio alla realtà urbana. Infante ha ricordato poi la formazione partigiana trotzkista Bandiera Rossa e i renitenti militari a Salò, come due peculiarità della resistenza quale si è concretata nella realtà del Quadraro, che fu per loro sicuro rifugio. D’accordo il referente della Associazione Berlinguer, Claudio Siena , si è detto poi sulla necessità di non individualizzare la memoria storica in una figura specifica e sul fatto, anche questo emerso in precedenti interventi, che lo spezzettamento del Quadraro in tre municipi sarebbe da superare. Sulle stesse posizioni si è detto il centro sociale Spartaco, che auspica una ricostruzione della memoria comune e collettiva. Il vicepresidente ANPI Roma e storico , Davide Conti, ha detto poi di apprezzare la proposta, perché intanto porta la storia del Quadraro al di fuori della memoria del quartiere. Inoltre, Conti ha ricordato anche come la memoria della resistenza sia una memoria prevalentemente femminile, perché la deportazione e uccisione degli uomini lasciarono le donne da sole a custodirla.
Il presidente della commissione cultura del VII Municipio, Emiliano Cofano, ha ricordato le iniziative del settimo municipio anche in materia di toponomastica, tra le altre cose, poiché esistono ancora vie intitolate a esponenti del regime.
Per Riccardo Sansone , storico e curatore del Festival Bella Storia Narrazioni di Strada, invece, il museo della resistenza romana già esiste, ed è quello di via Tasso. La figura di don Gioacchino è solo una delle tante che costituirono la rete di sacerdoti, e in alcuni casi anche di porporati, che hanno in vari modi coperto e agevolato le attività resistenziali nel quartiere. D’accordo, sempre per ANPI, il Presidente della sezione Nido di Vespe, Nicola Porcelli, sul fatto che vada superata l’impostazione della proposta imperniata su di un personaggio singolo, come don Gioacchino.
Ultimo a intervenire, il presidente della commissione cultura del quinto municipio, Maurizio Mattana, per il quale invece è importante anche delocalizzare la memoria dal punto di vista delle istituzioni museali esistenti.
La presidente Battisti ha invitato in conclusione anche coloro che non avevano potuto intervenire per ragioni di tempo – così come coloro che invece lo avevano fatto - a produrre documenti scritti da cui la commissione possa trarre utili elementi nel suo lavoro emendativo.
Erano presenti anche i consiglieri regionali Alessandro Capriccioli di Più Europa radicali e Michela Di Biase del Pd.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio