Vendita sede Ater di lungotevere Tor di Nona, audizione in commissione Decima

Evidenziati i motivi di critica all'iniziativa e fornite le relative risposte nell'organismo consiliare.
La sede del Consiglio regionale. 04/08/2022 - Audizione oggi in commissione decima del Consiglio regionale del Lazio sulla vendita della sede Ater di lungotevere Tor di Nona a Roma. Evidenziate dai  consiglieri di opposizione richiedenti l’audizione le motivazioni, sia di merito che sulla tempistica della vendita, che li spingono a ritenere questa misura non opportuna, alle quali ha replicato l'assessore regionale alle Politiche abitative, che ha riferito come a settembre sia previsto il preliminare da siglare con Inail.

Non opportuno anzitutto il momento per questa vendita, che andrebbe lasciata alla prossima amministrazione scelta dai cittadini, è stato detto dai richiedenti l’audizione. Anche in passato sono state espresse delle perplessità su questa vendita, per la quale si potevano individuare soluzioni diverse, come ad esempio un procedimento a evidenza pubblica. Pur riconoscendo le condizioni di difficoltà da cui l’azienda partiva e che rimontano a molto tempo fa, e anche il carattere non necessario di una sede Ater in zona centrale, è stato detto che ci si sarebbe aspettati anche un riordino complessivo delle sedi Ater, che risultano addirittura 15 alle opposizioni.

C’è poi l’aspetto della preoccupazione del personale, che non è tanto abbandonare il lungotevere, quanto andare ad affollare altre sedi periferiche, come anche i sindacati stanno rimarcando in questa situazione. Una procedura di vendita da fermare, quindi, anche se ci si rende conto come ciò sia ormai molto difficile, data la tempistica: questo non significa scarsa attenzione ai conti dell'Ater naturalmente, che però avrebbero potuto essere risanati attraverso un più efficace piano di vendite e soprattutto una migliore strategia di lotta alla morosità, sempre secondo i consiglieri di opposizione. Un quesito è stato posto anche sul mancato rinnovo del contratto di servizio Ater.

Nella risposta dell’assessore si è evidenziato anzitutto come la vendita sia solo un tassello di una strategia di risanamento dell’azienda, che nel 2013 è stata trovata in grave crisi. E’ stata colta la possibilità di rottamazione del debito dell’azienda come unica via di uscita rispetto alla soluzione di portare i libri in Tribunale e a tale scopo si è approntato il piano di risanamento, articolato in una serie di interventi, che ha permesso di portare il passivo da 600 a 60 milioni di euro. Si tratta di enti, è stato fatto notare, che devono perseguire l'equilibrio con i propri mezzi e non possono gravare sul bilancio regionale in alcun modo, pena procedimenti di infrazione comunitari.

Il piano di risanamento prevedeva appunto la valorizzazione degli alloggi non ERP, tra cui appunto la sede Ater di lungotevere Tor di Nona. Si è optato per la vendita a un soggetto pubblico, Inail, che destinerà gli uffici all’amministrazione delle Dogane, per motivi di maggiore garanzia offerta dall’operazione. Il prezzo è stato fissato dal demanio e corrisponde esattamente all’anticipazione di 34 milioni fatta dalla Regione sulla rata di ammortamento del debito fiscale dell’azienda. La tempistica è stata dettata fondamentalmente dall’esigenza di onorare l’impegno, in mancanza di che sarebbe vanificato anche quanto fatto finora. Il 18 luglio Ater ha manifestato un interesse vincolante e a settembre si farà il preliminare con Inail.

In ogni caso, molto meglio secondo l’assessore consegnare a chi verrà dopo una situazione aziendale meno complicata dal punto di vista economico finanziario. La procedura parte dal 2019 e questo è solo lo step definitivo, che si trova per caso a coincidere con la fine della consiliatura. Per quanto riguarda il personale, priorità è la salvaguardia della azienda piuttosto che di una sede, ma sono in corso contatti con i sindacati per un trasferimento più indolore possibile del personale, che però in gran parte già ora è spalmato su una molteplicità di sedi. In prospettiva futura ci sarà poi la possibilità di una sede unica, una vera e propria cittadella Ater che finora non si è potuta fare per mancanza di fondi, stessa motivazione del mancato rinnovo del contratto di servizio. In futuro andrà affrontato anche il tema costituito dal fatto che gli alloggi Ater siano soggetti ad Imu, una grave contraddizione, come anche l'opposizione ha concordato. Una più efficace lotta alla morosità, infine, non può prescindere dall’adeguamento dei canoni attuali.

 

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio