Sanità in carcere: strutture insufficienti, allarme per le carenze di medici e infermieri
Audizione con il garante dei detenuti e tutti i dirigenti delle Asl interessate in commissione. Droghei chiede audizione con Rocca e Maselli. Savo: “Presto incontro con il presidente su linee programmatiche della Giunta”.
25/07/2023 - Strutture vecchie e insufficienti, poco personale e difficoltà di reclutamento, ma anche molte iniziative per migliorare la qualità dell’assistenza ai detenuti. Questo il quadro emerso nell’audizione con il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà,
Stefano Anastasia e i dirigenti delle Asl interessate in commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da
Alessia Savo.
“Quello dell’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari della Regione – ha esordito la presidente Savo – è un tema di grande delicatezza. Il report del garante ha sottolineato il 35 per cento di procedure inevase per carenza di personale, dobbiamo riflettere su teleassistenza e telemedicina, che potrebbero essere una prospettiva, soprattutto per le patologie croniche”.
Ha preso poi la parola la consigliera
Emanuela Droghei (Pd): “Questa è una convocazione che avevamo richiesto come gruppo Pd, e nasce da alcune visite effettuate nei mesi scorsi a Rebibbia e Regina Coeli, nelle quali abbiamo potuto verificare le carenze in alcuni servizi essenziali, come l’odontoiatria, il problema della salute mentale”.
Secondo Anastasia “uno dei temi più rilevanti, quello dell’accesso alla specialistica e alla diagnostica è legato all’insufficienza del personale di polizia addetto all’accompagnamento detenuti. E’ necessario avere sedi di confronto anche con l’amministrazione penitenziaria. Bisogna ricostituire l’osservatorio regionale sulla sanità nelle carceri. Serve una riflessione su come si può incentivare il personale a scegliere il servizio nelle carceri. Altro tema è quello dell’assistenza psichiatrica, sia all’interno delle carceri che nelle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems)”.
E’ poi stata la volta di
Giuseppe Quintavalle, commissario straordinario della Asl Roma 1 che ha descritto il progetto di ristrutturazione in atto nella struttura sanitaria di Regina Coeli, con la riattivazione delle due sale operatorie e vari interventi di ammodernamento sia sui locali che su apparecchiature e arredi: “La prima medicina è già in fase di ristrutturazione, poi passeremo alla seconda. Regina Coeli ha 78 posti letto, le due camere operatorie saranno in funzione da settembre. C’è un forte problema di sovraffollamento e di carenza del personale sanitario: tutte le manifestazioni di interesse sono andate deserte. Stiamo lavorando molto anche sulla telemedicina”.
Alessandro De Iacobis, dirigente psicologo Asl Roma 3 ha parlato del Centro di prima accoglienza per i minori, una struttura “di transito” e della necessità di creare strutture di comunità per evitare ai ragazzi il carcere, quando è possibile: “Mancano strutture socio-sanitarie, per questo stiamo definendo un protocollo con gli enti interessati”.
Simile anche la situazione di Civitavecchia, di cui ha parlato
Cristina Matranga, direttrice generale della Asl Roma 4: “Abbiamo difficoltà a far accettare al personale la sede carcere, ma anche difficoltà ad avere equipe stabili. Abbiamo provato a introdurre un principio di rotazione del personale, ma in questo caso c’è resistenza da parte della direzione del carcere. Abbiamo avviato il servizio di telemedicina e teleassistenza”.
Sovraffollamento delle strutture e problemi di infrastrutture sono stati denunciati anche da
Francesco Marchitelli, commissario straordinario della Asl Roma 6: “Sostituiremo i macchinari, ma il vero problema sono i locali, in cui sono necessarie ristrutturazioni. Il principale problema è l’assistenza psichiatrica: abbiamo una sola professionista, il bando che abbiamo fatto è andato deserto. Serve una formazione specifica, vogliamo sperimentare tirocini infermieristici anche all’interno del carcere”.
“Il sovraffollamento - ha sottolineato
Livio Bernardini, dirigente medico della struttura penitenziaria di Rieti - aumenta il rischio di trasmissione delle malattie infettive e peggiora le condizioni igieniche. Anche da noi il problema della salute mentale è uno dei più gravi. La popolazione carceraria vive in una situazione stressante. Non si trovano medici penitenziari, preferiscono andare a fare la guardia medica”.
Angelo Aliquò, direttore generale Asl Frosinone ha descritto la situazione nella provincia con “carenza di personale, non solo sanitario ma anche di polizia penitenziaria, attrezzature radiologiche in stanze con infiltrazioni d’acqua e mancanza di condizionamento”.
Problemi strutturali descritti anche da
Silvia Cavalli, direttrice generale della Asl di Latina: “La zona maschile del carcere risale agli anni ’30, la parte sanitaria è molto vecchia e con spazi insufficienti, abbiamo rinnovato arredi e tecnologia, stiamo facendo anche alcuni lavori di ristrutturazione, procedendo al posto del Dap. Deserti i bandi per nuovo personale, mandiamo psichiatri a rotazione dal Centro salute mentale di Latina”.
A completare il quadro regionale è stata
Simona Di Giovanni, direttrice amministrativa della Asl Viterbo: “I locali saranno presto in fase di ristrutturazione, gli avvisi per l’assunzione di nuovo personale sono andati deserti. Abbiamo avviato progetti individuali di salute, attivati per ogni detenuto. Teleradiologia e telecardiologia sono già attive, non possiamo implementare altri ambiti per problemi legati alla fibra ottica”.
A conclusione degli interventi la consigliera Droghei ha evidenziato “la necessità di convocare una nuova commissione con la presenza della Giunta, del presidente Rocca, che ha la delega alla santà, e dell’assessore ai Servizi sociali Maselli, per provare a trovare soluzioni ai problemi. Da parte nostra visiteremo le altre carceri nelle province”.
Secondo
Nazzareno Neri (Udc) “oggi è emerso uno spaccato veramente importante. Concordo con la proposta di Droghei, importante la presenza del presidente Rocca e di Maselli.
Luciano Crea (Lista Rocca) ha parlato di “importante fotografia di unasituazione disastrosa. Grazie a tutti i medici che operano nelle carceri, situazione più che disagiata. La Giunta sta già lavorando bene, è di pochi giorni fa la presentazione di un importante piano per l’edilizia sanitaria. Alla politica tutta non resta che rimboccarsi le maniche e lavorare per dare risposte concrete”.
Ha concluso i lavori la presidente Savo: “Quanto oggi abbiamo condiviso in commissione – ha dichiarato - non è nato solo dalla richiesta di audizione di un gruppo, ma si tratta di un’esigenza sentita da tutti, dopo la presentazione della relazione sull’attività del garante. Stiamo programmando l’audizione con Rocca, più in generale sulle linee programmatiche e di lavoro. Anche sulla sanità nelle carceri è importante il confronto, è importante fare rete”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio